Echo Labs di FERCAM, dai pallet di scarto all’arredo di design

L’esperienza, nata per regalare ai dipendenti un luogo di ristoro, si è allargata a molte collaborazioni, sbarcando anche al Fuorisalone di Milano

C’era anche FERCAM, con i prodotti di design del suo “Echo Labs” tra i numerosi partecipanti al Fuorisalone di Milano, la kermesse che insieme al Salone del Mobile definisce la Milano Design Week.

FERCAM, uno dei principali operatori logistici europei, ha partecipato con alcuni prodotti di ecodesign realizzati nell’ottica di recuperare materiale considerato di scarto per produrre oggetti di design. Ne parliamo con Dino Menichetti, Regional Manager di FERCAM e Presidente di FERCAM Echo Labs.

Creare uno spazio di socialità e ristoro

Tutto” spiega Menichetti “è nato dall’esigenza di mettere al centro le persone, creando un ambiente che potesse essere piacevole. Nel settore logistica non mancano i progetti che mirano alla sostenibilità ambientale, ma a volte mancano quelli più orientati alle persone. Noi, in particolare, abbiamo rilevato l’esigenza di uno spazio dove le persone potessero avere una pausa rigenerante, condividere, organizzare eventi, creare situazioni di socialità”.

“Avevamo in mente trasportatori e magazzinieri, ma in generale tutti i nostri collaboratori. Volevamo offrire loro un’area rilassante dove fermarsi per una pausa pranzo, riposarsi, chiacchierare. Siamo partiti con due vecchie casse mobili, che i nostri tecnici hanno rinnovato e trasformato in uno spazio accogliente.

“Da questa piccola esperienza positiva abbiamo capito che potevamo davvero fare qualcosa che avesse un impatto positivo e di significato in termini di sostenibilità ambientale e sociale. Così è nata FERCAM Echo Labs, un’impresa sociale non a scopo di lucro, con al centro i programmi Corporate Social Responsibility. Il nostro primo progetto è stato, appunto, l’Echo Park per i dipendenti”.

Nuova vita ai materiali di scarto

L’impegno di FERCAM si è subito concentrato sul riutilizzo di materiale considerato “di scarto”: “nel nostro settore” spiega ancora Menichetti “c’è uno spreco enorme di legno, parliamo di migliaia di tonnellate ogni anno. Il ciclo di vita dei pallet si esaurisce in un unico trasporto: li usiamo come imballo, poi una volta consegnato l’oggetto vengono eliminati per diventare truciolato che a sua volta verrà pressato per creare assi di compensato. Ma quello è legno vero, è un peccato buttarlo via in questo modo”.

L’idea di FERCAM, quindi, era quella di riutilizzare le assi in modo da limitare la produzione del legno. L’altro desiderio dell’azienda era quello di creare un progetto che avesse un impatto sociale.

Da questa volontà è nata la collaborazione con Linaria,  che ha progettato l’area e coordinato i lavori, e con la Cooperativa Medihospes, che gestisce centri di prima e seconda accoglienza. Grazie a questa collaborazione abbiamo potuto offrire a 7 tirocinanti un’attività formativa importante (216 ore solo per la realizzazione dell’Echo Park) e un impiego a tempo indeterminato per i due falegnami di FERCAM Echo Labs.

“Abbiamo affidato la loro formazione al Laboratorio Linfa, affiancando così delle persone fragili, in questo caso rifugiati o richiedenti asilo, a professionisti del settore in grado di insegnare loro un mestiere”.

Nuovi spazi per gli studenti del Liceo Amaldi

A partire dalla prima esperienza, il progetto è cresciuto moltissimo, espandendosi a collaborazioni con le scuole, altre aziende, con le istituzioni. Sono stati creati, nel tempo. nuovi spazi di socialità in azienda, arredi di ecodesign, “bugs hotel” per favorire la biodiversità urbana.

Fra i tanti progetti, merita una menzione quello avviato con il Liceo Amaldi, una scuola di Roma che conta oltre 2.000 iscritti.

L’Istituto avrebbe a disposizione ampi ambienti esterni, che tuttavia gli studenti non riescono a sfruttare perché bisognosi di cura e manutenzione. FERCAM Echo Labs si è quindi attivata tramite la propria rete di partner per riqualificare questi spazi verdi per gli studenti, così da consentire non solo di poter svolgere le lezioni all’aperto ma anche di trasformare la scuola in un polo inclusivo e accogliente.

Il primo passo è stato l’organizzazione di una giornata di volontariato, per ripulire da erbacce e sterpaglie. In secondo luogo è stato avviato un percorso di progettazione che a breve passerà alla fase operativa. Nel dettaglio, si prevede l’allestimento di arredi in legno di recupero (panche e orti) e la realizzazione di un’aula all’aperto in cui gli studenti potranno fare lezione.

 

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