La comunicazione motivazionale incoraggia le persone a dare il massimo e crea un clima collaborativo. Ecco le frasi che fanno la differenza
Per chi gestisce persone, una delle competenze più importanti da possedere e saper utilizzare è certamente quella comunicativa. Pilastro fondamentale per la creazione di team coesi, se caratterizzata da un linguaggio motivazionale e potenziante permette di raggiungere performance di alto livello.
Perché comunicare bene impatta sulle prestazioni? Come può l’utilizzo di certe parole, incidere sulle persone e sul gruppo di lavoro? Vediamolo insieme.
Possedere competenze comunicative nei luoghi di lavoro è indispensabile per creare rapporti professionali proficui e orientati ai risultati. Queste competenze comprendono l’ascolto attivo che permette di entrare in “connessione” con l’altra persona: significa prestare intenzionalmente interesse e attenzione al nostro interlocutore e al suo messaggio (non solo verbale), non trascurando peraltro il contatto visivo e sensoriale.
Saper comunicare bene in azienda richiede inoltre:
Già questo basterebbe per ridurre drasticamente i conflitti, migliorare i flussi informativi e costruire il benessere del Team.
Sugli ultimi tre punti, vale la pena soffermarsi: il modo in cui un team leader, attraverso la comunicazione, può coinvolgere e motivare le persone per farle diventare più unite e coinvolte fa la differenza. Le parole possono fare tanto, sono “magiche”, possono creare la realtà.
Infatti, una comunicazione motivazionale, con il conseguente utilizzo di un linguaggio ad hoc, arriva a ispirare, incoraggiare e motivare i collaboratori, stimola l’azione, sostiene l’impegno. A vantaggio del benessere e produttività. Include spesso parole e frasi che impattano sulla persona, promuovendo l’autonomia e il cambiamento, spingendola a superare sfide e raggiungere obiettivi.
Comunicare è mettere in relazione, connettere collaboratori e capi. Il modo in cui lo si fa, soprattutto da parte di un team leader o titolare, alimenta il coinvolgimento, la fiducia, la motivazione. Mattoni importanti per un buon clima aziendale, che determina lo stato di benessere di chi vive e opera nell’organizzazione.
Parlando di linguaggio, il fatto che un responsabile HR sappia come utilizzare correttamente frame linguistici, fa la differenza: un frame fa riferimento a come le parole, le espressioni, la costruzione della frase stessa (poi comunicata), possa influenzare il pensiero e il comportamento dei collaboratori. Ha attinenza al modo in cui si possono presentare le informazioni, i dati, le emozioni: è un’azione di modellamento della prospettiva, determinando come percepiamo e interpretiamo una certa situazione.
Un titolare poco attento, o meglio non consapevole, che utilizza un linguaggio o frasi depontenzianti, produce effetti “catastrofici” sui membri di un team: calo della fiducia, abbassamento dell’autostima, senso di incompetenza, disimpegno, dimissioni.
Il linguaggio di chi critica in maniera non costruttiva, di chi tratta le persone come oggetti e le svaluta, di chi minimizza gli sforzi e i successi, di chi non fornisce sostegno, peggiora il clima aziendale e la produttività.
Vediamo alcuni esempi di linguaggio depotenziante:
Potremmo continuare con tanti altri frame e le sensazioni che si provano sarebbero sempre le stesse: rabbia, ansia, stress, demotivazione, sfiducia.
È sostenibile? Assolutamente no!
Per contro, l’utilizzo di un linguaggio potenziante permette di andare oltre… e impatta sul modo in cui si può creare la realtà: persone ingaggiate, team coesi, miglior clima organizzativo.
Il linguaggio potenziante, anche noto come linguaggio positivo o assertivo, si focalizza sull’uso di parole che incoraggiano e creano un ambiente relazionale costruttivo.
Un Team leader attento e allenato al potenziamento e alla motivazione dei collaboratori utilizza frasi che possono modificare la percezione del sé, che producono cambiamenti sul proprio livello di autostima, autonomia, responsabilità, valore personale: permette una nuova visione delle cose e delle relazioni.
Il linguaggio potenziante:
Sono “frasi magiche”, che possono portare alla riflessione e al cambiamento dei bias cognitivi, ossia convinzioni, modi di vedere la realtà, tipici di quei collaboratori che hanno un locus of control esterno, la cui sfera di influenza è ancora limitata. La responsabilità è quindi condivisa tra responsabili HR e dipendenti: ma insieme si può andare lontano.
Ecco alcuni utili esempi di linguaggio potenziante, che vengono in aiuto nel processo motivazionale professionale, individuale e di team.
Se si parla con un collaboratore, a seconda dell’obiettivo, si offre un potenziamento e si può porre una domanda per coinvolgere responsabilmente la persona nella strategia/azione da portare avanti:
Se destinatari di un linguaggio potenziante sono i team, ecco alcune frasi che si possono proporre in base all’obiettivo:
Si potrebbe continuare con altri esempi: ciò che si comprende è la potenza del linguaggio, gli effetti che produce su chi li ascolta, in termini di emozioni, senso di potenza, di sfida e di ingaggio. Le “carezze” verbali offrono riconoscimento di sé come persona, come professionista, come membro di un team. Allora vale proprio la pena utilizzarle.
In quest’ottica, motivare i collaboratori e farsi seguire diventa molto più semplice: creare le condizioni di benessere e partecipazione, favorirà il clima aziendale e l’incremento di produttività.
Se vuoi testare la bontà della comunicazione interna alla tua azienda, l’analisi del clima organizzativo è uno strumento di conoscenza molto potente. Un’azienda che comunica bene, infatti, è soprattutto un’azienda che sa ascoltare e mettere al centro le persone.
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