A Changshu gli stipendi dei dipendenti pubblici si pagano già in e-Cny. In Europa, si parla di euro digitale a partire dal 2028
La Cina si sta rapidamente trasformando in un universo digitale, dove il futuro si preannuncia senza contanti. Colossi tecnologici come Alibaba e Tencent hanno avuto un ruolo chiave nel promuovere l’uso dei pagamenti digitali, ma ora sta emergendo un nuovo protagonista: lo yuan digitale, centralizzato sotto la guida dello stato.
Questa moneta, conosciuta come e-Cny, sta guadagnando sempre più spazio, come dimostra il recente caso di Changshu, dove il governo locale e le istituzioni pubbliche stanno pagando i dipendenti utilizzando questa moneta digitale cinese.
La People’s Bank of China lavora alla valuta digitale cinese dal 2014, quando ha creato la prima task force dedicata. I dati più recenti resi noti dalla banca parlano, nel solo mese di agosto dello scorso anno, di transazioni con e-Cny per oltre 100 miliardi di yuan (14,5 miliardi di dollari) e più di 5,6 milioni di negozi che la accettano.
A partire da maggio 2023, Changshu è diventata una delle città pioniere nell’uso dell’e-Cny per pagare i salari dei dipendenti pubblici. Questo test rappresenta uno dei casi più significativi della sperimentazione della moneta digitale cinese, che diverse istituzioni del paese stanno cercando di accelerare.
Sono molti i motivi per cui la Cina sta promuovendo lo yuan digitale. Prima di tutto, per migliorare l’inclusività finanziaria, offrendo un accesso più ampio ai servizi soprattutto nelle aree rurali. In secondo luogo, per avere un maggiore controllo sulla politica monetaria, combattere il riciclaggio di denaro e rafforzare la supervisione normativa.
La moneta digitale presenta indubbi vantaggi. Introducendola, ad esempio, le autorità cinesi possono anche monitorare e tracciare le transazioni in modo più efficiente, limitando le attività illecite. Inoltre, lo yuan digitale è visto come uno strumento potenziale per sfidare il dominio delle valute globali, come il dollaro americano, nel commercio internazionale.
L’e-Cny, tuttavia, solleva anche preoccupazioni sulla privacy e sulla sorveglianza. Con una maggiore tracciabilità delle transazioni, le attività finanziarie potrebbero essere sottoposte a un controllo più rigoroso da parte del governo.
Trovare un equilibrio tra supervisione normativa e privacy individuale sarà fondamentale per garantire la fiducia del pubblico nel sistema. Inoltre, il pieno sviluppo dello yuan digitale richiede un’infrastruttura tecnologica solida, compreso un accesso diffuso a Internet e ai dispositivi mobili. Un fronte su cui le zone più rurali della Cina sono ancora indietro.
Se in Cina la valuta digitale è già un realtà consolidata, non si può dire lo stesso dell’Europa, dove tuttavia inizia ad affacciarsi concretamente l’ipotesi dell’euro digitale.
La proposta è arrivata ufficialmente a giugno 2023 e istituisce il quadro giuridico per l’uso della valuta virtuale, accanto al contante. Se approvato dal Parlamento e dal Consiglio europeo, sarà la Banca centrale europea (Bce) a decidere se e quando emettere l’euro digitale, probabilmente non prima del 2028.
Si tratterà di una moneta del tutto virtuale, identica all’euro fisico per valore – 1 euro digitale ha lo stesso valore della moneta circolante – ma con una forma diversa. La moneta digitale, infatti, non è una criptovaluta, come ad esempio il bitcoin.
La Bce garantirà che sia sicuro, che mantenga un valore stabile e che possa essere scambiato al valore nominale con euro contante. A differenza dei crypto-asset, che possono variare significativamente nel prezzo e il cui scambio in contanti o anche nella moneta commerciale bancaria non è garantito.
Il valore aggiunto, rispetto alle comuni carte di pagamento, sta nel fatto che, ad esempio, l’euro digitale darà possibilità di pagare digitalmente anche se non si dispone di un conto bancario, e di inviare i pagamenti istantaneamente 24 ore su 24 365 giorni l’anno, in tutta l’area euro.
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