Di fronte alla comunicazione della chiusura imminente dell’azienda gli operai non si arrendono. In tre investono il proprio tfr, per rilevare l’azienda e riassumere tutti i colleghi
Da operai a imprenditori per salvare i posti di lavoro, ma anche il patrimonio di conoscenza ed esperienza accumulato in quarant’anni di storia. L’impresa non era semplice ma Gerardo Petruzziello, Salvatore Minnella e Djabi Muharemi, oggi titolari della Mpm Mechanics di Monza, non si sono arresi di fronte alle difficoltà e grazie alla formula del “rent to buy” hanno potuto rilevare l’azienda, specializzata in meccanica di precisione, riassumendo i colleghi.
Quando Angelo Di Franco, dopo quarant’anni di onorato servizio, ha annunciato di voler andare in pensione, ai suoi operai sono bastate poche parole: l’azienda non poteva chiudere. Così, in poco tempo, tre dipendenti si sono attivati alla ricerca di un sistema per rilevare l’azienda. Era il 2020, imperversava la prima ondata della pandemia di Covid-19 e la situazione globale non era certo la più favorevole per un investimento di simile portata, ma i tre non si sono dati per vinti. E nonostante le difficoltà burocratiche ce l’hanno fatta: oggi l’azienda è loro e hanno riassunto tutti i colleghi, compresa la moglie dell’ex titolare.
Quella della Mpm Mechanics non è una storia di wbo (workers buyout): l’azienda non è diventata una cooperativa ma ha conservato la propria natura giuridica. I tre lavoratori che l’hanno rilevata, infatti, hanno scelto la formula del rent to buy. Il contratto, regolato dal Decreto Sblocca Italia (2014), permette di pagare un affitto fino a saldare il debito, acquistando di fatto a rate. I tre operai, oltre a questo, hanno investito anche il proprio tfr e contratto una quota di debito. Un investimento importante, che tuttavia per ora sta dando ottimi frutti.