Dal classico ‘questionario’ alle nuove tecnologie. La valutazione delle performance potrebbe passare attraverso braccialetti smart, app e sensori
Quanto siamo efficienti sul lavoro? In futuro potrebbero essere i dispositivi wearable a deciderlo.
I dispositivi elettronici indossabili – come smartwatch, braccialetti con sensori per il monitoraggio dell’attività fisica, cardiaca e del sonno etc. – potrebbero mandare in soffitta il format del questionario da compilare manualmente per la valutazione delle performance dei dipendenti.
Nel mondo del lavoro gli strumenti wearable possono essere usati per fornire ai lavoratori informazioni utili a prevenire eventi pericolosi per la loro sicurezza e salute, ad esempio in caso di presenza di sostanze tossiche superiori alla soglia consentita, oppure per rendere il lavoro più veloce e smart e agevolare l’apprendimento, come nel caso dei Google Glass o dei Microsoft HoloLens.
In un futuro prossimo i dispositivi intelligenti potrebbero essere sfruttati anche per la raccolta sistematica di dati personali relativi all’esecuzione delle prestazioni lavorative.
Al Dartmouth College in New Hampshire ci hanno provato, attraverso una ricerca del professore di informatica Andrew Campbell, il quale ha sviluppato una tecnologia capace di valutare le performance dei lavoratori con una precisione dell’80%.
Dopo aver constatato che nella sede di Google la valutazione della produttività veniva fatta attraverso la compilazione manuale di survey, Campbell ha deciso di fare un test, usando le tecnologie sperimentate per diagnosticare la depressione attraverso l’analisi dei dati ricavati da smartphone e social network.
Così, preso un campione di 750 impiegati di un’azienda hi-tech e di una seconda di consulenza manageriale, ha chiesto loro di indossare dei braccialetti per la raccolta dei parametri fisici, come battito cardiaco, sonno, attività fisica etc.
Ai dati emersi da questi dispositivi, ha poi sommato informazioni sull’utilizzo del telefono, raccolte attraverso un’app, e relative alla misurazione del tempo passato a lavoro e in pausa, misurato tramite sensori posizionati nelle case e negli uffici.
Tutte le informazioni sono state lavorate da algoritmi di machine learning, creando una rappresentazione in gran parte aderente al vero dell’attività degli impiegati. Ciò ha permesso di mostrare ai lavoratori quali fossero le cattive abitudini e alcune delle cause che li influenzavano negativamente nello svolgere le loro mansioni, abbassando la produttività.
L’uso dei dispositivi va valutato anche sotto il profilo del rispetto della privacy, perché l’utilizzo dei dati ottenuti attraverso queste tecnologie – finalizzate a monitorare lo svolgimento dell’attività dei lavoratori – potrebbe determinare la violazione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).
Infatti i dispositivi wearable raccolgono dati personali dei lavoratori, il cui uso è consentito solo a particolari condizioni e con limiti molto rigidi.