Il nuovo contributo a fondo perduto del decreto Sostegni

Il nuovo contributo a fondo perduto del decreto Sostegni
(foto Shutterstock)

Un nuovo contributo a fondo perduto a favore di tutte le aziende. Le informazioni su soggetti beneficiari, requisiti e misura del contributo. Con qualche esempio pratico per capire meglio

La misura più importante prevista dal Governo in sostegno delle imprese, con il dl 41 “Sostegni” del 22 marzo 2021, è un nuovo contributo a fondo perduto.
Il contributo spetta a tutte le aziende, indipendentemente dal settore in cui operano, a condizione che il fatturato del 2020, colpito dalla pandemia, sia inferiore di oltre il 30% rispetto al fatturato del 2019. Le domande possono essere presentate entro il 28 maggio 2021.

Vediamo i dettagli più importanti di questa nuova misura di sostegno.

I soggetti beneficiari

Possono richiedere il contributo tutti i soggetti e società titolari di partita Iva attiva alla data del 23 marzo 2021, che svolgono attività di impresa o di lavoro autonomo o che sono titolari di reddito agrario, residenti o stabiliti in Italia. Ammessi anche i professionisti iscritti agli Ordini professionali, gli enti non commerciali e gli enti del terzo settore.

I requisiti: ricavi inferiori a 10 milioni di euro e calo del 30% del fatturato

A differenza delle precedenti misure di sostegno, non vengono più previsti determinati settori (i cosiddetti codici Ateco), ma il nuovo contributo spetta a tutte le aziende e professionisti, a prescindere dal settore in cui operano.

Il primo requisito per poter richiedere il contributo è rappresentato dal limite di fatturato. Possono accedere al contributo tutti coloro che nel 2019 abbiano conseguito ricavi o compensi inferiori a 10 milioni di euro.

Il secondo presupposto consiste nel calo del fatturato. Per i soggetti richiedenti l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2020 deve essere inferiore di almeno il 30% rispetto all’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2019.
L’ammontare medio mensile si calcola dividendo l’importo complessivo del fatturato e dei corrispettivi di ciascuno dei due anni per il numero dei mesi in cui l’attività è stata esercitata nell’anno. Se il risultato del 2020 è inferiore del 30% rispetto a quello del 2019, si può chiedere il contributo.

La misura del contributo

Il contributo non è determinato sull’intera perdita di fatturato tra i due anni, ma sulla differenza dell’ammontare medio mensile del 2020 rispetto a quella del 2019.

Su questa differenza il contributo a fondo perduto è calcolato con le seguenti percentuali:

  • 60%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 sono inferiori o pari a 100.000 euro;
  • 50%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano i 100.000 euro ma non l’importo di 400.000 di euro;
  • 40%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano i 400.000 euro ma non l’importo di 1.000.000 di euro;
  • 30%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano 1.000.000 di euro ma non l’importo di 5.000.000 di euro;
  • 20%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano 5.000.000 di euro ma non l’importo di 10.000.000 di euro.

I limiti dell’importo erogato

Il contributo è comunque riconosciuto per un importo minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e di 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche.
L
importo massimo del contributo è pari a 150.000 euro.

Qualche esempio pratico

Un professionista ha fatturato 35.000 euro nel 2019. Nel 2020 ha, invece, ricevuto compensi per 20.000 euro. Il calo del fatturato è del 44%, dunque superiore al 30% e consente di richiedere il contributo. 

Quanto spetta al professionista?

Il fatturato medio mensile del 2019 è di 2.916 euro (ossia 35.000 diviso 12), mentre il fatturato medio mensile del 2020 è di 1.666 euro (20.000 diviso 12). La differenza tra i due fatturati mensili è di 1.250 euro.
Su questo importo di 1.250 euro applico la percentuale del 60% e ottengo un contributo di 750 euro. Tuttavia, al professionista spetta un contributo nella misura di 1.000 euro, che rappresenta la somma minima erogata.

Una società di ristorazione ha fatturato 800.000 euro nel 2019. Nel 2020, a causa delle chiusure previste dai vari dpcm, ha incassato la somma totale di 200.000 euro. Il calo del fatturato è di oltre 60%, dunque superiore al 30% e consente di richiedere il contributo. 

Quanto spetta alla società?

Il fatturato medio mensile del 2019 è di 66.666 euro (ossia 800.000 diviso 12), mentre il fatturato medio mensile del 2020 è di 16.666 euro (200.000 diviso 12). La differenza tra i due fatturati mesi mensili è di 50.000 euro. Su questo importo di 50.000 euro applico la percentuale del 40% e ottengo un contributo  a fondo perduto di 20.000 euro. 

Le modalità di erogazione

Il contributo può essere erogato mediante accredito su conto corrente bancario o postale, intestato al beneficiario, oppure mediante riconoscimento di un credito d’imposta di pari valore, utilizzabile in compensazione tramite modello F24.

La domanda di contributo deve essere inviata all’Agenzia delle Entrate tramite i canali telematici dell’Agenzia o mediante la piattaforma web disponibile nell’area riservata del portale “Fatture e Corrispettivi” del sito internet. 

Leggi anche:
Decreto Sostegni, le novità per il lavoro

 

Iscriviti alla nostra newsletter

Ricevi gratuitamente le ultime novità, le storie e gli approfondimenti sul mondo del lavoro.