La piattaforma permette di creare un frutteto virtuale a sostegno di quello reale, poi il raccolto arriva direttamente in ufficio
Carmelo e Giovanna Mansueto, marito e moglie, sono due agricoltori di Taranto. Il loro terreno si estende all’interno del Parco delle Gravine, dove il clima mite favorisce diversi tipi di coltivazione: fragole, uva pizzutella e il grano duro pugliese, da cui si produce un tipo di pasta biodinamica. È un mestiere che portano avanti da generazioni, con impegno, fatica e tanta passione. Carmelo aveva pensato più volte di portare sul web i suoi prodotti, senza mai concretizzare questo progetto. Poi è arrivato “Save the Farm”, piattaforma nata dalla collaborazione tra Biorfarm e Lifegate, che sta rivoluzionando il suo lavoro come quello di molti altri agricoltori.
Save the Farm è uno sterminato campo digitale, dove chiunque può adottare o regalare un albero tra quelli dei coltivatori aderenti. Sul sito, l’azienda lo suggerisce come regalo per una nascita o da parte di un datore lavoro ai suoi dipendenti/clienti. Poi, grazie ad una pagina web dedicata, si può seguire la crescita delle piante e la maturazione dei frutti: una sorta di frutteto aziendale, con tanto di mappa che permette di vedere dove sono gli alberi, come vengono coltivati e quanta CO2 assorbono. Una volta pronta per il consumo, la frutta arriva direttamente a casa, o in ufficio. I tempi di consegna variano da 24 a 48 ore dalla raccolta: a Roma e Milano è già attiva la spedizione a cadenza settimanale, mentre la spedizione una tantum di singole cassette di frutta è garantita in tutto il territorio nazionale. E la frutta degli alberi adottati, bio, freschissima e di stagione, proviene da coltivazioni biologiche di piccoli agricoltori locali.
È un sistema che consente ai produttori di ricevere un compenso equo e in tempi brevi, permettendogli di continuare con la loro preziosa attività. A guidare i creatori di Save the Farm è la volontà di offrire un’alternativa green, sana ed equa ad un mercato che spesso è fatto di sfruttamento, condizioni di lavoro inique e prodotti finali che di naturale hanno ben poco. Con il sistema delle adozioni, invece, «le entrate sicure sono un incentivo a non mollare» si legge nel sito «e a contrastare lo spopolamento delle campagne. L’effetto benefico “a cascata” si può intuire: un’azienda che cresce ha bisogno di manodopera, crea lavoro, genera indotto. Il progetto ha anche ottimi risvolti sulla salute e sull’ambiente. Incentivare le produzioni biologiche significa promuovere un’alimentazione sana, priva di inquinanti e di sostanze chimiche di sintesi. Inoltre, il metodo bio nutre il terreno e contiene il rischio idrogeologico».
L’iniziativa conta già diversi testimonial dai nomi molto noti, tra cui WK Kellogg (linea bio), Colgate, H-Farm, Wavemaker. In particolare quest’ultima, agenzia nata per intercettare i bisogni delle aziende e i loro investimenti in comunicazione, è citata nel sito come case history: 1100 alberi regalati (3 per ogni dipendente) e 550 kg di frutta spedita, 369 sono i dipendenti che hanno usufruito del regalo. Un successo. Quali sono i vantaggi? Sicuramente l’azienda che aderisce comunica chiaramente il proprio impegno, che può essere amplificato e divulgato attraverso i canali di Lifegate. In più, si possono organizzare delle attività direttamente sul campo, come le visite ai frutteti e la raccolta della frutta. Un’occasione per sensibilizzare dipendenti e clienti, ed anche per creare attività di team building.