Valorizzare le esperienze di vita per promuovere la parità di genere

Le iniziative a favore della genitorialità e dell'equilibrio vita-lavoro sono utili nel percorso verso la certificazione

Tra gli indicatori misurabili per ottenere la certificazione della parità di genere c’è la presenza di policy aziendali a tutela della genitorialità e della conciliazione vita-lavoro.

Le imprese che mettono in pratica azioni a sostegno di maternità, paternità e work-life balance dei dipendenti compiono dunque un passo importante nella strada che porta alla certificazione, che comporta anche delle premialità per le aziende virtuose che superano l’audit.

Ma come è possibile, per le imprese, sapere quali misure adottare? La valorizzazione sul lavoro delle esperienze di vita privata delle persone rappresenta una delle iniziative concrete che vanno in questa direzione.

Infatti, le transizioni che le persone vivono fuori dalla sfera professionale (come la genitorialità e il caregiving) permettono di sviluppare competenze utili anche sul lavoro e hanno un impatto sulla strategia di Diversity & Inclusion delle organizzazioni.

Le competenze si allenano nella vita

Come dimostra la società di education technology Lifeed attraverso il metodo Life Based Learning (l’apprendimento basato sulla vita) e la sua piattaforma digitale di self-coaching usata già da oltre 100 aziende e 40mila persone, ciò che le persone sono fuori dal lavoro non è in conflitto con l’ambito professionale. Anzi, le esperienze di vita sono opportunità di sviluppo di competenze soft utili proprio sul lavoro.

Attraverso la maternità e la paternità, per esempio, si sviluppano competenze relazionali, di gestione del tempo e di leadership sempre più ricercate nel mondo del lavoro.

Secondo l’Osservatorio vita-lavoro di Lifeed, in una persona convivono ogni giorno mediamente cinque ruoli di vita, la maggior parte dei quali sono personali o familiari: un’intersezionalità che rende ogni individuo unico, con i talenti che esprime nei suoi diversi ruoli.

Sentendosi viste e valorizzate nella loro interezza e in tutti i loro ruoli di vita, le persone staranno meglio e si sentiranno più vicine all’azienda, che ne trarrà benefici in termini di benessere organizzativo, engagement, inclusione e produttività.

Una visione più ampia della diversità

La diversità, in questo senso, può essere considerata con una visione più ampia: essa non riguarda solo specifici ‘cluster’, ma considera tutte le persone perché ognuno vive transizioni di vita nelle quali sviluppa delle particolari capacità. Il cambiamento culturale avviene quando queste dimensioni vengono valorizzate anche nell’ambito del business.

D’altra parte, nell’attuale scenario macroeconomico e lavorativo segnato dalla complessità e da fenomeni come Great resignation e Quiet quitting, le aziende sono chiamate a mettere la sostenibilità umana al centro delle loro strategie.

Per farlo, è fondamentale considerare le persone come individui a 360 gradi, non solo come professionisti. In particolare, è necessario saper vedere chi è poco visibile in azienda, come spesso accade per i caregiver, nonostante oggi il 73% dei lavoratori abbia un ruolo di cura nella sua vita secondo l’Harvard Business University.

Superare gli stereotipi culturali

Un altro passo fondamentale verso la parità di genere è rappresentato dal superamento degli stereotipi culturali che creano diseguaglianze sul lavoro. Questo accade soprattutto riguardo ai dipendenti genitori.

Da una parte, per esempio, c’è la fatica delle madri legata al fatto di avere maggiori carichi di cura familiari, che crea una grande pressione sociale sulle loro spalle e genera sensi di colpa che impattano sul loro benessere anche al lavoro.

Dall’altra, c’è la frustrazione dei padri che non si sentono ‘visti’ come tali, pur avendo talenti di cura da esprimere, perché nella nostra cultura sono spesso considerati ‘genitori di serie B’.

Per le aziende, adottare soluzioni che valorizzano tutte le esperienze di vita delle persone rappresenta quindi un doppio vantaggio: in primo luogo, per favorire all’interno dell’organizzazione la diversità e il coinvolgimento dei dipendenti; in secondo luogo, è un’azione strategica verso la certificazione della parità di genere.

A che punto è la tua azienda?

Se per lavoro ti occupi di definire politiche di parità di genere e di Diversity & Inclusion all’interno della tua azienda, sai bene quanto può essere lungo il percorso che porta alla certificazione.

Proprio per aiutarti a capire a che punto è la tua organizzazione, abbiamo creato un veloce assessment. Rispondi a poche domande per ricevere un consiglio dai nostri esperti.

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