Governare con trasparenza e integrità significa integrare la sostenibilità nella strategia aziendale. Dati chiari, condotta etica e impegni concreti sono la base di una vera responsabilità d’impresa.
La responsabilità verso gli stakeholder coinvolge anche il sistema delle regole e dei processi deputati a dare evidenza su come un’impresa dirige e controlla i comportamenti. Come si integrano i principi di Governance nell’ambito del bilancio di sostenibilità?
Quando si parla di sostenibilità, si fa riferimento a un comportamento responsabile che dovresti adottare nella vita di tutti i giorni: come persona, nel tuo lavoro e all’interno della società. Se però guardi alla sostenibilità dal punto di vista economico, il discorso si fa un po’ più complesso. In questo caso, infatti, l’obiettivo è soddisfare i bisogni delle persone che vivono oggi, senza compromettere quelli delle generazioni future (ONU, 1992).
Costruire una cultura della responsabilità richiede tempo e impegno. Vuol dire passare da strategie orientate solo all’aumento del guadagno per gli azionisti (cioè chi possiede quote dell’azienda, definiti stakeholders), a comportamenti e azioni pensati per creare relazioni solide e durature con tutte le persone coinvolte o interessate dall’attività di un’impresa: clienti, dipendenti, fornitori e comunità locali (definiti shareholders).
Oggi sappiamo che questa cultura della responsabilità si può costruire e comunicare attraverso strumenti specifici e che essere davvero “sostenibili”, anche se è un termine ormai molto usato (e spesso abusato), significa gestire le attività economiche, produttive e commerciali in modo coerente con una nuova visione d’impresa. Una visione in cui bisogni umani, tutela dell’ambiente e sviluppo economico si fondono e si integrano, grazie alla possibilità di “fotografare” e rendere trasparente il modo in cui si opera.
Questa operazione è oggi regolata da quelli che conosci sempre più come i principi ESG. Hai così modo di capire che la sostenibilità non riguarda solo l’ambiente, ma include anche il capitale umano e i comportamenti. Ambiti diversi, ma tutti rilevanti e interconnessi.
Se la E sta per Environmental, allora parliamo dell’impatto che l’attività di un’impresa ha sull’ambiente e sul territorio: sull’uso delle risorse naturali, su come viene gestita la produzione, lo smaltimento dei rifiuti, le materie prime e su quanto le aziende adottano pratiche di economia circolare. In poche parole, si tratta di come il tuo modo di fare impresa può influenzare, anche nel quotidiano, l’ambiente che ti circonda.
La S, invece, sta per Social e comprende tutto ciò che riguarda il rispetto dei diritti umani, la parità di genere, la salute e sicurezza sul lavoro, il benessere fisico e mentale, ma anche le condizioni di lavoro e la valorizzazione del capitale umano, lungo tutta la catena del valore.
Infine, la G di Governance. Che cos’è la Governance esattamente? racchiude i temi che riguardano come i vertici aziendali danno concretezza all’agire responsabile: dalla trasparenza, al modo in cui si fanno scelte strategiche, alle politiche anticorruzione, fino ad arrivare a un concetto chiave come quello dell’etica.
Tra gli obiettivi di adeguamento delle imprese ai principi del Bilancio di sostenibilità, uno di quelli su cui la normativa comunitaria degli ultimi anni si è concentrata di più è proprio la componente di Governance. Si parla, in particolare, della Direttiva UE 2022/2464 – Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) (attuata in Italia con il D.Lgs. n. 125/2024) e del Regolamento UE 2023/2772, entrato in vigore nel 2024, che ha introdotto i principi tecnici ESRS per la rendicontazione.
In questo contesto, la G di Governance è considerata la parte più delicata dell’agire responsabile, perché riguarda il modo in cui un’azienda viene gestita. L’obiettivo è dare evidenza concreta alle strutture di controllo e di vertice, alle pratiche etiche e ai principi di trasparenza nelle decisioni adottate. Decisioni che, alla fine, influenzano tutti: lavoratori, comunità territoriali e regionali, fornitori, clienti e tutti gli stakeholder coinvolti.
I principi ESRS, emanati nel quadro della disciplina comunitaria sul Bilancio di sostenibilità in forza della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e del Regolamento delegato (UE) 2023/2772 della Commissione Europea del 31 luglio 2023, servono a identificare e specificare le informazioni sulla sostenibilità che un’impresa è tenuta a comunicare (secondo quanto previsto dalla direttiva 2013/34/UE).
Questi principi ESRS sono riconosciuti come il quadro di riferimento più avanzato e completo a livello comunitario per quanto riguarda il Bilancio di sostenibilità.
Per quanto riguarda la Business Governance, c’è un punto centrale: ESRS G1 – Condotta delle imprese. Questo principio, seppur sintetico, mostra chiaramente quanto sia fondamentale adottare regole di condotta partecipate e ben definite, capaci di coinvolgere in modo concreto e strutturale tutti coloro che operano in azienda. Un’attenzione particolare è rivolta proprio a chi prende le decisioni strategiche e ai livelli di vertice.
All’interno della componente di Governance rientra, ad esempio, l’insieme di regole che influenzano il modo in cui un’azienda viene gestita e più in generale la sua cultura organizzativa. In questo ambito assume un ruolo centrale il codice etico, cioè la descrizione delle politiche e delle pratiche adottate per promuovere l’integrità e prevenire comportamenti non etici.
Si tratta, quindi, di dare evidenza a come vengono condotti gli affari aziendali. Se la tua azienda rientra tra quelle obbligate, queste informazioni si integrano anche con gli obiettivi di trasparenza nella gestione dei comportamenti previsti dal Modello 231 (D.Lgs. n. 231/2001), andando oltre i soli obblighi connessi alle fattispecie di reato previste dalla CSRD.
Devi mettere in evidenza, ad esempio, le misure adottate per prevenire e contrastare la corruzione, sia attiva che passiva, ma anche le politiche a sostegno delle segnalazioni di illeciti, cioè il whistleblowingil whistleblowing è la segnalazione del lavoratore dipendente che scopre una frode, un comportamento pericoloso o in qualsiasi modo contrario alle legge, ai danni dell’azienda stessa, dei colleghi o dei clienti. More.
Fanno parte della Company Governance anche le informazioni sulla gestione da parte del vertice aziendale delle attività di lobbying e di interesse politico, comprese le spese sostenute per queste attività. Allo stesso modo, rientrano in questo ambito anche le informazioni relative alla gestione dei pagamenti verso i Governi (in termini di imposte), così come quelle riguardanti i fornitori e i partner commerciali.
Infine, ci sono anche informazioni trasversali della Company Governance, che sono quindi rilevanti sia per l’Ambiente che per il Sociale, come le politiche e le pratiche adottate per la gestione e la protezione dei dati personali e sensibili.
L’obiettivo della Corporate Governanceè garantire che le aziende non solo siano trasparenti con gli azionisti sui risultati economici, ma che dichiarino anche in che modo le performance in termini di sostenibilità si integrino strategicamente con i tradizionali obiettivi economici.
Da questo punto di vista, i vertici aziendali e i Consigli di Amministrazione sono chiamati a dimostrare con maggiore chiarezza il proprio impegno in termini di trasparenza e pratiche di governance responsabile, fornendo a tutti gli stakeholder, anche nell’ottica di relazioni industriali più efficaci , dati e informazioni chiari su come l’azienda affronta le questioni etiche e gestisce i rischi di comportamenti disallineati rispetto alla Cultura Aziendale.
Devono inoltre garantire che i comportamenti siano conformi alla normativa di riferimento in ciascun ambito coinvolto, e che siano coerenti con le strategie e gli obiettivi di business. Il tutto con un approccio concreto, evitando di dichiarare (o promettere) più di quanto sia realmente possibile attuare.
Come nel caso di Unilever, che ha adottato il principio: “fare meno cose, meglio e con maggiore impatto”. Perché un numero limitato di iniziative ben eseguite può generare un impatto più significativo rispetto a una dispersione di sforzi su molteplici fronti.
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