Far emergere il potenziale delle HR. Raffaella Maderna, People & Communication Director Lundbeck Italia

Far emergere il potenziale delle HR. Raffaella Maderna, People & Communication Director Lundbeck Italia
(In foto Raffaella Maderna, People & Communication Director Lundbeck Italia)

L’HR Director è punto d’incontro tra business e il capitale umano. Le riflessioni di Raffaella Maderna di Lundbeck Italia

Laureata in Scienze Politiche all’Università Cattolica di Milano, Raffaella Maderna ha svolto la funzione di HR Generalist alla Pirelli, successivamente di HR Specialist in Cisco, e da 17 anni è in Lundbeck Italia, casa farmaceutica danese specializzata nell’area terapeutica del sistema nervoso, dove ha ricoperto il ruolo di HR Manager, HR Director, per arrivare alla funzione di People & Communication Director. Alla base del suo percorso professionale, la curiosità verso le persone e le relazioni umane.

Raccontaci il tuo percorso professionale

«Ho iniziato ad appassionarmi al mondo HR ancor prima della laurea in Scienze Politiche, con indirizzo politico sociale. Ho avuto la grande fortuna di poter fare uno stage presso una grande multinazionale americana, Whirlpool, dove sono entrata in un team di Risorse Umane serio e professionale, che mi ha fatto capire che sarebbe stato un possibile sbocco professionale. Dopo la laurea, ho fatto esperienza in Pirelli, la mia prima grande azienda multinazionale, e li è come se avessi conseguito un “master di specializzazione in ambito HR” con grandi professionisti che mi hanno supportato nella formazione alla carriera di HR. Selezione, formazione e sviluppo sono state le mie aree di interesse.

In seguito, sono approdata in Cisco, multinazionale americana di grande sviluppo, leader nelle telecomunicazioni, dove sono stata Hr Specialist. Sono entrata nel mondo pharma nel 2003, come HR Manager in Lundbeck Italia, multinazionale danese. Qui ho affiancato l’Amministratore Delegato e il management team dell’azienda e ho avuto la possibilità di ampliare le mie competenze di gestione trasversale a tutte le tipiche funzioni di HR, acquisendo l’esperienza nelle relazioni sindacali, compensation ed organizzazione».

Quali motivazioni ti hanno condotta a intraprendere una carriera nelle Human Resources?

«Da sempre mi piace osservare le persone, come agiscono, come ragionano, come si relazionano le une con le altre. Una sana curiosità verso il mondo umano. Credo siano queste le ragioni, considerando la sfera strettamente personale e caratteriale. Sicuramente il mio percorso di studi e le esperienze successive mi hanno portata a consolidare questa attitudine verso il mondo HR».

Quali sono le doti principali che deve avere chi si occupa di risorse umane?

«Di certo chi si impegna in quest’ambito non deve avere manie di protagonismo. Chi gestisce le risorse umane deve essere consapevole che lavora per far emergere i talenti e le competenze di altri, deve saper stare nelle retrovie, e saper gioire dei successi e dei risultati dei colleghi.

Si tratta di un ruolo molto importante, perché essendo il punto d’incontro tra l’area business e il capitale umano, riesce ad avere una visione d’insieme che altre funzioni non hanno. Inoltre, l’HR manager ha che fare con dati sensibili e deve saper gestire questa responsabilità nel modo migliore».

Che importanza rivestono la parità di genere, il rispetto della diversity e l’inclusione nella crescita delle aziende, e come Lundbeck ha declinato questi aspetti?

«Nella nostra Casa Madre, Lundbeck si è focalizzata nello sviluppare diverse iniziative su aspetti di diversity ed inclusion. Molti aspetti caratterizzanti la cultura danese come l’inclusione e l’uguaglianza (la Danimarca è uno dei Paesi più felici al mondo e nella cultura e nella mentalità danese tutti sono accettati e considerati uguali), sono intrinseci nella cultura di Lundbeck e vengono considerati nel suo lavoro quotidiano affinché ogni persona possa essere al proprio meglio. Temi decisamente cari alla nostra cultura aziendale, basti pensare che il 58% dei dipendenti è costituito da donne e il team dirigenziale è composto da 6 donne e 1 uomo.

Negli anni abbiamo messo in atto numerose iniziative volte a migliorare la gestione del tempo lavorativo, a favorire la flessibilità, e la crescita professionale di ognuno. In particolare, la maggioranza dei nostri informatori scientifici del farmaco sono di sesso femminile: competenze scientifiche, passione, determinazione e organizzazione del lavoro sono gli ingredienti vincenti.

Come azienda, inoltre, stiamo utilizzando tutti gli strumenti a disposizione per facilitare la comunicazione tra generazioni diverse, tema di forte attualità nelle organizzazioni aziendali di oggi. A tal proposito organizzeremo workshop motivazionali e informativi molto concentrati su questo aspetto».

Qual è l’iniziativa più recente che Lundbeck ha messo in atto per sostenere il benessere aziendale?

«Da sempre è un tema centrale per Lundbeck: abbiamo implementato diverse iniziative di welfare, well being avendo a mente la cura della persona. Lundbeck è stata la prima azienda ad aver siglato un accordo integrativo che destina il 100% del premio di partecipazione al welfare. I benefit si scelgono su un portale dedicato, e ogni dipendente può crearsi il proprio pacchetto, in base alle proprie necessità».

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