Versamento TFR: differenza tra fondo pensione aperto e PIP

Versare il TFR: la differenza tra fondo aperto e PIP
(foto Shutterstock)

La previdenza complementare è un modo per integrare la propria pensione, ma esistono diversi prodotti a disposizione dei lavoratori

Fondo pensione, previdenza complementare e integrativa, contributo volontario e integrativo, piano di investimento e piano di accumulo. Facciamo un po’ di chiarezza su alcuni istituti che sempre più spesso vengono proposti ai lavoratori. 

Cosa sono i Fondi pensione?

Sono degli strumenti finanziari gestiti da soggetti che operano professionalmente nella gestione del risparmio. Ci sono due definizioni: la prima riguarda la posizione individuale di ciascun iscritto; con la seconda si intende tecnicamente la società che gestisce l’insieme di tutte le posizioni dei soggetti aderenti. 

Che cosa significa “aderire” a un fondo pensione?

Significa iscriversi a uno specifico fondo e decidere di versare una determinata quota percentuale del proprio TFR o della propria retribuzione. Significa, in altri termini, destinare parte del proprio stipendio o dei propri risparmi a una linea di investimento di un fondo.

Esistono due tipi di fondi pensione:

1) chiusi: possono aderire solo i lavoratori che hanno caratteristiche omogenee, sia territoriali che professionali. È il caso di quelli istituiti dai contratti collettivi nazionali o aziendali. Tali fondi possono ricevere le quote e offrire i propri servizi esclusivamente a determinate categorie di aderenti. Hanno un ruolo fondamentale nella gestione del TFR: in tutti i casi in cui un lavoratore non esprima alcuna scelta nella destinazione del trattamento di fine rapporto, questo viene devoluto al fondo chiuso istituito dalla contrattazione collettiva.

2) aperti sono rivolti alla generalità dei lavoratori, senza limitazioni collegate alla categoria di appartenenza.

 I lavoratori sono liberi di scegliere il fondo che preferiscono? Sì, i dipendenti possono decidere a quale destinare il proprio TFR e i propri risparmi, senza alcun vincolo. Ad esempio, un operaio metalmeccanico può scegliere di aderire a un determinato fondo aperto, invece di quello chiuso Cometa previsto dal proprio contratto collettivo.

Differenza tra fondo pensione aperto e piano individuale pensionistico?

I fondi aperti (FPA) sono istituiti da banche, finanziarie, società di assicurazioni o creati in seno agli stessi fondi negoziali. Invece, i piani individuali pensionistici (PIP) sono istituiti esclusivamente da imprese assicurative. Diversamente dai fondi negoziali (o chiusi), che sono riservati a una determinata categoria di lavoratori subordinati, chiunque può aderire.

La differenza sostanziale sta nell’istituto che propone il servizio: banche, finanziarie e assicurazioni nel primo caso e solamente società assicurative nel secondo. Per quanto riguarda i PIP, poi, è garantito per tutta la durata contrattuale l’affiancamento di un consulente.

In entrambi i casi non è necessario avere diritto al TFR. Questo significa che possono essere sottoscritti non solo dai lavoratori dipendenti che lo percepiscono, ma anche da liberi professionisti e autonomi.

FPA e PIP: le prestazioni previdenziali

Entrambi gli istituti consentono al beneficiario di godere della cosiddetta previdenza complementare o «integrativa». Significa che, una volta maturato i requisiti per andare in pensione, il soggetto aderente percepisce una prestazione, sotto forma di rendita, da parte del fondo o dalla società che gestisce il proprio PIP che si va ad aggiungere alla pensione versata dall’INPS.  

FPA o PIP, quale conviene?

La risposta dipende dalle esigenze del diretto interessato, anche a seconda del fatto che si tratti di lavoratore subordinato, un autonomo o un semplice investitore. 

In ogni caso, la convenienza dipende dalla scelta su quale comparto investire le proprie somme. Per «comparto» si intende il settore e le modalità con cui l’istituto prescelto dovrà investire i contributi versati.

Ci sono quattro diversi comparti:

1)    garantito: garantiscono la restituzione delle somme versate;

2)    obbligazionario: con rischio minore;

3)    azionario: con rischio e rendita maggiori;

4)    bilanciato «o misto»: obbligazionari + azionari: rischio calmierato. 

Guida al TFR, per investirlo in modo più consapevole

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