400 i partecipanti riuniti a Roncade (Treviso), dove ceo e manager hanno discusso di benessere delle persone, sostenibilità e leadership del futuro
Grande partecipazione per la seconda edizione di Impact 2030, che ancora una volta ha portato in scena, presso il campus di H-Farm di Roncade (Treviso), storie di successo e ispirazione, soluzioni innovative, buone pratiche per migliorare il benessere delle persone e l’organizzazione in azienda.
Durante la giornata, il pubblico ha avuto l’opportunità di ascoltare relatori di prestigio provenienti da numerose aziende di successo su quattro temi fondamentali per il lavoro di oggi e di domani.
Nel dettaglio, la mattina si è parlato di migliorare la qualità dell’esperienza lavorativa (con Andrea Verani Masin, Direttore commerciale Double You, Marco Ogliengo, Founder di JetHR, e Matteo Primus, Chief Growth Officer di Eudaimon) e di come potenziare l’accesso alle risorse e alla salute (con Giovanna Brunelli, Referente Innovazione e Sostenibilità di Umana, Monia Campilii, Responsabile commerciale Corporate, e Francesca Villa, Responsabile Convenzioni e Fondi sanitari di Centro di Medicina, e Francesco Salonia, Amministratore delegato di laborability).
Nel corso della seconda parte dell’evento, invece, si sono tenuti altri due panel. Il primo è stato dedicato a come misurare il livello di sostenibilità dell’azienda (con Paolo Intini, Director of Operations, e Martina Romano, Sustainability Senior Consultant di Ayming; Federico Cavallo, Head of Public Affairs & Communication di Altroconsumo; e Andrea Zuanetti, Ceo & Co-Founder Up2You). Il secondo e ultimo panel della giornata si è concentrato sulla leadership del futuro (con Lorenza Pellegri, Co-Founder e Ceo Leadagious, e Flavia Brevi, Capa della comunicazione, e Giuseppe Di Rienzo, Direttore Generale di Fondazione Libellula).
Numerosi anche i workshop che si sono tenuti durante il corso dell’evento, tra cui una coinvolgente Escape Room a cura di Escape Room Evolution: un’attività ludica e di team building pensata per risvegliare l’animo giocoso delle popolazioni aziendali.
“Laborability – racconta il founder Gianluca Spolverato – è nato il 2 gennaio del 2019, anche se poi è servito tanto tempo perché il progetto prendesse forma. Siamo partiti come media, oggi siamo una HR Tech Company: raccogliamo dati su quello che interessa alle persone e aiutiamo le aziende e le persone che lavorano a scoprire le opportunità nascoste del lavoro, con un linguaggio semplice, che possa incuriosire e interessare. Questo permette alle aziende anche di costruire contesti organizzativi che favoriscano il benessere, l’efficienza organizzativa e la produttività, e luoghi di lavoro dove le persone vogliano tornare volentieri”.
“Quest’ultimo – sottolinea Spolverato – è il parametro che ci permette di capire se un’azienda è un buon posto di lavoro o meno: cosa provo quando varco la soglia d’ingresso? La sfida oggi è stare bene. Che non significa per forza essere felici: non tutti facciamo il lavoro dei nostri sogni, ma l’importante è farlo bene, con dedizione e anche con emozione”.
Un’altra grande sfida della contemporaneità arriva dalla tecnologia. “Il futuro – ricorda Spolverato – procede per evoluzione. È una parola bella, positiva, che ci dà il senso del cambiamento ma anche della continuità, ricordandoci da dove veniamo. Oggi l’urgenza è prendersi cura di questa trasformazione. Chi non riuscirà ad essere protagonista del cambiamento, ad essere leader e non follower, è destinato a diventare meno rilevante”.
Le conclusioni della giornata di ieri sono state affidate a Elisabetta Vanuzzo, Chief Marketing Officer e Presidente CDA di Laborability. “Oggi – ha detto Vanuzzo – abbiamo parlato di dipendenti, lavoratori e dell’importanza di mettere le persone al centro, ma senza retorica. Abbiamo visto, anche, come una delle capacità fondamentali per i manager è quella di coinvolgere e informare efficacemente i propri dipendenti su ciò che accade all’interno dell’azienda. La comunicazione interna, infatti, è una leva fondamentale per il successo organizzativo”.
Elisabetta Vanuzzo ha tuttavia evidenziato come spesso la comunicazione interna sia carente: “i dati mostrano che il 71% dei manager ritiene di informare adeguatamente i propri lavoratori, ma solo il 22% di questi ultimi è d’accordo. Inoltre, il 73% delle persone afferma di non ricevere informazioni sufficienti o di riceverne poche”.
“L’impatto del coinvolgimento è cruciale. Un lavoratore ben informato e coinvolto è più produttivo e sa meglio cosa deve fare. Se informato e ingaggiato, tutti i parametri di produttività e soddisfazione crescono“.