Il ruolo del welfare aziendale per combattere lo stress da lavoro nei dipendenti

stress da lavoro
(foto Shutterstock)

Lo stress da lavoro è una problematica sempre più diffusa tra la popolazione italiana, e anche il lavoro gioca il suo ruolo nell’amplificarlo. Che cosa possono fare le aziende?

Quante volte ci è capitato di pronunciare la frase “che stress!” o di sentirci sopraffatti durante un periodo di lavoro particolarmente intenso? Quello dell’eccessiva pressione lavorativa è un problema di molti, che per alcuni versi sembra essere stato mitigato con l’introduzione dello smart working. Soluzione questa che, per tanti altri, ha invece comportato una maggiore carica di stress, supportando di fatto la reperibilità ovunque ma anche in qualsiasi fascia oraria, eliminando la linea che delimita lo spazio e il tempo privato da quello lavorativo.

Secondo Jointly, BCorp che si occupa di welfare aziendale, una buona strategia di wellbeing aziendale è di grande aiuto per ridurre lo stress da lavoro dei propri dipendenti. Ne parliamo con Anna Zattoni, Presidente e Co-founder di Jointly.

Una problematica sempre più presente tra la popolazione italiana

I dati diffusi dalla Commissione Europea nell’ottobre 2022 per quel che concerne le richieste del “bonus psicologo” in Italia sono piuttosto preoccupanti. Su 300.000 domande, oltre il 60%, pari a 180.000, proviene da cittadini sotto i 35 anni: il 43,55% riguarda giovani tra i 18 e i 35 anni, mentre il 16,62% è a favore di minori (0-18 anni).

Stress da lavoro correlato: i dati dell’ADP Research Institute

Se molti di questi problemi sono correlati alla vita privata dei cittadini, molti altri sono invece legati all’ambito lavorativo. Paura di perdere il lavoro, eccessivo carico, mancanza di work-life balance e timore di non essere abbastanza produttivi, ma anche ansia da prestazione in un mondo sempre più competitivo sono le cause principali dello stress da lavoro correlato

Secondo i dati dell’ADP Research Institute, la metà dei lavoratori italiani (50%) afferma di sentirsi stressato al lavoro almeno una volta alla settimana e uno su cinque (20%) accusa uno stato di ansia quotidiano. Per chi soffre di stress da lavoro correlato, la causa più comune è l’aumento delle responsabilità (23%), un elemento che contribuisce anche enormemente all’insoddisfazione lavorativa. Inoltre, il 67% crede che la salute mentale abbia ripercussioni sulle proprie prestazioni lavorative.

Stress da eccessivo carico di lavoro: cosa possono fare le aziende

Molte aziende sono consapevoli del problema e stanno facendo del proprio meglio per trovare nuovi modi per promuovere la salute mentale della forza lavoro, testando una lunga serie di iniziative che vanno da una maggiore comunicazione con i propri dipendenti ad attività legate al benessere (palestra aziendale, lezioni di meditazione, supporto psicologico, attività di team building, per citarne alcune).

Il welfare aziendale ha, in questo, un ruolo fondamentale, attraverso ad esempio appositi programmi di ascolto e orientamento per supportare il dipendente in situazioni di difficoltà e disagio e con percorsi dedicati come sessioni aggiuntive o servizi verticali per il benessere psicologico-relazionale.

Precisa Anna Zattoni, Presidente e Co-founder di Jointly: “I benefici di adottare un piano di welfare rivolto al mental health sono molteplici sia per l’azienda sia per il dipendente. Nel primo caso si ha un miglioramento del clima aziendale, una riduzione dell’assenteismo e dei conflitti, una maggiore produttività e un aumento del senso di appartenenza. Nel secondo caso abbiamo lavoratori più propensi al problem solving, a una migliore gestione dei cambiamenti e delle criticità, un ampliamento della consapevolezza di sé e il ripristino delle relazioni organizzative”.

 

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