Soluzioni vincenti per il work life balance, equità nei salari e valorizzazione della maternità sono alcuni degli step che hanno scandito il percorso dell’azienda
Investire sulla diversità come valore, puntare sul lavoro agile per tutti i dipendenti, vedere nella maternità un percorso di formazione in grado di potenziare utili soft skill. Sono solo alcuni ingredienti della ricetta che ha permesso a cameo di conquistare, nel 2018, la certificazione di Winning Women Institute, associazione impegnata sul tema della Gender equality che ha come obiettivo diffondere il principio della parità di genere all’interno del mondo del lavoro. Ne parliamo con Monica Chiari, Head of HR di cameo.
Un grande obiettivo: essere esempio
cameo è un’azienda alimentare specializzata in torte, pizze e dessert. Ha sede a Desenzano del Garda (BS) e conta circa 400 collaboratori. Ha conquistato nel tempo numerose certificazioni di qualità, ma di queste nessuna dedicata al lato people. Una lacuna che Monica Chiari aveva tutta l’intenzione di colmare. «Ormai – spiega – le aziende non si possono più permettere di fare dei valori delle filosofie semplicemente raccontate, le persone hanno bisogno di vedere azioni concrete e risultati. E noi volevamo non solo allinearci, ma essere d’esempio».
Da queste premesse l’azienda muove i primi passi nel 2016, iniziando a lavorare con un progetto interno su diversità, equità ed inclusione. «Nella diversità – continua Chiari – abbiamo trovato un asset strategico da giocare con le persone, ma anche a livello di business. Nel 2018 abbiamo deciso di continuare a lavorare su questo piano nell’ottica della certificazione per la gender equality, ed è con un certo orgoglio che oggi possiamo raccontare di essere la prima azienda italiana nel settore food ad averla ricevuta».
Per ottenere la certificazione, cameo è stata valutata sul fronte di diversi KPI’s (key performance indicators), per capire se ci fossero le basi per accedere alla certificazione, quali i punti di forza e quelli con margine di miglioramento. Il primo indicatore riguarda l’opportunità di crescita in azienda: «è stata fatta un’analisi percentuale – continua l’Head of HR – prima sul numero di donne in generale nelle posizioni di leadership, poi nei ruoli direttivi, dove rappresentano oltre il 25% del totale. Poi i valutatori hanno indagato il numero di donne manager, che sono circa il 41%. Infine la formazione manageriale, e qui la divisione è assolutamente paritaria, anzi le donne arrivano al 51%, contro il 49% degli uomini».
In secondo luogo, l’ente esterno che ha condotto l’analisi ha voluto indagare «con grande dovizia di particolari», sottolinea Chiari, la questione del gender pay gap, ovvero la parità (o disparità) salariale. E anche qui cameo ne è uscita molto bene. «Come hanno potuto verificare – continua Monica Chiari – nella nostra politica retributiva c’è un essenziale allineamento. Chiaramente delle differenze a livello di compensi ci sono, ma legate alla performance, o alla seniority. Certamente esulano da un inquadramento di genere».
Veniamo quindi ad un altro kpi, che è anche un altro grande tema del welfare aziendale: la conciliazione casa-lavoro. «Un tema» tiene a precisare il capo delle risorse umane di cameo «che non riguarda affatto solo le madri o solo le donne. Il concetto di work life balance è sempre più legato alle esigenze dei giovani, che quando entrano in azienda chiedono, ancora prima di un buon riconoscimento economico, un buon equilibrio tra vita privata e lavoro».
«Noi abbiamo scelto di valorizzare il fatto che le donne non devono trovarsi nella condizione di scegliere tra la vita professionale e la famiglia, che hanno un peso equamente importante. Nel 2010 avevamo già siglato con i sindacati un accordo di secondo livello sul part time, che ha dato possibilità ad alcune donne di accedere a questa possibilità. L’abbiamo presentata in modo positivo: loro sono una risorsa importante per l’azienda, e teniamo al fatto che siano nelle condizioni di lavorare bene. Poi, ben prima del Covid, abbiamo lavorato sullo smart workingÈ una nuova modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, introdotta dalla l. 81/2017 e caratterizzata dall’assenza di precisi vincoli di orario e di luogo di lavoro per il dipendente. More in senso ampio: inteso quindi come flessibilità sia d’orario sia di sede lavorativa. All’inizio di quest’anno avevamo già una buona fetta di lavoratori in remote working almeno parziale».
Un altro step molto importante, compiuto ormai da molti anni, riguarda il riconoscimento della maternità come esperienza formativa. Le future mamme vengono aiutate nell’espletamento delle pratiche burocratiche e, dopo la nascita del bambino, la riduzione d’orario per allattamento viene estesa dai 12 ai 18 mesi del bimbo. «Non solo» continua Chiari «al loro ritorno le mamme vengono accolte con una procedura molto ben strutturata di welcome back: hanno un colloquio con me di circa 45 minuti, durante il quale leggo e consegno loro una lettera che ho scritto al ritorno dalla mia seconda maternità con un coinvolgimento emotivo importante. In più, per il nuovo nato, regaliamo loro un libriccino sull’alimentazione, che ha un chiaro collegamento con il nostro business».
Come ultima tappa, cameo ha scelto di promuovere interventi per le pari opportunità al di fuori del contesto organizzativo, ma all’interno dell’ambito territoriale. «Ci siamo resi conto» dice Chiari «che su questo fronte potevamo fare di più. Così abbiamo investito nel progetto tagesmutter, termine tedesco che significa “mamma di giorno”. Indica una persona formata con competenze specifiche che ha la possibilità di tenere fino ad un massimo di cinque bambini. Abbiamo lavorato con un’associazione del territorio coprendo le spese per un corso di formazione dedicato a donne inoccupate, mettendoci anche le nostre risorse sul lato comunicazione e marketing. Abbiamo messo l’associazione nelle condizioni di raccontarsi, e le nostre mamme in quelle di usufruire del servizio, che è molto più flessibile rispetto, ad esempio, a un asilo nido».
Nel 2018, grazie a queste numerose e preziose attività, l’impegno di cameo è stato riconosciuto con la certificazione del Winning Women Institute. «Il nostro claim» conclude Chiari «è “la qualità è la miglior ricetta”. Ma la diversità ne è un ingrediente fondamentale».