Nuovo negozio Primark, a Milano, nel cuore dello shopping della città: 250 nuove assunzioni, bagni “all gender” e zero barriere architettoniche
Cinque piani di shopping in via Torino a Milano, nel palazzo precedentemente occupato da Fnac e ora da poco inaugurato dalla catena di abbigliamento Primark.
L’azienda ha investito molto sull’inclusione, sotto diversi fronti: dal totale abbattimento delle barriere architettoniche all’inserimento di donne vittime di violenza, dalle linee di produzione eco-sostenibili ai bagni “all gender”.
Tra i fiori all’occhiello un’iniziativa realizzata in collaborazione con il Comune di Milano: una prima partnership a sostegno della Rete Antiviolenza, che sta permettendo a 30 donne seguite dai centri di frequentare corsi di formazione che consentiranno loro di ottenere un lavoro che le renda autonome.
Nel complesso, il negozio – nona apertura in Italia e nuovo flagship store sul territorio nazionale – ha già creato 250 nuove opportunità di lavoro e conta attualmente 400 impiegati di 25 diverse nazionalità.
La ristrutturazione del palazzo è durata quasi un anno e ha previsto un restyling totale: non solo nei colori e negli allestimenti ma anche nell’accessibilità.
Oggi infatti, come ha sottolineato nel corso dell’inaugurazione Luca Ciuffreda, head of Primak per l’Italia, «in tutto lo stabile non ci sono barriere architettoniche e persino i bagni sono “all gender toilet”».
Significa che chi si recherà alla toilette non troverà il classico disegno con gli omini che differenzia i bagni per gli uomini e per le donne, ma un unico ambiente neutro e indifferenziato, liberamente accessibile a tutti.
Lo store di Via Torino offrirà anche un’ampia gamma di prodotti di abbigliamento e articoli del brand ‘Primark Cares’, confezionati con cotone organico o con fibre riciclate. A testimonianza dell’impegno del retailer nel rendere la moda sostenibile alla portata di tutti.
«Da più di dieci anni» ha sottolineato Ciuffreda «possiamo garantire prezzi bassi perché non facciamo pubblicità, abbiamo ridotto il packaging al minimo, le grucce sono in cartone riciclato, e abbiamo un controllo, anche etico, sulla catena di produzione, che spesso è la stessa dei brand del lusso».