Online il leaflet di Agenzia delle Entrate per il personale, che promuove consapevolezza e contrasto agli ostacoli culturali a partire dal linguaggio
Disabile, diversamente abile, invalido: sono moltissimi i termini usati per definire le persone con disabilità, e anche le definizioni nate con le migliori intenzioni sono passate in breve tempo dalla parte del torto, perché percepite da alcuni come scorrette o offensive.
Oggi è considerata la formula corretta “persona con disabilità”, ma trovare le parole giuste, spesso, non è facile, a maggior ragione quando ad andare di mezzo c’è la sensibilità dei singoli. Per far luce sulla questione, l’Agenzia delle Entrate ha redatto un leaflet divulgativo, con l’obiettivo di sviluppare nuove consapevolezze e contribuire a contrastare gli ostacoli culturali e gli atteggiamenti ostili e stigmatizzanti che si muovono attorno alla disabilità.
“Disabilità, iniziamo dalle parole”, è il titolo della pubblicazione, realizzata con il patrocinio del Ministro per le disabilità. La guida focalizza l’attenzione sul linguaggio utilizzato per parlare di disabilità, partendo dal presupposto che le parole che usiamo sono importanti per recuperare una semantica neutra e per questo inclusiva. Alla base, c’è la volontà di rendere l’ambiente lavorativo un luogo in cui tutti possano sentirsi a proprio agio.
«Con questa pubblicazione» spiega Ernesto Maria Ruffini, Direttore dell’Agenzia delle Entrate, «l’Agenzia dà avvio a un percorso per ragionare sulla disabilità. I passi da percorrere, anche in Agenzia, per assicurare alle colleghe e ai colleghi con disabilità piena partecipazione sul posto di lavoro sono molti, e la pandemia, con le misure di contenimento del contagio che ne sono conseguite, ha peraltro limitato le iniziative interne rivolte all’inclusione e ad accrescere l’accessibilità.
Questa iniziativa vuole rappresentare dunque una ripartenza. Iniziando dalle parole, che sono la veste dei nostri pensieri».
Con l’attuale Piano triennale di azioni positive, l’Agenzia ha assunto impegni precisi per promuovere le pari opportunità e un linguaggio non discriminatorio. Fra questi, le iniziative per facilitare l’inserimento e l’inclusione; i progetti formativi e informativi specifici per tutto il personale; la ricognizione nazionale degli ausili necessari a garantire piena partecipazione; gli strumenti di contrasto alle discriminazioni.