Fattori ESG: gli obiettivi di rendicontazione delle tematiche sociali

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(foto Shutterstock)

La componente Social dei fattori ESG è quella che riveste maggiore rilevanza dal punto di vista del diritto del lavoro.

Reputazione aziendale e forza lavoro 

La Direttiva UE 2022/2464 – Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), attuata in Italia con il D.Lgs. n. 125/2024, rappresenta il più recente e rilevante strumento normativo europeo a supporto delle attività di rendicontazione del Bilancio di Sostenibilità.

Questa normativa modifica e integra diverse Direttive comunitarie, tra cui la Direttiva 2013/34/UE, con l’obiettivo di rafforzare la trasparenza e la reputazione aziendale secondo i fattori ESG. Il quadro normativo di riferimento per la rendicontazione è stato definito dal Regolamento UE 2023/2772, entrato in vigore nel 2024, che stabilisce i principi ESRS (European Sustainability Reporting Standards) per garantire una rendicontazione chiara, comparabile e affidabile delle informazioni di sostenibilità.

I principi ESRS rilevanti per la componente Social

Come già evidenziato in questa rubrica, i principi ESRS (European Sustainability Reporting Standards), emanati nel quadro della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e definiti dal Regolamento delegato (UE) 2023/2772 della Commissione Europea del 31 luglio 2023, hanno il compito di dare concretezza agli obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità.

Questi standard specificano le informazioni che un’impresa è tenuta a comunicare, in conformità alla Direttiva 2013/34/UE, e rappresentano oggi il quadro di riferimento più avanzato e completo a livello comunitario per il Bilancio di Sostenibilità.

In particolare, i principi ESRS che riguardano le tematiche sociali includono:

  • ESRS S1 Forza lavoro propria;
  • ESRS S2 Lavoratori nella catena del valore;
  • ESRS S3 Comunità interessate;
  • ESRS S4 Consumatori e utilizzatori finali.

I dati sulla forza lavoro

In questo scenario, assumono particolare rilevanza, dal punto di vista del diritto del lavoro, gli indicatori e le metriche di rendicontazione relativi ai dati e alle informazioni che riguardano sia i lavoratori diretti (forza lavoro propria) sia quelli appartenenti all’intera catena del valore.

Le informazioni da includere nella rendicontazione per queste aree tematiche seguono criteri specifici e possono riguardare:

  • contrattualistica e tipologie di rapporto di lavoro;
  • orario di lavoro, compreso il ricorso al lavoro a tempo parziale;
  • sistema retributivo e misurazione del gender pay gap;
  • parità di genere nelle posizioni apicali;
  • distribuzione dei dipendenti per fasce di età;
  • percentuale di lavoratori con protezione sociale integrativa;
  • ore medie di formazione per dipendente;
  • accesso a misure di conciliazione vita-lavoro, come congedi parentali, flessibilità oraria e altre iniziative di welfare aziendale.

Inoltre, devono essere segnalati eventuali incidenti o reclami relativi ai diritti dei lavoratori e ai diritti umani.

Una prospettiva di semplificazione amministrativa

Pur considerando gli obiettivi di riduzione degli obblighi per le PMI proposti dalla Commissione Europea con il pacchetto di semplificazioni avviato a febbraio 2025, che mira a concentrare gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità sulle imprese di maggiore dimensione e a rivedere il Regolamento delegato sui principi ESRS, è comunque importante individuare i contenuti chiave delle informazioni più rilevanti nell’ambito della componente Social.

Tra questi, assumono particolare rilevanza le condizioni di lavoro, con riferimento alla sicurezza sul lavoro, alla stabilità occupazionale, agli orari di lavoro e alle forme contrattuali adottate. Anche la parità di trattamento e pari opportunità rappresenta un aspetto centrale, con particolare attenzione alla parità di genere, alla riduzione del gender pay gap, all’accesso a ruoli dirigenziali e alla promozione di un ambiente di lavoro inclusivo. Questi aspetti risultano fondamentali sia per la forza lavoro propria sia per la catena del valore.

Rafforzamento degli obiettivi integrati di sostenibilità

Le informazioni relative alle condizioni di lavoro riguardano le condizioni contrattuali e lavorative dei lavoratori, includendo aspetti come la stabilità occupazionale, l’orario di lavoro e la retribuzione adeguata rispetto al costo della vita. Viene inoltre considerata la qualità del dialogo sociale interno, il diritto alla libertà di associazione e l’eventuale presenza di comitati aziendali.

Dal punto di vista delle relazioni industriali, la reportistica si concentra sul grado di copertura della contrattazione collettiva e sul rispetto dei diritti di informazione, consultazione e partecipazione dei lavoratori. Un ulteriore aspetto di rilievo è la rendicontazione delle misure adottate per favorire l’equilibrio vita-lavoro (work-life balance), non solo in termini di conciliazione tra vita privata e professionale, ma anche in ottica di salute e sicurezza sul lavoro.

Parità e inclusione su tutta la catena del valore

Quando si affronta il tema della parità di trattamento e delle pari opportunità, si fa riferimento alle informazioni e alle metriche che riguardano le politiche e le misure adottate per garantire l’uguaglianza e l’inclusione all’interno delle aziende. Questo comprende le strategie per la parità di trattamento, la diversità e l’inclusione, con particolare attenzione alla parità di genere, alla formazione e allo sviluppo delle competenze dei lavoratori, oltre alle misure messe in atto per contrastare violenza e molestie sul luogo di lavoro.

La valutazione di questi aspetti non si limita alla sola forza lavoro propria, ma assume una portata più ampia, coinvolgendo l’intera catena del valore. Questo sottolinea l’importanza di un approccio trasversale che può interessare anche le organizzazioni non direttamente obbligate alla redazione del Bilancio di sostenibilità, ma che risultano comunque coinvolte in virtù del ruolo che ricoprono nella catena di fornitura.

Tutela dei diritti umani e sostenibilità nella catena del valore

L’aspetto più rilevante che emerge da questa disciplina è l’attenzione riservata all’intera catena del valore, con un focus specifico sul rispetto dei diritti umani. Un ruolo centrale è occupato dagli obiettivi di tutela in questo ambito, disciplinati anche dalla Direttiva UE 2024/1760 del 13 giugno 2024 sulla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD). Questa normativa integra la regolamentazione sul Bilancio di sostenibilità, estendendo gli obblighi di reportistica agli aspetti più specifici legati ai diritti umani e alla tutela ambientale, introducendo inoltre vincoli di adeguamento nei codici etici aziendali.

Sostenibilità e tutela dei diritti lungo la supply-chain

In un mondo globalizzato, dove le attività produttive e commerciali si estendono oltre i confini locali, la sostenibilità assume un ruolo centrale nella tutela delle condizioni di lavoro, sia per i dipendenti diretti (ESRS S1) sia per i lavoratori lungo la supply chain, comprendente fornitori, clienti, appaltatori, subappaltatori e consumatori finali (ESRS S2).

L’attenzione non si limita alle forme di lavoro vietate, come il lavoro minorile, ma si estende anche all’impatto delle attività aziendali sulle comunità locali (ESRS S3). Questo include il rispetto dei diritti economici, sociali e culturali, come il diritto ad alloggi adeguati, l’accesso al cibo e all’acqua.

Inoltre, la normativa pone particolare enfasi sulla tutela dei diritti civili e politici, garantendo la protezione dei dati personali, la privacy e la sicurezza dei consumatori finali (ESRS S4) nell’accesso alle informazioni e nell’uso dei prodotti e servizi.

L’integrazione tra obiettivi sociali e performance aziendale

I criteri di rendicontazione Social stabiliti dagli ESRS garantiscono che le imprese forniscano un quadro chiaro e dettagliato della gestione dei temi sociali, dalle politiche adottate ai risultati quantitativi ottenuti, evidenziando come questi siano integrati nella strategia di business.

La disciplina tecnica di settore stabilisce che l’obbligo di rendicontazione si basi sul principio di doppia materialità. Ciò significa che le aziende devono riferire sia sugli impatti che generano sulle persone (materialità d’impatto), sia su come i temi sociali influenzano il business e la performance finanziaria (materialità finanziaria).

Tutto questo ci riporta agli obiettivi iniziali della disciplina: non più solo una guida agli investimenti verso aziende orientate a uno sviluppo responsabile, ma una integrazione tra obiettivi finanziari ed etici, oggi considerati complementari proprio sulla base dei fattori ESG.

 

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