Il nuovo corso biennale, con sede a Bologna, formerà tecnici specialisti in sicurezza informatica per la PA, impegnata nella transizione digitale
55 Comuni dell’Area metropolitana di Bologna hanno firmato un protocollo per affrontare i rischi della digitalizzazione, investendo sulla formazione specialistica. Nasce così un nuovo ITS sulla cybersecurity per la Pubblica Amministrazione, che selezionerà diplomati che, al termine del biennio formativo, verranno assunti di ruolo dalla PA.
L’obiettivo dichiarato è formare ogni anno dagli 8 ai 10 mila nuovi tecnici esperti di sicurezza informatica, per rispondere alla forte domanda degli enti locali impegnati nella transizione digitale.
Il 14 giugno a Bologna è stato presentato un progetto destinato a fare scuola nel settore pubblico, poiché studiato con lo scopo specifico di creare “in house” figure professionali estremamente richieste.
Gli enti locali lamentano forte carenza di tecnici specialisti in sicurezza informatica: una situazione che li espone al pericolo di subire attacchi di hacker, senza potersi difendere efficacemente o reagire con prontezza.
Facendo leva sulla missione 1 del PNRR sulla sicurezza cibernetica degli enti locali e grazie alle risorse della Regione Emilia-Romagna, che finanzierà interamente i due anni di corso, entro la fine del 2022 aprirà ufficialmente il nuovo ITS sulla cybersecurity per la PA, con la sede principale a Bologna. Parallelamente, il corso partirà anche a Perugia, grazie alla fattiva collaborazione tra Emilia-Romagna e Umbria.
A questo progetto nazionale prendono parte anche i ministeri dell’Istruzione e della Transizione digitale, insieme alla Regione. Il modello, pensato per rispondere alle sfide della transizione digitale, si basa sulla collaborazione tra Comune e Istituti Tecnici Superiori e punta a diplomare dagli 8 ai 10 mila studenti all’anno. Grandi numeri per una crescente richiesta, tanto che si stima un fabbisogno di 100mila figure professionali di questo tipo in Italia.
Il progetto prende il via da un protocollo, a cui hanno aderito Comune di Bologna, Area Metropolitana e tutti i Comuni che ne fanno parte. Per effettuare la migrazione in cloud dei dati e dei sistemi gestionali, gli enti locali bolognesi hanno dovuto prevedere una riorganizzazione della sicurezza dei sistemi informatici.
La misura più incisiva di questo patto è l’inaugurazione di un percorso di formazione di tecnici specializzati in sicurezza informatica per la Pubblica Amministrazione, che sarà strutturato in moduli formativi di 2mila ore, di cui 1.200 in aule e laboratori e 800 nelle amministrazioni pubbliche.
E saranno proprio gli Istituti Tecnici Superiori a occuparsi dell’organizzazione di questo corso professionalizzante, che va ad arricchire il panorama di questa tipologia formativa.
Gli ITS sono scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma, presenti nell’offerta formativa nazionale dal 2010, che permettono di conseguire il titolo di tecnico superiore.
Tra i 124 ITS italiani, che sono frequentati da circa 21 mila studenti, al momento 18 rientrano nell’area delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Sette istituti offrono corsi già attivi in cybersecurity:
Con quello in partenza a Bologna si amplia l’offerta in questi ambiti, andando a costruire figure professionali destinate a svolgere un ruolo chiave per la Pubblica Amministrazione del futuro.
Con il voto favorevole raggiunto alla Camera a larga maggioranza, il 12 luglio è stata varata una riforma degli Istituti Tecnici Superiori, che diventano ITS Academy. Un nome scelto per richiamare il ruolo dei centri di innovazione e di ricerca delle aziende.
In linea con Transizione 4.0 e PNRR, offriranno formazione specialistica in tutti gli ambiti più richiesti dal mondo produttivo e dell’innovazione: dalla mobilità sostenibile all’efficienza energetica, alle nuove tecnologie per il made in Italy, all’agro-alimentare, oltre a meccanica, moda, servizi alle imprese, sistema casa.
In base alla nuova normativa le ITS Academy saranno finanziate stabilmente, grazie a 1,5 miliardi nel PNRR, in base a una programmazione triennale dell’offerta formativa. Per quanto riguarda la docenza, per almeno il 60% del monte ore complessivo, dovrà provenire dal mondo delle aziende.
Parallelamente, stage e tirocini rappresenteranno almeno il 35% dell’attività e potranno essere svolti anche all’estero. La governance è stata inoltre snellita, senza più riferimento al coordinatore didattico dal mondo della scuola, e ci sarà la possibilità di dar vita a ITS multisettoriali e interregionali, rapportandosi con le Università e le Regioni.
La fase attuativa della riforma prevede 19 provvedimenti, dei quali 17 sono decreti. Tra i più importanti c’è quello che riguarda la revisione delle aree tecnologiche, con l’obiettivo di stringere meglio il legame delle nuove Academy ai sistemi industriali.
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