Cercate la vostra scintilla creativa, e accoglietela

(foto Shutterstock)

Isabella Mandelli, artista e Life Skills trainer, racconta il suo percorso personale, che l’ha portata nell’ultimo periodo ad abbracciare la vocazione di formatrice attraverso l’arte

di Isabella Mandelli, trainer e artista

 

L’imprevisto è come un gatto sull’acquerello. Lo racconto spesso nei miei speech motivazionali: un giorno stavo dipingendo un cuore rosso, poi il gatto è saltato sul tavolo e mi ha fatto fare uno schizzo, dritto. L’acquerello non si cancella, quindi all’inizio mi è preso il panico: cosa faccio, come pongo rimedio?

Ho semplicemente cambiato prospettiva. Ho accolto l’errore trasformandolo in quella che oggi chiamo “idea propulsiva incrementale”. Lo schizzo si è allungato e da quel cuore è sbocciato un fiore. 

Trovare la scintilla creativa, e accoglierla

Tornare sui propri passi non è mai facile: l’ho sperimentato in prima persona, negli ultimi mesi, con prove molto più impegnative. Nei mesi scorsi ho lasciato la mia posizione come AD in un’azienda americana in cui ero molto felice di lavorare, perché mi si chiedeva uno sforzo che non rispecchiava più le mie ambizioni. 

Mi sono guardata dentro, ho ascoltato me stessa e ho faticosamente scelto di accogliere la mia vocazione, la mia scintilla creativa. È stato “disruptive”, ma ho trovato quello che davvero desidero fare nella mia vita: utilizzare la potenza dell’arte nei percorsi formativi nelle aziende, negli ospedali e nelle istituzioni.

La mia scintilla creativa, quella pratica quotidiana che ci fa sentire che la vita ha un senso, uno scopo e che possiamo descrivere come vocazione, la esprimo attraverso l’acquarello e i miei personaggi fantastici, i Barabubbles. Ognuno ha un proprio stile comportamentale basato sullo studio di Jung. 

Attraverso la mia arte ho potuto esprimere il mio potenziale e mostrare la mia vera natura con autenticità, nel rispetto di obiettivi e crescita armonizzando vita lavorativa e personale. 

I Barabubbles, attraverso i cuori, lanciano un messaggio universale di cura reciproca, stimolando la ricerca dell’armonia e della gentilezza, promuovendo un ambiente lavorativo accogliente e umano.

L’arte come strumento di formazione

La mia arte non era incompatibile con il mio ruolo di amministratore delegato, anzi, l’ho sempre utilizzata come mezzo per esprimere la mia leadership e creare un ambiente distensivo e accogliente, ma oggi ho capito di avere ambizioni diverse. 

Ho creato dei percorsi di formazione con un formato peculiare, dove inserisco i Barabubbles quale elemento artistico che dà gioia, ma al contempo veicola messaggi importanti, come l’accoglimento della diversità, la sospensione del giudizio, l’abbassamento delle gerarchie, il superamento del concetto di errore.

Il primo passo sta nel tradurre in immagini l’identità aziendale, sempre con i Barabubbles che danno forma ai valori, alla mission, agli elementi distintivi dell’azienda. 

Poi durante il workshop, che dura un paio d’ore, divido le persone in gruppi e le guido nel riconoscere i propri stili comportamentali, riconducendoli ai Barabubbles e quindi al modello di Jung: tutti gli energici Barabà da una parte, tutti o Boda empatici dall’altra, i giudiziosi Finolu tutti insieme e così gli Oco ottimisti. Una volta divisi creiamo una “torta” che può essere molto utile all’azienda per comporre i team in modo che siano eterogenei e bilanciati. 

E poi, tutti, proviamo a dipingere. Niente matita, solo pennarello indelebile perché l’errore non esiste: cerco di incoraggiare a superare la sensazione che fa dire “non sono capace” o “non l’ho mai fatto”. Sperimentiamo tutti insieme, senza giudizio: sembra incredibile, ma vengono fuori dei lavori bellissimi e inaspettati.

Quest’esperienza, appena partita, mi sta dando moltissimo. Sono stata in azienda per tanti anni e ho capito che oggi c’è bisogno di approcci nuovi, di ascolto, di gentilezza, di trovare un equilibrio. Mi piace chiamarla “leadership premurosa”. 

Nuovi modelli: la leadership “premurosa”

Chiaramente il profitto è importante, gli obiettivi di business non possono venire meno né passare in secondo piano, nel contesto aziendale. Ma deve esserci anche qualcos’altro. Le persone hanno la necessità di un ambiente lavorativo dove sentirsi accolte, in armonia e avere la possibilità di sperimentare senza essere giudicate, accogliendo l’errore come possibile innovazione. 

E questo si costruisce solo trovando un buon bilanciamento con la vita privata, con tutto ciò che sta fuori dal mondo del lavoro: le passioni, gli hobby, le attività che fanno stare bene. 

Bisogna prendersi del tempo per se stessi. Le riunioni a mitraglia che tolgono il respiro non sono sopportabili oltre un certo limite. Bisogna prendersi cura di sé stessi e degli altri, cercare e applicare l’intelligenza emotiva, le soft skills, creare fiducia e rispetto, accogliere e sperimentare la parte più creativa che ognuno di noi possiede. 

E bisogna portarla sul lavoro, senza indugio. Non è più il tempo della competizione a tutti i costi, la vita è una e va vissuta in armonia e gioia nel rispetto delle diversità.

 

Isabella Mandelli, artista e trainer, è stata leader d’azienda nell’ambito della cardio chirurgia come Direttore Vendite e marketing Italia per Edwards Lifesciences, azienda leader nell’ambito cardiovascolare per proseguire poi una nuova avventura come VP e AD di Stryker Italia, multinazionale americana nel settore medicale. 

A Luglio 2023 ha scelto di seguire la sua vocazione artistica e di formatrice, creando workshop per aziende, ospedali e istituzioni. 

 

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