La decisione della catena trevigiana di supermercati bio è stata presa «nel rispetto della libertà di ognuno e per evitare discriminazioni nell’ambito del lavoro». Il virologo Burioni: «con me hanno chiuso»
Nessuna discriminazione nei confronti del personale che non si è sottoposto al vaccino anti Covid-19. A pochi giorni dall’entrata in vigore del “super green pass”, la catena di supermercati bio Naturasì annuncia la decisione di voler pagare per il 50% il costo del tampone periodico ai dipendenti che lo necessitano. La comunicazione è arrivata con una lettera inviata dal presidente Fabio Brescacin ai 1.650 lavoratori del colosso del biologico e biodinamico.
Brescacin: una decisione presa per tutelare la libertà individuale
«Stiamo tutti vivendo una situazione difficile» si legge nella lettera, «per molti versi paradossale, innescatasi con la comparsa del virus. Non vogliamo, come azienda, prendere posizione in questa Babilonia di voci assordanti e contraddittorie, ove è molto difficile distinguere la verità dalla menzogna, la realtà dalla semplice opinione. Di una cosa siamo certi: la libertà individuale. Cerchiamo di difenderla con tutte le nostre forze, per non entrare nel meccanismo di lotta e di divisione che questa situazione sta innescando». Una scelta, quindi, decisa «nel rispetto della libertà di ognuno e per evitare discriminazioni nell’ambito del lavoro, per permettere a tutti di svolgere regolarmente i propri compiti in azienda». Per coloro che hanno scelto «con coscienza e responsabilità» di non vaccinarsi, NaturaSì contribuirà alle spese per i tamponi richiesti dalla legge fino al 31 dicembre di quest’anno, termine fissato finora per lo stato di emergenza.
Reazioni e polemiche, da Unioncamere al virologo Burioni
La scelta di Naturasì, com’era prevedibile, ha fatto il giro del web in tempo record e in 24 ore è passata da notizia riportata dai giornali locali alla cronaca nazionale. Tante, e di natura contrastante, le reazioni sulla pagina Facebook dell’azienda: molti si complimentano e plaudono all’iniziativa in favore della libertà di opinione, altri invece intervengono con critiche pesanti. E qualcosa si è già mosso anche a livello istituzionale: «Il rischio» mette in guardia Mario Pozza, presidente di Unioncamere Veneto, «è che alcuni interpretino questo atto come un supporto alla filosofia No-vax».
Tranchant il giudizio del virologo Roberto Burioni, che commenta la notizia su Twitter: «Se una catena di supermercati liscia il pelo ai novax deve mettere in conto di perdere i clienti che hanno fatto il proprio dovere di cittadini vaccinandosi. Con me NaturaSì ha chiuso».