La campagna GreenFriday è frutto del percorso intrapreso dall’azienda per convertire il proprio business in economia circolare entro il 2030, in favore dell’ambiente
Ikea ricompra i suoi mobili usati, a patto che siano originali (non modificati) e ancora utilizzabili. L’iniziativa, intitolata #GreenFriday (che nasce sul calco del Black Friday) prenderà il via in Italia dal 27 novembre al 6 dicembre in tutti i 21 store sul territorio nazionale.
Il principio è il medesimo che, nel 2017, aveva animato in Svizzera il progetto “Second Life”, ovvero offrire ai mobili usati una seconda vita. Un modo per contenere gli sprechi e per evitare di buttare via mobili ancora in ottimo stato. E, al contempo, per incentivare i clienti a rinnovare il parco arredamento di casa propria.
Chi consegna a Ikea i propri mobili usati riceverà una carta reso da spendere in negozio. In base alle condizioni dei mobili, il valore della carta può variare dal 30% al 50% del prezzo originale dell’articolo. Gli articoli ammessi al buy&back comprendono buona parte del mobili, ma non i tessili e i prodotti per bambini.
«La visione di Ikea» spiega Pia Heidenmark Cook, chief sustainability officer del Gruppo Ingka «è sempre stata creare una vita quotidiana migliore per la maggioranza delle persone, che nel momento attuale significa permettere a tutti di vivere una vita sostenibile, in modo semplice e accessibile. Essere circolari è un’ottima opportunità di business e, al tempo stesso, una responsabilità. La crisi climatica ci impone di ripensare radicalmente le nostre abitudini di consumo. Un’economia circolare si può raggiungere solo attraverso gli investimenti e la collaborazione con i clienti, le altre imprese, le comunità locali e i governi. In modo da azzerare i rifiuti e innescare un ciclo di riparazione, riutilizzo, riadattamento e riciclaggio».
Il percorso intrapreso dal colosso svedese ha preso avvio ormai da diversi anni, e vede un ambizioso progetto all’orizzonte: convertire il business in economia circolare entro il 2030. Un passo importante per un’azienda che conta oltre 217 mila lavoratori e più di 500 punti vendita, per un fatturato annuo di circa 40 miliardi di euro. Talvolta accusata di incentivare, con i propri mobili a basso costo, il consumismo e gli sprechi, l’azienda si impegna da lungo tempo sui fronti della sostenibilità ambientale, dell’inclusione e della promozione di sistema di produzione più equo. Tra gli obiettivi c’è quello di ridurre la sua impronta climatica globale del 70% entro il 2030.