L'indagine: sei lavoratori su dieci pronti a cambiare lavoro qualora l’azienda non offra la possibilità di percorsi di aggiornamento
La formazione è uno degli strumenti più efficaci per migliorare il livello di engagement dei dipendenti e garantire il successo dell’azienda a lungo termine. Ecco perché sempre più imprenditori stanno investendo in programmi formativi innovativi per mantenere i propri talenti al passo con le ultime tendenze del mercato.
Le statistiche, del resto, dimostrano che da parte dei lavoratori, e in particolare dei più giovani, l’interesse per la formazione è molto forte. E anzi: la possibilità di averne accesso può essere un fattore dirimente nella scelta del datore di lavoro, tanto che 6 su 10 sarebbero disposti a cambiare in mancanza di programmi formativi.
La formazione continua rappresenta un investimento importante per le aziende che vogliono migliorare l’attrattività e l’engagement dei propri dipendenti, ma anche per attirare nuovi talenti.
Investire in questo benefit significa offrire ai collaboratori la possibilità di crescere professionalmente e umanamente, acquisendo competenze sempre più specializzate e in linea con le esigenze del mercato.
Questo permette ai dipendenti di sentirsi coinvolti nell’azienda e soddisfatti del proprio lavoro, aumentando così il livello di engagement. I programmi formativi innovativi attirano nuovi talenti interessati a lavorare in un ambiente dinamico dove si dà grande importanza alla crescita professionale dei propri collaboratori.
Grazie alla formazione continua, le persone possono sviluppare competenze tecniche o soft skill fondamentali come la capacità di problem solving o quella comunicativa necessaria per relazionarsi al meglio con colleghi e clienti. Queste abilità sono essenziali oggi nel mondo del lavoro e possono fare davvero la differenza tra una buona prestazione lavorativa e una eccellente.
Numerosi studi, inoltre, hanno già dimostrato che nel futuro a brevissimo termine la competizione si giocherà molto proprio sulla capacità delle aziende di stare al passo con la trasformazione tecnologica, cosa che richiede appunto una formazione costante.
Le persone, dal canto loro, vedono le opportunità di formazione come una risorsa fondamentale che l’azienda può mettere a loro disposizione.
A proposito di questo, una ricerca condotta da Cint per conto di Docebo, multinazionale italo-canadese specializzata in soluzioni di apprendimento basate sull’intelligenza artificiale, ha analizzato la situazione di 1.555 lavoratori dipendenti di età compresa tra i 16 e i 65 anni in Francia, Germania, Regno Unito e Italia (con un focus su 400 lavoratori italiani).
I risultati hanno evidenziato che oltre l’82% dei dipendenti italiani preferirebbe scegliere un’azienda che offra opportunità di formazione e sviluppo costanti.
Allo stesso modo, il 61% dei lavoratori sarebbe disposto a cambiare lavoro entro un anno se l’azienda attuale non offrisse opportunità di formazione essenziali per la loro crescita e sviluppo professionale.
Oltre alla formazione, le ragioni che spingerebbero i dipendenti a cercare un nuovo impiego includono:
Inoltre, la mancanza di manager adeguatamente preparati e la carenza di nuovi talenti mettono sotto pressione i team e potrebbero portare a una perdita di personale.
In più, un quarto dei partecipanti ha indicato una “cultura aziendale debole” come un fattore che potrebbe spingerli a cambiare professione o ambiente di lavoro.
Investire nella formazione continua potrebbe essere una soluzione per costruire una “nuova” cultura aziendale e allo stesso tempo ridurre il turnover del personale, anche in assenza di aumenti salariali.
La ricerca, infatti, ha dimostrato che i Millennials sono particolarmente attenti alle politiche di apprendimento e sviluppo: l’83% preferirebbe lavorare per un datore di lavoro che offre opportunità di formazione continua, rispetto al 79% della Generazione Z.
Entrambe le generazioni si dichiarano favorevoli al licenziamento nel caso in cui l’azienda riduca gli investimenti nella formazione.
Per i lavoratori appartenenti alla generazione dei baby boomer, la percentuale scende al 55%. È quindi essenziale considerare l’importanza della crescita professionale per mantenere i team con le competenze necessarie e garantire la sopravvivenza dell’azienda.
Leggi anche:
Formazione dipendenti: non i soliti corsi
Formazione aziendale: è sempre più digital
Splitter o blender? Trovare il giusto equilibrio tra vita e lavoro