Covid-19, le interviste alle aziende: Fila Solutions

Francesco-Pettenon-CEO-di-Fila-Solutions
In foto Francesco Pettenon, CEO di Fila Solutions)

Francesco Pettenon, CEO di Fila Solutions, ci spiega come dall’emergenza sia scaturito un momento di innovazione in azienda grazie a capacità di reazione e creatività del team in smart working

Durante le delicate fasi dell’emergenza coronavirus ci sono aziende che hanno potuto proseguire le loro attività, in alcuni casi inventando addirittura nuovi business, pur con le difficoltà del caso, attraverso un’accelerata difficilmente pensabile in una situazione ordinaria, studiando e sviluppando nuovi prodotti, soluzioni, strategie di vendita e comunicazione in tempi record.

L’azienda veneta Fila Solutions – che opera nel settore della protezione e detergenza delle superfici – è tra quelle che sono riuscite a tradurre le difficoltà della crisi in un momento di innovazione grazie all’impegno e alla creatività del team, per la maggior parte in smart working. Ce lo ha raccontato in un’intervista l’imprenditore Francesco Pettenon, CEO di Fila.

Fila Solutions è un’azienda familiare, ma allo stesso tempo manageriale e internazionale, con oltre 100 dipendenti, presente in 60 paesi del mondo, a partire dall’Italia, in cui è presente il principale stabilimento produttivo, fino alle filiali commerciali in Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna, USA ed Emirati Arabi.

Francesco Pettenon, che impatto ha avuto su Fila Solutions l’emergenza Covid-19? Come vi siete organizzati a livello produttivo e organizzativo in Italia e all’estero?

«L’emergenza Covid-19 ci ha fatto entrare in nuove dinamiche che abbiamo gestito seguendo tre driver: quello della salute, quello della sicurezza dei nostri dipendenti e dell’operatività aziendale.
Infatti l’azienda non ha mai chiuso in questo periodo ma, seguendo dei rigidi protocolli applicati dal primo giorno di lockdown, ha mantenuto l’operatività in sicurezza.
Da subito abbiamo attivato lo smart working per tutti gli impiegati – dall’ufficio marketing alla ricerca e sviluppo, all’ufficio commerciale – estendendolo, insieme alle regole stringenti che ci dava il governo italiano, anche alle filiali all’estero negli Stati Uniti, in Germania, Francia e Inghilterra, dove i governi locali non avevano ancora dato delle regole chiare. 

In questo periodo c’è stata una grande adesione da parte di tutti i nostri collaboratori, una partecipazione alle attività, anche straordinarie, causate dal momento e addirittura questo ha portato ad attivare due progetti molto importanti, ovvero il lancio di due nuovi prodotti igienizzanti SANIFAST e RAPIDSAN in tempo record. Dall’idea al lancio dei prodotti nel mercato sono passate solo 4 settimane, quando in tempi normali sono necessari almeno 2 mesi. 

Grazie alla grande dedizione del nostro team siamo riusciti ad accorciare i tempi e addirittura a lanciare questi prodotti su Corriere Salute e su vari canali digital. In parallelo abbiamo attivato altri strumenti digital come webinar e Facebook Live che ci hanno permesso di raggiungere più di 20.000 persone. Con il webinar, ad esempio, abbiamo raggiunto più di 1.500 persone che hanno ascoltato i nostri metodi di pulizia e igienizzazione per più di un’ora e mezza. Guadagnando così un bagaglio in termini di database e contatti in un momento così particolare.

L’emergenza ha fatto capire a tutti che la pulizia non è un mero accessorio o un nice to have collegato soltanto a un fattore estetico, alla bellezza di un pavimento pulito. Oggi abbiamo capito che avere una superficie pulita è collegato a un concetto di salute: se il mio pavimento e la mia casa sono puliti con i giusti prodotti e sistemi, io vivo bene, i miei familiari stanno bene, e non ci ammaliamo.
Attraverso il nostro know how in materia, per noi era molto importante far capire alle persone che una corretta pulizia delle superfici è fondamentale per raggiungere un grado perfetto di igiene all’interno delle proprie abitazioni.

Avete previsto delle iniziative particolari a supporto dei vostri dipendenti?

«Abbiamo attivato una copertura assicurativa per tutti i nostri collaboratori – siamo stati tra le prime aziende del nostro settore a farlo – che andava a coprire i danni causati da un’eventuale infezione da Covid. 

In questo periodo per i nostri collaboratori, e per tanti di noi, non è stato facile lavorare da casa, quindi l’azienda ha voluto aiutarli creando un momento dedicato all’insegnamento del metodo della respirazione e della meditazione insieme al maestro di yoga Matteo Bonin con due incontri sulla piattaforma Zoom. La partecipazione è stata importante da parte di tutti, un bel momento di intimità nonostante la distanza. 

Aggiungo che, tra le iniziative messe in campo durante l’emergenza, abbiamo contribuito all’aiuto della comunità locale donando i nuovi igienizzanti alla popolazione di San Martino di Lupari (Pd); inoltre abbiamo donato 10.000 mascherine ffp2 agli ospedali di Bergamo, Vicenza, Cittadella (Pd) e alla Regione Veneto». 

Cosa vi ha insegnato questa emergenza?

«Questo periodo storico ci ha costretto a rimodulare le nostre azioni in azienda. Lo smart working, che ci ha aiutato a superare questo momento, ha degli indubbi vantaggi in termini di costi, di tempi, come quelli di trasferta e di viaggio. Ti dà la possibilità con un click di collegarti dagli Stati Uniti all’Australia, questo è sicuramente un grandissimo vantaggio, ovviamente però lo strumento va affiancato o vanno creati dei modelli diversi. Ad esempio, noi abbiamo creato dei gruppi WhatsApp e organizzato delle videocall giusto per bere un caffè insieme e raccontarci come andava. Uno di questi gruppi si chiamava inizialmente #andràtuttobene, nome che poi abbiamo modificato in #lafaremoandarebene, proprio per far capire che era importante il contributo di tutti».

Come state affrontando la fase 2 della ripartenza, quali iniziative avete preso?

«Per noi che abbiamo sempre mantenuto l’operatività la fase 2 è stata un po’ più facile da gestire, tramite la rotazione.
Attraverso un questionario online abbiamo chiesto ad ognuno dei nostri collaboratori se preferiva tornare in azienda o rimanere in smart working: la stragrande maggioranza delle persone ha chiesto una gestione ibrida. Ovvero, lavorare quindi in smart working per le figure impiegatizie, ma riservandosi un paio di giorni alla settimana per venire in ufficio e parlare con i colleghi, tornando quindi un po’ alla normalità. Così abbiamo fatto un lavoro di cesello con il nostro ufficio HR cercando di andare incontro ai bisogni delle singole persone.

Colgo l’occasione per ringraziare il team Fila per il contributo prezioso che ha dato in questo momento, riuscendo ad adattarsi, con una grandissima capacità di reagire con positività e velocità a questo cambiamento, e con una grande creatività. Infatti i due nuovi prodotti di cui ho parlato prima, li abbiamo lanciati in smart working, con tutte le difficoltà del momento, ma riuscendo ad ottenere un grande successo. Questa è una dimostrazione di quanto la collaborazione in team aiuti ad uscire al meglio dalle situazioni di difficoltà».

Iscriviti alla nostra newsletter

Ricevi gratuitamente le ultime novità, le storie e gli approfondimenti sul mondo del lavoro.