Ernesto Martinelli, Head of People Empowerment di Enel, racconta il percorso di crescita attraverso le difficoltà imposte dalla pandemia. Un cammino che ha trovato un cardine fondamentale nel passaggio “dall’io al noi”
“Insieme possiamo sorprendere”: è il motto dei lavoratori di Enel Group, azienda dove “nuova normalità” fa rima con “comunità”. Ernesto Martinelli, Head of People Empowerment, racconta il difficile percorso che sta affrontando con i dipendenti, ma anche delle opportunità di crescita che hanno saputo far nascere dalle complessità del momento. Una conquista resa possibile da un passaggio fondamentale: dall’io al noi.
«Continua ad essere un momento molto complesso – spiega Martinelli – soprattutto dal punto di vista umano. Abbiamo scelto di reagire a queste difficoltà mettendo l’accento sul concetto di evoluzione culturale, ma soprattutto mettendo le persone al centro. Un asset che diventa sempre più importante e più strategico, a maggior ragione dopo l’esperienza degli ultimi mesi e con la prospettiva verso cui stiamo andando. Mettere le persone al centro significa creare le condizioni per investire e favorirne l’empowerment. Evidentemente – sottolinea Martinelli – tutto questo sta facendo emergere altri elementi, valori sui quali noi ci sentivamo già solidi e pronti e su cui oggi spingiamo ancora di più. Il principale, lo sintetizzerei con il passaggio dall’io al noi, dal “me” al “we”. Dove nel “we” c’è la perfetta sintesi delle attitudini, delle capacità delle abilità del singolo, che messe insieme ci permettono di raggiungere dei risultati concreti».
«Ovviamente – prosegue Martinelli – tutto questo impone dei challenge molto importanti, che si focalizzano sempre sulla persona al centro e sulla capacità di far fiorire i talenti. Un obiettivo raggiungibile solo se si è in grado di creare l’ambiente, l’ecosistema funzionale: un fiore di campo in montagna appassirebbe, e vice versa. Vanno create le condizioni che permettano questa “fioritura”. Come lo stiamo facendo? Accompagnando le nostre persone e i nostri processi con delle iniziative sulle quali già prima della pandemia avevamo molto investito. Penso al coaching, che stiamo sempre più utilizzando e diffondendo su larga scala, ma anche ad esempio mentoring o lo shadowing fra diversi livelli di seniority presenti in azienda».
Quella che seguirà la crisi imposta dalla pandemia, conclude quindi Martinelli, sarà non solo una rinascita, ma una rinascita «evolutiva, che porterà i nostri talenti a trovare il terreno fertile per sbocciare. E ancora una volta – continua l’Head of People Empowerment di Enel – torniamo al concetto di ecosistema, del contesto dove operare. Immaginiamo possano essere hub a 360 gradi, gli uffici nella nostra prospettiva sono luoghi dove si incontrano culture, esperienze, capacità che messe insieme creano valore. Evidentemente gli hub sono un concetto che sempre più guida il nostro modo di interagire e di lavorare, e che coinvolge non solo tutto l’ambiente esterno, ma favorisce anche una profittevole dinamica di relazione con tutto l’ambiente circostante, quello specificamente lavorativo. Questa rinascita, – conclude Martinelli – avrà sempre più valore nella misura in cui sapremo accompagnarla con un valido sistema di relazioni umane. Abbiamo un motto in cui noi crediamo molto: insieme possiamo sorprendere. Sintetizza il nostro spirito e quel passaggio, dal “me” al “we”, che è il cardine della nostra rinascita».