La società immagina ogni anno il futuro del business, della società, del lavoro: con la pandemia è cresciuto il senso di comunità, l’attenzione alle persone e all’etica
Più attenzione alle persone, più senso di comunità, più responsabilità sociale ed ambientale. Dopo anni passati a focalizzarsi principalmente sul profitto, le aziende sentono ora il bisogno di avviare una profonda riflessione. Un riesame delle organizzazioni per come sono state intese fino ad oggi, che porti a definire in termini nuovi lo scopo e il posto che occupano all’interno della società. Questo, almeno, suggerisce il report Fjord Trends 2020, tredicesima edizione della relazione annuale che guarda al futuro del business, della tecnologia e del design con gli occhi di Fjord, la società che all’interno di Accenture si occupa di design e innovazione.
Il 2019 è stato l’anno dell’attivismo legato alla crisi climatica, degli interrogativi sulla responsabilità delle big tech, degli alti e bassi della gig economy (economia dei “lavoretti”). Nel 2020, invece, i Fjord Trends fanno breccia nel contesto critico di una pandemia che ha stabilito un nuovo imperativo universale per i governi e le imprese, spinti ad adottare contromisure immediate per proteggere se stessi e la comunità.
A immaginare il mondo che ci aspetta sono stati chiamati 1.200 designer e sviluppatori di 33 studi internazionali. Come saranno, quindi, il lavoro e la società del futuro? Dalle loro visioni sono emersi sette trend.
Il capitalismo sta vivendo la crisi di mezza età. Il successo non è più solo sinonimo di crescita e le aziende devono cominciare a rivedere il loro scopo e a ricalibrare il ruolo che hanno nel mondo che le circonda. In particolar modo nell’era post Covid, le aziende dovranno trasformare la propria cultura e il modo di operare. Dovranno riesaminare le proprie strategie di business, basandosi sull’analisi di un contesto dominato dall’instabilità economica, da nuovi valori sociali e dall’affermazione di parametri di successo basati su elementi come la sostenibilità e l’etica.
Cambia il modo in cui noi percepiamo e spendiamo il denaro. È un cambiamento radicale, che crea opportunità per un gran numero di nuovi prodotti e player. L’emergenza sanitaria e il lockdown hanno accelerato notevolmente il concretizzarsi di questa tendenza, richiedendo alle aziende una risposta rapida e una riorganizzazione efficace basata sull’implementazione di soluzioni di pagamento digitale sempre più innovative.
I nostri corpi stanno diventando tracciabili come le nostre identità digitali. Riguardo al riconoscimento facciale e del corpo, qual è il compromesso tra privacy e convenienza? Le innovazioni all’interno di questo settore devono ora più che mai essere al centro degli interessi di aziende e governi, essendo uno degli strumenti più efficaci per contenere i rischi sanitari e convivere con il virus.
Man mano che le persone percepiscono e definiscono la loro identità in modi sempre più liquidi, le loro abitudini di consumo cambiano. Si fanno spazio nuove esperienze. L’impatto della recente crisi globale ha spinto gli individui a ridefinire i propri atteggiamenti con una rapidità senza precedenti, incoraggiandoli a considerare in modo ancora più netto le proprie priorità.
L’esperienza umana si fa sempre più complessa. Per l’IA (intelligenza artificiale) il prossimo passo è quello di andare oltre l’automazione, per progettare sistemi che combinino l’intelligenza umana e quella artificiale e ne migliorino la sinergia. Le persone e le aziende stanno cominciando a comprendere appieno le potenzialità dell’IA in tutti i suoi diversi aspetti, come testimoniato dall’utilizzo del deep learning per trovare nuove informazioni sulla struttura delle proteine associate a Covid-19.
Fate spazio al vostro sosia digitale, che è al vostro servizio e sa cosa volete. I “digital twin” sono strumenti già consolidati nell’industria, dove i modelli di dati e le versioni virtuali in 3D delle macchine aiutano i produttori a risolvere i problemi e a pianificare la manutenzione predittiva. Presto ci saranno quelli personali: è già partita la gara per creare la versione virtuale di noi stessi. L’utilità del “digital twin” è emersa specialmente in campo medico, dove i servizi sanitari digitali stanno permettendo alle persone di ottenere le consulenze di cui hanno bisogno tramite la propria versione digitale, evitando così l’interazione fisica. Ma l’utilizzo è destinato ad allargarsi anche ad altri settori, a partire dall’intrattenimento.
Desiderabilità, praticabilità e fattibilità si stanno spostando dal “me” al “noi”. È possibile che il design esca dai confini del proprio ecosistema, e che passi da un approccio incentrato sull’utente a un approccio incentrato sulla vita? Nell’era post Covid, in cui il concetto stesso di acquisto è mutato, ogni spesa ha sempre più spesso anche un secondo significato, etico e personale.