Quali sono le regole principali che disciplinano la possibilità per i lavoratori di cambiare fondo di previdenza complementare
I lavoratori che hanno deciso di destinare il proprio TFR fuori dall’azienda hanno diritto di cambiare fondo pensione. È possibile farlo dopo che sono trascorsi due anni di anzianità oppure anche prima, nel caso in cui si inizi un lavoro in un settore diverso da quello precedente.
In questo articolo analizzeremo cosa bisogna fare e quali sono le casistiche che lo permettono. Per approfondire l’argomento, il team di Laborability ha ideato anche una guida pratica, ricca di contenuti e pratici simulatori.
Sono degli istituti che raccolgono le quote di TFR versate dalle aziende. I fondi pensione, infatti, hanno una strettissima correlazione con il trattamento di fine rapporto: la maggior parte dei risparmi che amministrano è rappresentata da queste quote.
Esistono fondi aperti e fondi chiusi, a seconda che vi possa aderire chiunque o solamente una determinata categoria di soggetti. In ogni caso, la gestione dei risparmi spetta, per legge, a società che operano professionalmente nella gestione del credito.
Significa che ciascun fondo deve affidare la gestione dei risparmi a soggetti estremamente qualificati, come Società di Gestione del Risparmio, finanziarie, compagnie assicurative o istituti bancari.
All’inizio del rapporto di lavoro. Più precisamente, entro 6 mesi dall’inizio del primo rapporto lavorativo, ogni persona con contratto subordinato deve scegliere se mantenere il proprio TFR in azienda oppure devolverlo a favore di un fondo di previdenza complementare.
Può scegliere quello istituito dal proprio contratto collettivo oppure un altro di suo gradimento, perché – ad esempio – garantisce tassi di rendimento più elevati.
C’è un aspetto importante: se entro 6 mesi non fa alcuna scelta, il suo trattamento di fine rapporto viene destinato, per legge, al fondo pensione istituito dalla contrattazione collettiva, nazionale o aziendale. Tale decisione, espressa o tacita, è irrevocabile.
Significa che se la persona decide di accumularlo fuori dall’azienda, non potrà più, in futuro, chiedere di lasciarlo in azienda. Invece, è sempre possibile spostarlo dall’azienda a favore di un fondo.
La persona assunta che ha deciso di versare il TFR al fondo Alfa: può cambiare idea in corso di rapporto e chiedere che venga versato al fondo Beta?
I motivi per cambiare possono essere i più vari, ad esempio una maggiore convenienza, un rendimento maggiore, una migliore assistenza, un’offerta più ricca di prestazioni e servizi accessori.
La risposta alla domanda è affermativa: è possibile cambiare. Il passaggio a un nuovo fondo è possibile solo dopo due anni di permanenza. Questa clausola non vale solo in un caso: è possibile cambiare anche prima dei due anni nel caso in cui si perdano i requisiti soggettivi di partecipazione, ad esempio se si cambia lavoro e settore, oppure se si assume il ruolo di dirigente.
No. Gli statuti e i regolamenti delle forme pensionistiche non possono introdurre limitazioni al cambiamento e sono obbligati a prevedere esplicitamente tale facoltà all’interno dei propri regolamenti.
No. Il cambiamento garantisce il mantenimento di tutta l’anzianità maturata anche nel precedente e vengono trasferiti tutti i ratei di TFR fino a quel momento versati. In questo modo la lavoratrice o il lavoratore trasferiscono l’intera posizione da un fondo a un altro.
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