Non solo formazione tecnica: Decathlon investe su competenze e crescita personale dei collaboratori. E punta sul “management responsabilizzante”
Valorizzare le competenze e le attitudini, offrire possibilità di formazione non solo tecnica, ma anche personale per migliorare le soft skills, stimolare le persone a mettersi alla prova in settori nuovi e diversi con lo “zigzag di mestiere”. In Decathlon la crescita dei collaboratori viene valorizzata a 360 gradi e incentivata con iniziative su misura. Le iniziative sono numerose: a raccontarle Andrea Barbieri, HR Learning & Development Leader, nel corso del virtual clubhouse dedicato da SHR Italia al management responsabilizzante.
«Partiamo da un presupposto» spiega Barbieri «per noi la responsabilità ha una grandissima valenza, è uno dei nostri valori più importanti. Responsabilità significa prendersi un impegno e portarlo avanti fino in fondo, rispettarlo per sé stessi e per la squadra di cui si fa parte. La parola management, legata alla parola responsabilità, ha quindi un significato profondo. Responsabilizzare i leader significa accompagnarli, allenarli ad allenare a loro volta i propri collaboratori. Quindi affidargli compiti, impegni, ma anche farli sentire a proprio agio nell’assumersi compiti e responsabilità, nel proporsi. Per noi è fondamentale creare le condizioni perché le persone si sentano parte della squadra, perché si prendano la responsabilità della loro parte di lavoro».
In Decathlon, va detto, i leader non sono solo i manager: nei negozi chi lavora come addetto alle vendite e ha la responsabilità di uno sport è “leader” di quel settore. «E non è solo una questione di naming» tiene a sottolineare Barbieri «ma di responsabilità. Chi ha la leadership su uno sport deve prendersene cura, dalla gestione del prodotto all’organizzazione del reparto. E questo si collega anche alla formazione: investiamo le persone di un compito importante e devono sentirsi a proprio agio, quindi devono anche avere i mezzi per condurre la situazione senza difficoltà. Le competenze possono e devono essere irrobustite grazie alla formazione, e non parliamo solo di formazione tecnica ma anche di attitudini e capacità».
Decathlon ha infatti un’Academy interna dedicata alle competenze, con un team che si occupa di strutturare progetti mirati, ma anche un’Academy dedicata all’empowerment. «Ne andiamo particolarmente orgogliosi» dice Barbieri «Decathlon è sul mercato dal ‘76 e abbiamo maturato una storia in materia di management, ma anche di formazione e accompagnamento. Abbiamo provato quindi a capitalizzare questa ricchezza e queste informazioni trasformandole in quelli che chiamiamo “i fondamentali umani”. Li abbiamo scritti nero su bianco, per poter tramandare e condividere questo tesoro con le nuove generazioni che si avvicinano alla nostra realtà e ai nostri progetti. L’Academy è una bella responsabilità che io condivido con due colleghe, e insieme a noi c’è un core team di persone che nella quotidianità fanno tutt’altro mestiere, ma sono molto appassionate di empowerment e di… persone. Per questo hanno scelto di portare avanti questo progetto con noi, a beneficio di tutti i 7 mila collaboratori».
In azienda tutti hanno la possibilità di accedere ai corsi di formazione: la proposta può arrivare dall’alto, ma anche dal basso ed anzi le candidature sono sempre ben viste. Anche, e forse a maggior ragione, se celano il desiderio di cambiare ambito: «personalmente» racconta ancora Barbieri «non ho mai ricoperto lo stesso ruolo per più di quattro o cinque anni. Nella nostra visione ognuno è responsabile del proprio progetto personale, che non significa solo, o per forza, fare carriera, ma crescere in senso più ampio. Alimentiamo quello che chiamiamo lo “zigzag di mestiere”, il fatto cambiare perimetro di responsabilità è un modo per allenare la leadership e per mettersi alla prova in settori molto diversi. Imparare qualcosa di nuovo è sempre un’opportunità di crescita: io sono stato category manager fino a poco fa, ora ritorno con piacere alle origini, visto che sono psicologo di formazione. Sono tornato al mio primo amore, almeno per un po’».