Il Covid ha accelerato l’utilizzo dello smart working da parte delle aziende e della PA. Il 51% delle grandi imprese riprogetta gli spazi di lavoro
Progettazione spazi di lavoro: è il nuovo fondamento prioritario per le aziende, considerando il fattore del lavoro da remoto, dal momento che lo smart workingÈ una nuova modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, introdotta dalla l. 81/2017 e caratterizzata dall’assenza di precisi vincoli di orario e di luogo di lavoro per il dipendente. More è entrato a far parte della normalità.
A dirlo sono i dati evidenziati dal report realizzato dall’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, che mostrano come la pandemia abbia inciso fortemente sul mondo del lavoro, accelerando una trasformazione già in atto.
I risultati della ricerca dell’Osservatorio Smart Working evidenziano l’impatto dell’emergenza Covid-19 sulle modalità di lavoro: durante il lockdown, il 94% delle Pubbliche Amministrazioni, il 97% delle grandi imprese e il 58% delle PMI ha esteso la possibilità di lavorare da remoto, e il numero di lavoratori da remoto è salito a 6,58 milioni, pari ad un terzo dei lavoratori dipendenti. Nel corso della seconda fase, la maggior parte delle grandi imprese e delle Amministrazioni ha riaperto le sedi tra maggio e giugno 2020. Ma l’indagine condotta dall’Osservatorio dice chiaramente che, al termine dell’emergenza, le iniziative di smart working evolveranno, e la riprogettazione degli spazi di lavoro interesserà il 51% delle grandi imprese.
Per ciò che riguarda le iniziative sulle tecnologie digitali intraprese a partire dal lockdown, per facilitare lo smart working, si differenziano a seconda delle dimensioni delle aziende, così come è differente l’approccio delle Pubbliche Amministrazioni.
Sono le grandi imprese a detenere il primato degli investimenti, in ogni ambito digitale: il 69% ha investito nell’aumento delle dotazioni hardware, il 65% nell’accesso sicuro da remoto a dati e applicazioni, il 45% nei software per comunicazione e collaborazione. Considerando gli stessi ambiti di investimento, le PMI arrivano a toccare al massimo il 15%, mentre la Pubblica Amministrazione arriva al 50%.
Per il 70% dei dipendenti delle grandi imprese, e per il 47% dei dipendenti pubblici aumenteranno il numero di giornate in cui lavorare da remoto. Ad ampliare il numero degli smart workers sarà il 65% del mondo aziendale di grandi dimensioni, e il 72% degli uffici pubblici. Ben il 42% delle grandi aziende prevede di includere nuove figure professionali finora non presenti, mentre solo il 17% di esse interviene sull’orario di lavoro. Salta agli occhi l’assenza delle PMI da questa parte dell’indagine, apparentemente impreparate ad accogliere una sfida ormai scontata.
L’evoluzione dello smart working porta con sé la ridefinizione degli spazi di lavoro: il 51% delle imprese di grandi dimensioni sta valutando di investire per differenziarli, in altri casi per ridurli, e in altri ancora per ampliarli.
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