Smartphone e computer possono essere causa di stress al lavoro. Monica Bormetti, Founder di Smart Break, spiega come usarli in modo consono per vivere meglio
Si chiama Smart Break ed è la prima realtà italiana ad occuparsi di divulgazione e formazione per gestire con equilibrio l’uso di smartphone e altri device. A idearla è stata Monica Bormetti, psicologa del lavoro, fa formazione e coaching insieme al fratello Matteo, e ha ricercato una modalità alternativa e più sana di usare telefonini e computer.
Un punto di arrivo partito da una casualità: nel 2015 Monica si trovava in Indonesia per una vacanza, e destino ha voluto che lo smartphone si rompesse proprio nei primi giorni di viaggio.
«Ho iniziato ad occuparmi di benessere digitale, dopo questa vacanza, in cui mi si è rotto il telefono per diversi giorni – racconta Monica Bormetti –. Ho cominciato, così, a trascorrere diverso tempo senza dispositivi digitali, arrivando al punto di sentirmi così bene da decidere di proseguire senza».
Sono due le aree di attività di Smart Break, che si rivolge sia ai privati che alle aziende: sensibilizza le persone sul benessere digitale, spiegando ai partecipanti quale impatto abbia l’uso dei dispositivi elettronici sul nostro sistema cerebrale, e li aiuta a cambiare le proprie abitudini nell’uso di smartphone e tablet.
«L’uso inappropriato di smartphone e altri device elettronici ha effetti molto pesanti su due competenze cognitive fondamentali, ovvero la creatività e la concentrazione – spiega Monica Bormetti – . L’essere continuamente interrotti nelle nostre attività da input incessanti, ad esempio attraverso lo smartphone e i social network, piuttosto che dalla molteplicità di cose da fare quando ci troviamo davanti al computer, fa sì che ci alleniamo ad essere perennemente distratti.
Anziché essere multitasking, diventiamo switch-tasking: frammentiamo la nostra concentrazione, perdiamo la capacità di avere nuove idee, ci stressiamo, affatichiamo la nostra mente e, di conseguenza, riduciamo la nostra capacità produttiva».
Cambiare è possibile, mettendo in atto piccoli e semplici accorgimenti ai quali, fino a pochi anni fa, eravamo assolutamente abituati: «Per modificare questo approccio così dannoso all’uso di smartphone e pc, può essere molto utile inserire attività per allenare nuovamente la concentrazione – specifica Monica Bormetti – . Ad esempio, chiediamo ai partecipanti di dedicare anche solo pochi minuti alla lettura di un libro, un fumetto, qualsiasi cosa che possa piacere o interessare. Un po’ alla volta il tempo dedicato alla lettura sarà maggiore.
Un altro escamotage per ridurre lo stress alla nostra mente è quello di curare l’ambiente che ci circonda, a partire proprio dai device: è fondamentale ripulire i desktop dei pc e la schermata degli smartphone. Questo perché avere il desktop occupato da troppe cartelle produce già i cosiddetti ‘residui di attenzione’, dei piccoli blackout della mente che riducono ulteriormente la capacità di concentrazione».
L’indagine Lost Focus realizzata da The Economist mette in evidenza dati eclatanti rispetto a quanto costi alle aziende l’intossicazione tecnologica in termini di produttività: ogni anno il 28% del tempo dedicato al lavoro sulla conoscenza viene perso per distrazione, lasciando ai dipendenti solo il 72% del tempo per il lavoro produttivo, che equivale a 581 ore perse per persona.
Questo ammonta a 391 miliardi di dollari per le aziende statunitensi, e si traduce in 34.448 dollari a persona in perdita di produttività. Ridurre le distrazioni e aumentare l’attenzione potrebbe significare un potenziale guadagno di 1,2 trilioni di dollari USA, attualmente perso dalla produzione non sfruttata dei dipendenti ogni anno.
Volete provare il brivido di trascorrere due intere giornate senza avere con voi lo smartphone o altro tipo di device elettronico? Insieme all’insegnante yoga, Stefania Clementi, Smart Break organizza appositamente i weekend digital detox: «Sono giorni veramente interessanti e particolari – racconta Monica Bormetti in conclusione –. Individuiamo un luogo immerso nella natura, in cui poter fare passeggiate e praticare lo yoga, costruendo così un contesto per permettere ai partecipanti di essere accompagnati nell’assenza dei propri device.
Appena arrivati organizziamo una cerimonia di consegna dei telefoni, dopo aver fornito loro un numero da comunicare ai familiari in caso di emergenza. Mettiamo a disposizione un fotografo che immortala i momenti desiderati dalle persone, e organizziamo dei workshop in cui individuare, insieme a loro, delle piccole abitudini per cambiare, da inserire nella vita quotidiana».
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