Settimana lavorativa da 4 giorni: l’Italia ancora indietro

img 1: “Alcuni colleghi si recano presso le loro postazioni di lavoro dopo una riunione”
(foto Shutterstock)

In molti Stati europei la settimana lavorativa corta è già realtà. In Italia ancora pochi gli esempi di chi la prova

Lo smart working ha modificato radicalmente le abitudini lavorative a livello globale, dando ampio spazio alla flessibilità e riportando al centro dell’attenzione il tema del benessere del lavoratore.

Avere persone felici e produttive sta diventando, sempre di più, uno degli obiettivi più importanti di ogni azienda. Ed è così che si è arrivati alla settimana lavorativa ridotta a 4 giorni: una realtà in molti Paesi d’Europa, che in Italia stenta però a diffondersi.

La settimana corta lavorativa, cos’è

In pratica, la settimana lavorativa limitata ai 4 giorni prevede che i dipendenti delle aziende guadagnino il 100% del loro stipendio, lavorando l’80% del loro orario precedente, pur mantenendo il 100% della loro produzione. Più impegno, maggiore concentrazione, meno dispersione di tempo e risorse, per poter concentrare il lavoro e avere più tempo libero a disposizione.

Secondo una recente indagine statunitense citata da Quartz, c’è anche chi è disposto a lavorare le stesse ore in meno giorni, pur di avere più tempo libero. Il 92% dei lavoratori adulti, infatti, ha dichiarato che preferirebbe lavorare 10 ore al giorno per 4 giorni, anziché 8 ore al giorno per 5 giorni.

La settimana corta ridotta in Europa

Nel Regno Unito, negli scorsi sei mesi, più di 70 aziende e 3.300 persone hanno lavorato l’80% delle loro ore abituali, guadagnando lo stesso stipendio.

Prove simili sono state già fatte anche in Spagna, Islanda, Stati Uniti e Canada. Australia e Nuova Zelanda si sono unite proprio ad agosto, e in Belgio la settimana lavorativa ridotta è diventata legge: l’orario di lavoro settimanale rimarrà inalterato, ma sarà spalmato su un numero minore di giorni. I lavoratori potranno chiedere di fare, in 4 giorni, le 38 ore lavorative settimanali con un periodo di prova di sei mesi. 

Poi si potrà scegliere se tornare alla precedente pianificazione di cinque giorni, o continuare con i quattro. Il datore di lavoro potrà rifiutare la richiesta, motivando il perché, e per le aziende vi sarà l’obbligo di comunicare con almeno una settimana di anticipo i turni di lavoro ai dipendenti.

Poche aziende in Italia

A sperimentare, in Italia, la settimana lavorativa di 4 giorni, sono due aziende milanesi: Carter & Benson, che si occupa di consulenza strategica e head hunting, e l’azienda di marketing Awin Italia, entrambe con sedi anche in altri Paesi.

L’idea nasce dal concepire il lavoro diversamente da come è stato tradizionalmente inteso fino a un decennio fa: non solo un mezzo con cui procurarsi sostentamento, ma un modo per realizzare le proprie attitudini e, soprattutto, migliorare la qualità della vita personale.

Per mettere in atto la settimana corta serve determinazione, organizzazione, sinergia, condivisione di obiettivi, dialogo, uno sforzo comune in azienda tra tutte le parti in campo, e una buona dose di fiducia reciproca.

Carter & Benson è stata pioniera, e già nel 2020 ha introdotto la sperimentazione della settimana di lavoro ridotta di 4 ore, quindi a 36 ore settimanali a parità di stipendio, con la promessa che, se l’esito fosse stato positivo, nel 2021 la riduzione sarebbe stata estesa a 8 ore a settimana a parità di stipendio.

Così è avvenuto, e per i dipendenti dell’azienda in Italia, oggi, la settimana lavorativa è di 4 giorni, e ognuno è libero di scegliere quando e come usufruire delle 8 ore, anche spalmandole durante la settimana.

 

 

Leggi anche:

‘Più del Covid può internet, addio ufficio’

Carter & Benson, sì a settimana corta, “ma non parliamo di produttività”

Settimana corta, l’idea seducente che fa discutere l’Europa

Iscriviti alla nostra newsletter

Ricevi gratuitamente le ultime novità, le storie e gli approfondimenti sul mondo del lavoro.