Un rapporto 4.Manager evidenzia le potenzialità e i cambiamenti che l’Intelligenza Artificiale (AI) presenta a imprese e management
L’intelligenza artificiale sta cambiando non solo il mercato del lavoro ma in senso più ampio la nostra società. La questione che sempre più ci troviamo ad affrontare è come le persone possono guidare l’intelligenza artificiale in modo responsabile e utile.
Parla proprio di questi temi il recente report di 4.Manager dal titolo “Intelligenza Artificiale. Cambiamento culturale e organizzativo per imprese e manager: nuove traiettorie della managerialità”. In questo articolo analizzeremo i dati più interessanti emersi da questo rapporto.
Sono quasi 10.000 le aziende italiane che già utilizzano l’intelligenza artificiale nel proprio lavoro. L’aumento è davvero notevole: si tratta di una crescita di circa il 30% rispetto al 2023, mentre se guardiamo a cinque anni fa vediamo come la domanda di competenze in questo ambito è aumentata addirittura del 157%.
È indispensabile accompagnare questo sviluppo tecnologico con adeguate competenze da parte di chi guida le aziende: la mancanza di queste conoscenze digitali è infatti uno dei principali ostacoli all’adozione dell’intelligenza artificiale.
Come sottolinea Stefano Cuzzilla, presidente di 4.Manager e Federmanager, “le figure manageriali sono riconosciute come cruciali per gestire la nuova complessità, ma nell’ultimo anno meno della metà dei dirigenti ha avuto accesso a corsi di aggiornamento su questi temi”.
Come abbiamo visto, sono ormai migliaia le aziende italiane che fanno uso dell’intelligenza artificiale nella loro offerta di beni o servizi. Quante sono le persone coinvolte? Parliamo di oltre 300.000 professionisti che lavorano con l’intelligenza artificiale, con una sempre maggiore presenza femminile.
Ci sono però delle differenze in questa crescita. Innanzitutto l’intelligenza artificiale è più diffusa e utilizzata nelle aziende più grandi: il 24% delle grandi imprese usa questo strumento, mentre se guardiamo alle PMI il numero si ferma al 5%.
Interessante vedere anche come l’AI sia più usata in alcune città in particolare: si tratta di Milano, Roma, Torino, Bologna e Napoli, che ne fanno molto uso soprattutto nei settori dell’informatica, dello sviluppo di software e dei servizi di ricerca.
Nonostante la già grande crescita dell’intelligenza artificiale, il report di 4.Manager dimostra come si possa ancora migliorare. Ci sono infatti diversi ostacoli alla diffusione dell’AI, vediamo i principali:
In percentuale minore, le aziende coinvolte nel report hanno segnalato tra gli ostacoli anche le normative poco chiare e le preoccupazioni legate alla privacy.
Intelligenza artificiale e umana: i ruoli professionali più ricercati
Quali sono i ruoli e le competenze più ricercati in questo scenario di cambiamento? Sicuramente tra le professioni troviamo AI Integration Specialist (18,6%), Chief Data Officer (9,3%) e AI Strategy Director (8,9%); le competenze tecniche richieste sono soprattutto la padronanza di IA, l’analisi dei dati, Machine Learning e Deep Learning.
Attenzione però, perché di pari passo con questa innovazione tecnologica sono sempre più importanti anche le cosiddette soft skills, cioè caratteristiche meno tecniche e più relazionali come ad esempio flessibilità, pensiero critico, problem solving e capacità di lavorare in team.
Per un’azienda che voglia sfruttare a pieno l’innovazione tecnologica è sempre più necessario formarsi e portare avanti una formazione continua. Servono competenze digitali e serve creare una cultura d’impresa che guarda all’innovazione: se guardiamo ai dati del 2024, per esempio, vediamo che ben il 45,7% di dirigenti e manager e il 55,2% degli altri lavoratori non hanno ricevuto alcuna formazione sull’AI.
Per aiutare le aziende a sfruttare lo sviluppo tecnologico e l’AI, 4.Manager propone uno strumento di Skill Intelligence: incrociando i dati di quasi 500.000 offerte lavorative, di INPS, Sviluppo Lavoro Italia e del sistema europeo ESCO, sarà possibile individuare i bisogni delle aziende in tema di formazione sull’Intelligenza artificiale e quindi di creare percorsi su misura per le persone.