Abbattere il costo di assunzione del dipendente e fidelizzare i talenti con l’employer branding

(foto Shutterstock)

Quando l’identità aziendale è credibile e condivisa, attrarre talenti costa meno, il turnover si riduce e la cultura organizzativa fa davvero la differenza

di Giuseppe Caliccia, Architetto di processi umani, Sociologo esperto di Employer Branding

Nel mercato del lavoro attuale, l’Employer Branding è molto più di una strategia di comunicazione: è uno strumento per attrarre talenti, rafforzare la reputazione aziendale e ridurre il costo di assunzione del dipendente. Non basta farsi conoscere come “luogo attrattivo”: serve costruire un’identità solida, credibile e veritiera, in grado di generare valore simbolico e risparmi concreti. 

Employer Value Proposition: il primo passo per diminuire il cost per hire

L’obiettivo strategico dell’Employer Branding è chiaro: diminuire il cost per hire (CTH). Per riuscirci, il primo passo è definire una Employer Value Proposition (EVP) autentica, basata su dati interni ed esterni oltre che sull’ascolto delle persone. La EVP non è uno slogan, ma il racconto condiviso di ciò che l’azienda offre a cominciare dallo stipendio: tipologia di lavoro, processi, formazione, riconoscimento. 

Una volta definita, la Employer Value Proposition va comunicata attraverso un piano editoriale multicanale, online e offline. Come ogni prodotto, anche l’Employer Branding vive un ciclo: una fase iniziale di investimento e lancio, seguita da un periodo di consolidamento. È in questo secondo momento che si misura l’efficacia della strategia.

CTH futuro + Costo EB < CTH previsto senza EB 

Se la disuguaglianza è verificata, l’investimento è sostenibile e produce valore. Ma c’è di più: l’Employer Branding genera un vantaggio competitivo invisibile. Il candidato si riconosce nei valori aziendali ancora prima di candidarsi. Si attiva così un processo identitario che rafforza l’attrattività, migliora la qualità delle candidature e riduce il turnover. 

Employer Value Proposition alla base della cultura organizzativa

L’Employer Branding non è solo comunicazione, è cultura organizzativa. Quando è coerente, alimenta appartenenza e reputazione. Quando è strategico, permette all’organizzazione di “scegliere chi la sceglie”. E quando è ben pianificato, consente un risparmio tangibile, che si misura nei numeri e si percepisce nel clima interno. 

In sintesi, l’Employer Branding è una leva di efficienza e identità: meno costo di assunzione, più valore per l’intera organizzazione

Gianluca Spolverato analizza il mondo del lavoro con passione raccontandoci il suo punto di vista da profondo conoscitore della materia e valorizzando i temi più complessi riguardanti il diritto del lavoro.

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