Dopo Google, Amazon e Twitter, anche Facebook e Apple hanno rimandato a gennaio 2022 la riapertura dei propri spazi lavorativi
Anche i dipendenti di Apple rimarranno in smart workingÈ una nuova modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, introdotta dalla l. 81/2017 e caratterizzata dall’assenza di precisi vincoli di orario e di luogo di lavoro per il dipendente. More per tutto il 2021. Lo conferma, secondo fonti autorevoli, una circolare inviata da Deirdre O’Brien, Head of Resource and retail, che avrebbe motivato la decisione con il nuovo aumento di contagi da Covid-19 negli Stati Uniti. Il rientro, quindi, slitta ancora da ottobre a gennaio prossimo. La stessa linea è già stata adottata da altre big company, tra cui Amazon, Twitter e Facebook.
Sempre la circolare, secondo quanto riportato da Bloomberg, darebbe le indicazioni per l’organizzazione nei prossimi mesi. Non si parla di lavoro completamente da remoto, ma di lavorare in ufficio lunedì, martedì e giovedì. Mercoledì e venerdì, invece, si può stare a casa. La vaccinazione è fortemente incoraggiata, ma non obbligatoria. I dipendenti riceveranno a casa un kit per il test, da eseguire due volte a settimana (martedì e giovedì). Una volta fatto il test, ogni lavoratore è tenuto a comunicare l’esito all’azienda.
La dirigenza di Apple non ha mai nascosto la propria contrarietà al lavoro da remoto, cercando di limitarne il più possibile l’impiego. Il dilagare dei contagi, tuttavia, ha posto l’azienda nella condizione di trovare un compromesso con i dipendenti, sul piede di guerra ormai da mesi.
La decisione è arrivata comunque all’ultimo, in coda a numerose altre big tech che avevano già annunciato la necessità di posticipare, per l’ennesima volta, il rientro in ufficio. Fra queste Google, Facebook, Amazon e Twitter. Alcune aziende hanno già messo in chiaro anche come si muoveranno sul fronte dei vaccini. Come avevamo già visto, infatti, per entrare nelle sedi di Facebook sarà obbligatoriamente necessario avere il vaccino anti-Covid, e lo stesso accadrà anche in Google, dove tuttavia non sono ancora state indicate regole precise.