Come promuovere un progetto per la parità di genere in azienda

Parità di genere in azienda

5 vantaggi convincenti per la tua azienda: dalla spinta per il business, all’employer branding, passando per l’attrazione dei talenti e i vantaggi fiscali

Partiamo da un presupposto ormai sotto gli occhi di tutti: la sostenibilità umana è destinata a diventare sempre più centrale nella strategia delle aziende. E questo per diversi motivi: da un lato è aumentata la sensibilità collettiva, dall’altro sono entrate in vigore specifiche norme che regolamentano e incoraggiano l’adozione di misure a favore dell’inclusione.

Insomma, sviluppare progetti che rendano le nostre aziende più inclusive è una necessità che ogni HR Manager ormai riconosce. Se però questa sensibilità si è ormai sviluppata tra gli “addetti ai lavori”, non è sempre facile convincere tutta l’azienda, e in particolare il management, della bontà di questa strada, che se imboccata ha ripercussioni positive sull’employer branding e sul business, ed è un ottimo modo per attrarre e trattenere talenti.

Vediamo quindi 5 buone ragioni per sviluppare un progetto aziendale sulla parità di genere, e per convincere tutta l’organizzazione a seguirci su questa strada.

È un prezioso strumento di employer branding e di attraction

Secondo i dati dell’Employer Brand Research di Randstad, tra le generazioni più giovani è sempre più diffuso il desiderio di lavorare per organizzazioni che sanno valorizzare la diversità e creare un ambiente di lavoro aperto e inclusivo. 

Si tratta quindi di un fattore decisivo per l’attraction e la retention dei giovani talenti, in particolare quelli appartenenti alla Generazione Z.

Fa crescere il business

I benefici di una cultura aziendale orientata all’inclusione e alla parità di genere riguardano anche il business. Secondo il World Economic Forum, ad esempio, una strategia di diversity contribuisce a promuovere l’innovazione per ogni azienda.

Inoltre, una recente ricerca di McKinsey conferma inoltre la relazione tra la Diversity & Inclusion e il successo finanziario delle aziende. La stessa certificazione per la parità di genere comporta benefici sia finanziari sia reputazionali per le imprese che la ottengono.

È tra gli obiettivi posti dall’Unione Europea

A fine 2022, infatti, l’Unione europea ha approvato definitivamente la Direttiva sulla comunicazione societaria sulla sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD), una norma che impone alle imprese di rendere pubblici, nel corso degli anni, i dati sulla loro impronta sociale e ambientale.

Per le aziende che vogliono intraprendere un percorso per ottenere la certificazione della parità di genere, è essenziale mettere in campo progetti HR legati a specifici Sustainable Development Goals (SDG), gli obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030: in particolare il numero 5 sulla parità di genere e il numero 10 sulla riduzione delle disuguaglianze.

Aiuta a rivelare talenti nascosti

Dall’Osservatorio vita-lavoro di Lifeed (la società di Education technology che attraverso la sua piattaforma digitale trasforma le esperienze di vita in competenze professionali) emerge che il 70% dei talenti delle persone si trova nei ruoli personali e familiari. Inoltre nelle persone convivono ogni giorno mediamente cinque ruoli, di cui solo 1,5 appartengono alla sfera professionale. 

Le competenze allenate ogni giorno nelle esperienze di vita (dalla genitorialità al caregiving) rappresentano un potenziale nascosto che rischia di essere sprecato dalle aziende se non vengono attivati appositi progetti che facilitano il trasferimento delle soft skill delle persone dalla vita privata al lavoro.

Per farlo, è necessario innanzitutto promuovere una comunicazione interna orientata all’inclusione e investire in percorsi formativi sui temi delle differenze di genere e sul superamento degli stereotipi. La presenza in azienda di policy che favoriscono la conciliazione vita-lavoro e la tutela della maternità e paternità completano il quadro delle azioni utili a mettere in atto un progetto concreto per la parità di genere.

La certificazione offre importanti vantaggi fiscali

Dal 2022, in Italia, le aziende possono ottenere la certificazione per la parità di genere: il “bollino” si conquista al termine di un accurato processo di audit e dà diritto a numerosi vantaggi. 

Tra questi, anche alcuni benefici economici:  la certificazione garantisce infatti uno sgravio contributivo pari all’1% dei contributi, fino a un massimo di 50.000 euro annui.

Inoltre, le aziende certificate hanno un punteggio premiale sia nel caso partecipino a bandi per fondi nazionali e comunitari, sia nelle procedure di affidamento di appalti pubblici.

A che punto è la tua azienda?

Se per lavoro ti occupi di definire politiche di parità di genere e di Diversity & Inclusion all’interno della tua azienda, sai bene quanto può essere lungo il percorso che porta alla certificazione.

Proprio per aiutarti a capire a che punto è la tua organizzazione, abbiamo creato un veloce assessment. Rispondi a poche domande per ricevere un consiglio dai nostri esperti.

 

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