Le immagini aeree permetteranno di individuare e contrastare le attività criminose. Le zone ad alto rischio si concentrano al sud
Una mappatura dall’alto per il monitoraggio delle zone a rischio lavoro sommerso e reati ambientali. Il progetto si chiama “Criminal Focus Area” ed è stato sviluppato da Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) con il Ministero dell’Interno. L’investimento complessivo è stato di 48 milioni: una cifra importante che ha permesso di creare una piattaforma innovativa per condividere e confrontare le immagini aeree raccolte di anno in anno da Agea, per individuare crimini di varia natura.
Amministrazioni locali e nazionali, strutture partecipate dai produttori, forze dell’ordine e organi di controllo potranno così avvalersi di infrastrutture informatiche che, grazie alle immagini aerofotografiche ottenute volando ogni anno sul territorio italiano, registreranno e analizzeranno le variazioni potenzialmente indicative di attività criminose. Una baraccopoli in prossimità di enormi terreni coltivati, ad esempio, suggerisce la presenza di sfruttamento di lavoratori e caporalato. Oppure un enorme scavo che da un anno all’altro si trasforma in uliveto può celare tonnellate di rifiuti pericolosi.
L’iniziativa prende in esame l’intero territorio nazionale, concentrandosi però con maggiore attenzione su precise zone geografiche, shut in particolare: Sicilia, Calabria, Puglia, Campania, Basilicata. Zone che ospitano segmenti di filiere del settore agroalimentare (carne bovina, suina, carne ovicaprina, latte, pomodoro ecc.) che potrebbero essere condizionate da attività illecite, con effetti negativi su libertà di iniziativa e concorrenza. Più della metà delle aree a rischio ambientale è infatti concentrata in queste cinque regioni e solo in Sicilia sono 6 mila gli ettari di terreno a rischio incendio.
«Agire sul piano della legalità nell’erogazione delle risorse pubbliche per Agea – commenta Gabriele Papa Pagliardini, Direttore Agea – è da sempre una priorità, ora con la realizzazione di questo progetto, grazie ai finanziamenti europei previsti dal PON Legalità, è stato possibile mettere a servizio delle forze di polizia, degli enti pubblici e locali le più moderne tecnologie in materia di telerilevamento di fotointerpretazione del suolo. Attraverso la sovrapposizione delle foto aeree storicizzate, i sistemi forniscono informazioni preziose sia per le attività di indagine che per le attività di gestione e monitoraggio del territorio. La tecnologia a supporto della prevenzione e repressione di importanti fenomeni criminosi come gli interramenti illegali di rifiuti e il caporalato, con l’intenzione di contribuire al ripristino della legalità in particolare nelle aree meno sviluppate e quindi più deboli del Paese».