La Maison punta alla clientela asiatica e soprattutto ai giovani, che conquistano una quota crescente di mercato
Nasce in Cina, nel centro tecnologico di Shenzen, il primo “luxury social store”. Uno spazio di 539 metri quadrati suddiviso in 10 ambienti diversi, dove lasciarsi guidare dai sensi ma anche dalla tecnologia. L’obiettivo del concept è quello di far interagire retail fisico e virtuale, grazie all’esperienza offerta dai social media ed in particolare da Wechat, gemello di Whatsapp molto in voga fra gli asiatici.
Il progetto è stato realizzato in partnership con Tencent, gigante della tecnologia cinese proprietario di Wechat, con cui Burberry collabora dal novembre 2019. Passeggiando tra i saloni della boutique, i clienti possono inquadrare un QR code e sbloccare contenuti che raccontano le particolarità e la storia dei prodotti. Ad accompagnarli in questo percorso c’è anche un avatar, un personaggio digitale che è insieme un gioco e un personal shopper. Da un lato può far conoscere all’utente novità e curiosità, dall’altro – evolvendosi con ogni attività – consente di interagire con il brand grazie a nuovi “amici” e prodotti. Sempre attraverso Wechat è possibile anche prenotare online uno dei tre camerini. Sono uno diverso dall’altro, ciascuno con un particolare arredo e una playlist dedicata.
«Burberry» ha spiegato il Ceo, Marco Gobbetti, in occasione dell’inaugurazione, «è sempre stata un brand innovativo, fondato sulla convinzione che la creatività abbia il potere di aprire gli spazi. Testiamo nuove idee e spingiamo i confini di ciò che è possibile. Decisi a innovare l’ambito social e retail, abbiamo scelto la Cina come luogo più adatto dove trovare i clienti di prodotti di lusso più esperti di tecnologia digitale. Insieme a Tencent abbiamo aperto la strada a un nuovo concetto che ridefinirà le aspettative del retail di lusso. Il primo passo di questa partnership esclusiva sarà quello di rendere il negozio social di Burberry a Shenzhen un luogo di scoperta che collega e premia i clienti mentre esplorano virtualmente online e fisicamente in negozio. Segna un cambiamento nel modo in cui interagiamo con i nostri clienti e non vediamo l’ora di condividere questa esperienza innovativa con il mondo».
La scelta della Cina, ovviamente, non è casuale: da un lato, come sottolineato da Gobbetti, lì si trova la clientela più tecnologizzata. Dall’altro l’esperienza virtuale richiama soprattutto la clientela giovane, che spinge una quota crescente del mercato del Lusso. Secondo l’ultimo report del «Worldwide luxury market monitor» di Altagamma e Bain&Co, infatti, già oggi i Millennial (nati tra il 1980 e il 1995) costituiscono già oggi il 35% dei consumatori di beni di lusso. Potrebbero raggiungere il 45% entro il 2045. Sempre secondo lo studio, l’ancor più giovane Generazione Z (nati fra il ‘97 e il 2010) è pronta ad aggredire il 40% del mercato entro il 2035. L’ovvia conclusione è che il mercato del lusso è trainato ad ampia maggioranza da giovani e giovanissimi, che andranno a ridisegnare proposte e modelli di marketing.