Cybersecurity, 9 lavoratori su 10 necessitano di formazione

La cybersecurity affronta, e previene, gli attacchi informatici
(foto Shutterstock)

Indagine Kaspersky: il 90% sopravvaluta le proprie capacità in materia di cybersecurity, commettendo errori quando naviga nel web

9 lavoratori su 10 sopravvalutano le proprie competenze in materia di cybersecurity. Lo rivela un’indagine dell’agenzia di sicurezza informatica Kaspersky, che ha messo alla prova oltre 3.900 lavoratori attraverso la piattaforma “Gamified Assessment Tool”, nata proprio per testare le competenze informatiche in materia di cybersecurity.

Dalla prova è emerso che solo l’11% del campione ha dimostrato una buona conoscenza dei sistemi, mentre il rimanente 90% ha commesso molti errori.

Navigazione web, l’area di sicurezza più spinosa

Gamified Assessment Tool è stato progettato non solo per cambiare il comportamento e la consapevolezza dei dipendenti, ma anche per aiutare i Chief Information Officer e i responsabili delle risorse umane a misurare le competenze informatiche dei lavoratori e fornire ai team un approccio di formazione adeguato.

Nel corso del gioco, i dipendenti ricevono punti in base alle decisioni che prendono nelle situazioni più comuni che si verificano durante il lavoro a distanza – a casa o in viaggio – e in ufficio. Inoltre, viene chiesto di valutare se le loro azioni comportano rischi informatici e quanto si sentono sicuri delle loro ipotesi.

Il test comprende sei diverse aree di sicurezza: password e account, e-mail, navigazione web, social network e messenger, sicurezza di pc e dispositivi mobili. Il tema della navigazione web è risultato il più difficile per gli utenti: solo il 24% ha identificato le azioni corrette. Gli scenari legati ai dispositivi mobili sono, invece, risultati meno complessi: il 43% non ha commesso errori nell’identificare i rischi informatici.

Unioncamere: continuano a crescere le imprese di cybersecurity

Il bisogno crescente di sicurezza informatica nelle aziende emerge anche dai dati di Unioncamere e InfoCamere, secondo cui le imprese italiane “anti-hacker” hanno ormai superato quota 3 mila unità e continuano a crescere. Dopo il balzo registrato nel biennio 2018-2020 (+32%), infatti, il settore registra, nei primi nove mesi del 2022, un’ulteriore crescita del 5%.

Secondo l’elaborazione di Unioncamere-InfoCamere, lo scorso anno è proseguito anche l’aumento nel numero degli addetti (+700 tra il 2020 e il 2021), passati da 28.400 a 29.100 unità, corrispondenti a una media attuale di 9 addetti per azienda.

La concentrazione più elevata di queste imprese si registra nel Lazio, dove al 30 giugno scorso avevano sede 708 imprese (il 22% del totale). Al secondo posto c’è la Lombardia (con 581 imprese). Seguono, per diffusione di imprese antihacker, Campania, Sicilia e Veneto (con, rispettivamente, 317, 216 e 209 imprese).

Sul fronte degli addetti, le imprese che hanno creato più opportunità di lavoro sono localizzate in Lombardia, Lazio e TrentinoAlto Adige che, con i loro 18mila addetti, rappresentano il 62% di tutto il settore. La Campania, al sesto posto in questa classifica, è la prima tra le regioni del Mezzogiorno con 1.461 addetti e il 5% del totale.

 

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