Centro per l’impiego, a cosa serve?

Anpal: le nuove linee guida per i Centri per l'Impiego
(foto Shutterstock)

Le indicazioni operative per garantire politiche attive del lavoro più efficaci e inclusive

Conciliare la domanda con l’offerta di lavoro, avviare percorsi di formazione e aggiornamento: questi sono solo alcuni tra i principali compiti dei Centri per l’Impiego. Che da maggio 2022 hanno a disposizione nuovi strumenti e una nuova procedura per garantire risultati più efficaci.

Con la delibera del 9 maggio, l’ANPAL(Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro) ha introdotto nuovi strumenti di politica attiva del lavoro nell’ambito del progetto GOL – Garanzia Occupabilità Lavoratori per contrastare la disoccupazione

È un progetto fondamentale all’interno del PNRR a cui sono stati dedicati quasi 5 miliardi di euro. Le linee guida prevedono tre diversi step: analisi quantitativa, analisi qualitativa, inserimento in un progetto.

Centri per l’impiego, cosa sono?

Sono uffici pubblici, di competenza regionale, che operano nell’ambito delle politiche attive del lavoro. Si rivolgono alla persone in cerca di impiego e hanno la funzione di avviare nuovi percorsi di inserimento o di formazione. Sono tra gli uffici che ricevono la DID dai disoccupati, ossia la Dichiarazione di Immediata Disponibilità.

Tra i principali compiti dei centri per l’impiego c’è infatti anche la gestione dei lavoratori in disoccupazione e la ricerca di un nuovo lavoro, combinando offerta di lavoro e la disponibilità degli interessati.

Le nuove linee guida varate dall’ANPAL rappresentano le indicazioni che i centri dell’impiego devono seguire nell’aiuto alla ricerca di un nuovo impiego.

Chi sono i soggetti interessati? Tutte le persone in cerca di impiego: non solo lavoratori disoccupati, ma anche beneficiari del Reddito di cittadinanza, lavoratori in transizione e in mobilità, giovani NEET (Not in Education, Employment or Training).

La profilazione quantitativa e la percentuale di occupabilità

La prima analisi che il centro per l’impiego deve compiere è di natura oggettiva e probabilistica.

Il nuovo sistema consente agli operatori dei centri per l’impiego di valutare il livello e la percentuale di occupabilità degli utenti, sulla base dei dati ricavati dagli archivi amministrativi.

Nell’archivio digitale vengono conservate tutte le informazioni rilasciate dall’interessato al momento della presentazione della DID, i dati comunicati dal datore di lavoro all’atto dell’instaurazione o della cessazione di un posto di lavoro.

Sulla base di questi dati, il centro per l’impiego elabora una percentuale di probabile occupabilità della persona in cerca di impiego. Secondo l’ANPAL, «in tal modo è stimabile in maniera molto più accurata che in passato la probabilità di trovare occupazione entro una certa data ed è quindi possibile definire più efficacemente, al fine della personalizzazione degli interventi, la distanza dal mercato del lavoro».

La profilazione qualitativa

Dopo l’analisi quantitativa, il secondo passaggio consiste nell’esame e nella valutazione delle competenze e delle esperienze lavorative dell’interessato.

Devono essere approfonditi alcuni aspetti fondamentali per una efficace politica attiva del lavoro, come la disponibilità alla crescita professionale e alla mobilità territoriale e le aspettative sulla nuova occupazione.

La scopo? Personalizzare la richiesta e far emergere, assieme al soggetto interessato, le specifiche necessità nella ricerca dell’impiego oppure di aggiornamento/riqualificazione delle competenze o di supporto da parte della rete dei servizi territoriali.

Quali proposte fanno i centri per l’impiego?

Sulla base dei dati raccolti con la profilazione quantitativa e qualitativa, viene firmato il Patto di servizio e il candidato viene destinato a uno dei quattro percorsi previsti dal programma GOL:

  1. Percorso di reinserimento lavorativo: viene individuata una posizione lavorativa compatibile con l’esperienza e le competenze dell’interessato;
  2. Percorso di aggiornamento delle competenze professionali, per rendere più semplice la ricerca di un nuovo impiego e la conciliazione con l’offerta di lavoro;
  3. Percorso di riqualificazione, per permettere al lavoratore di trovare occupazione in un settore diverso da quello in cui ha operato;

Percorso lavoro e inclusione, dedicato in particolare per i soggetti più deboli e con la minor possibilità di trovare una nuova occupazione.

 

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