Agilità, bilanciamento, cultura, ma anche intuizione, leadership, responsabilità, vita: sono alcuni dei tratti distintivi che dovrà avere lo smart working secondo Nestlé
Lo smart working deve poggiare sulla fiducia, «ingrediente irrinunciabile per lavorare in modo nuovo e ancora più efficiente», sul senso di comunità e di gruppo, «sinonimo di garanzia per tutti i brand», sull‘intuizione «che genera idee, che generano innovazioni», sulla responsabilità, che deve essere individuale ma anche sociale e d’impresa. Sono ventuno le parole chiave, una per ogni lettera del nostro alfabeto, che NEXTLÉ (percorso verso il futuro del lavoro di Nestlé) ha voluto raccogliere in una sorta di dizionario del lavoro “smart”, inteso come lavoro innovativo, bilanciato ed efficiente.
Il lavoro agile è stato introdotto dal Gruppo Nestlé già nel 2012, sia per soddisfare esigenze occasionali o improvvise, sia per aiutare concretamente a conciliare gli impegni della vita lavorativa e privata. Da quasi 10 anni l’azienda ha iniziato un percorso che vuole valorizzare la cultura della performance rispetto a quella della presenza, dove l’introduzione dello smart working e l’abolizione dei cartellini sono stati solo alcuni di tanti progetti portanti.
Anche in virtù dell’esperienza pregressa, il board dell’azienda sa bene che quello sperimentato nell’ultimo anno non può definirsi lavoro agile ma, piuttosto, «lavoro da remoto forzato». Di qui l’idea di «sfruttare questa “esasperazione dello smart workingÈ una nuova modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, introdotta dalla l. 81/2017 e caratterizzata dall’assenza di precisi vincoli di orario e di luogo di lavoro per il dipendente. More” per reinterpretare il nostro modo di lavorare, guardando più a lungo termine, in modo da renderlo ancora più efficace possibile e adatto alle necessità sia delle nostre persone che dell’azienda».
«È arrivato il momento di rilanciare la sfida, quello della “call to action”» spiega nell’introduzione Sabrina Conzadori, Head of IT & business services Gruppo Nestlé in Italia «servono l’impegno e la collaborazione di tutte le nostre persone per continuare il percorso che abbiamo intrapreso da tempo e che, oggi più che mai, siamo determinati a portare avanti. Solo ristabilendo equilibri e bilanciando i tempi del privato con quelli del lavoro, nel rispetto di un ritmo che consenta di continuare a fare bene per vivere meglio, potremo veramente raggiungere il buono che è nostro, quella promessa di “good food, good life” che da sempre portiamo avanti con orgoglio. Cosa significa tutto questo? Che conciliare un ufficio in casa, dietro lo schermo dell’ennesima riunione su Teams non è smart working e, ancor di più, non è il nuovo modo di lavorare che vogliamo costruire».