Trend design aziendale: l’importanza dei “legami deboli”

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A Roma un convegno organizzato dall’Ordine degli Architetti individua le tendenze in fatto di architettura e design aziendale

Come si progettano gli spazi di lavoro in modo tale da far stare bene le persone? E quali nuovi fenomeni emersi dalla crisi pandemica devono essere presi in considerazione? Il convegno sulla Progettazione sensibile dei luoghi di lavoro e degli spazi di co-working, organizzato dall’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia e dalla Città metropolitana di Roma Capitale, ha offerto alcune risposte a queste domande attraverso esempi concreti e punti di vista autorevoli, da diverse prospettive. Con uno sguardo al futuro, l’incontro ha voluto approfondire le tendenze attuali negli uffici più moderni, che nell’organizzazione degli spazi pongono grande attenzione per il benessere psico-fisico degli utenti.

Uffici vuoti, a New York potrebbero riempire 26 Empire State Building

Un primo dato importante lo mette a fuoco Carlo Ratti, architetto, ingegnere e direttore del Senseable City Lab al Massachusetts institute of technology (Mit) di Boston: gli uffici vuoti sono tantissimi. Citando un articolo uscito sul New York Times, solo quelli della Grande Mela potrebbero riempire 26 Empire State Building. 

«Ci sono in corso dei grandi cambiamenti – sottolinea Ratti – che riguardano città come San Francisco, Boston, ma stanno avvenendo anche in Europa, a Londra e anche in Italia. Questi cambiamenti avranno un grande impatto sul funzionamento e sull’organizzazione degli spazi delle nostre città, sui luoghi di vita e lavoro». 

Lo spopolamento degli uffici non impatta solo in ambito immobiliare, ma anche nell’organizzazione del lavoro, soprattutto per quanto riguarda il consolidamento dei legami. Ratti cita, a questo proposito, uno studio del sociologo Mark Granovetter, che per primo nel 1973 parlò di legami forti e legami deboli.

L’importanza dei legami forti e deboli

I legami forti, dice Granovetter, sono quelli profondi, costanti, con le persone hanno un ruolo importante nelle nostre vite e di conseguenza le incontriamo o le sentiamo spesso. I legami deboli, invece, sono quelli meno frequenti, con persone che hanno un ruolo meno significativo nella nostra quotidianità.

Questi legami deboli, apparentemente meno importanti, sono in realtà alla base delle relazioni sociali. «Il legame debole – spiega Ratti – è un ponte tra le varie comunità. Ci apre una finestra su altri mondi, proiettandoci verso nuove opportunità, risorse e idee. E ci aiuta a diventare più resilienti». 

La pandemia ha reso evidente che, nel momento in cui si perde lo spazio fisico, si perdono anche la maggior parte dei legami deboli. «La magia dello spazio fisico – prosegue il professore – ci permette di stabilire dei legami diretti, senza i quali si è meno legati alla diversità e si è raccolti in una propria bolla».

Esempi virtuosi: dalla sede Enel al coworking della Stazione Termini

Nel corso dell’incontro sono stati citati anche diversi esempi pratici di realizzazioni virtuose, che rispondono alle nuove esigenze in termini di architettura e design aziendale. 

Uno di questi esempi è il progetto di trasformazione della sede direzionale di Enel a Roma, a firma dello studio Antonio Citterio Patricia Viel. Il progetto mira a riorganizzare gli spazi interni di un edificio degli anni Sessanta, per rispondere alla volontà di Enel di adottare un approccio agile al lavoro. Seguendo il concetto di “building as a city”, l’edificio integra funzioni anche non legate al lavoro, come un asilo nido, uno spazio ristorante e persino una pista per jogging in quota.

Un altro esempio è quello dell’hub LVenture presso la Stazione Termini, uno spazio di 9000 mq che accoglie start-up e offre spazi di co-working. Questo ambiente crea un ecosistema in cui scambiare competenze e dove le start-up possono beneficiare di partnership con aziende come Meta, Luiss per la programmazione, Leonardo per un programma di accelerazione sulla cybersecurity.

Il concetto di ibridazione e apertura al pubblico è evidenziato anche nel progetto di Palazzo Canova, sempre a Roma. Questo ambiente polifunzionale, situato nell’antico studio dello scultore Antonio Canova, è ora una casa-studio per l’artista Luigi Ontani. Ospita atelier di artisti, uno studio di architettura, un’agenzia di comunicazione e una varietà di attività culturali, formative e lavorative, con una particolare attenzione all’apertura al pubblico, compresi i bambini. 

 

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