Bonus benzina 200 euro, a chi spetta e come funziona

Img 1: "Aumento della benzina"
(foto Shutterstock)

Tutte le aziende private sono libere di riconoscere ai propri dipendenti il bonus benzina, una misura di contrasto al rincaro carburanti

Prezzi del carburante alle stelle e inflazione ai massimi storici da trent’anni. Il Governo corre ai ripari per evitare che i lavoratori perdano potere d’acquisto.

Con il decreto legge 21 del 2022, già convertito in legge, è stato introdotto il «bonus benzina»: le aziende possono attribuire un bonus carburante di 200 euro a favore dei propri dipendenti.  

Si tratta di una somma esentasse, interamente deducibile dall’azienda. E sul punto sono arrivati anche i primi chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Che cos’è il bonus benzina?

È una somma che viene erogata dall’azienda a favore dei propri dipendenti sotto forma di buono carburante.

Con la circolare del 14 luglio 2022, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che, per non creare disparità tra i possessori di veicoli, il bonus può essere riconosciuto anche per la ricarica di veicoli elettrici.

 Pertanto il «bonus carburante» può essere utilizzato per il rifornimento di qualsiasi veicolo. 

 Questa particolare forma di sostegno può essere utilizzata da tutti i datori di lavoro privati, a prescindere dalle dimensioni e dal settore professionale.

 Dunque, anche i lavoratori autonomi e i liberi professionisti possono introdurre il bonus per i propri dipendenti.

Invece, niente bonus per i dipendenti di enti pubblici.

Come funziona?

Il bonus carburante non è obbligatorio e non è nemmeno riconosciuto in modo automatico.

È semplicemente un’opportunità a disposizione delle aziende che desiderano offrire ai propri dipendenti un benefit per il maggior costo dei carburanti. 

Il bonus, infatti, non è erogato dall’Inps, ma è pagato direttamente (e spontaneamente) da parte delle società che intendono avvalersi di questa agevolazione, di solito attraverso una carta carburanti.

Significa che i lavoratori non devono rivolgersi all’Inps e non devono fare alcuna domanda: nel caso in cui la propria azienda intenda pagare il bonus carburante, i lavoratori verranno informati sulle modalità operative di rimborso o erogazione.

E se l’azienda non vuole riconoscere il bonus? Il lavoratore non può pretendere il riconoscimento del buono carburante perché si tratta di un’opzione lasciata alla discrezionalità e alla disponibilità della singola società.

Perché conviene? 

Innanzitutto conviene ai lavoratori, che ricevono un parziale rimborso delle spese sostenute per rifornire le proprie automobili. Un buono di 200 euro è un benefit che consente, almeno temporaneamente, di ridurre le conseguenze negative causate dai rincari dei prezzi dei carburanti.

E si tratta di una somma esentasse e che non fa reddito: significa che il lavoratore percepisce una somma netta e per la quale non deve pagare tasse e contributi. 

Ma è una misura che conviene anche alle aziende. Come visto, il bonus carburante è un costo netto, senza ulteriori oneri fiscali e contributivi e che può essere interamente dedotto come costo aziendale.

Come si concilia con eventuali altri benefit?

Questo bonus si somma agli altri benefit eventualmente previsti dall’azienda?

 La motivazione alla base di questo interrogativo è semplice: i servizi di welfare aziendale, in cui rientra anche il bonus in questione, sono esentasse a condizione che nel periodo di imposta non superino la soglia di € 258,23.

Se si superano questi importi, sono integralmente sottoposti a tassazione, con la conseguenza che il lavoratore riceve, di fatto, un importo più basso.

L’Agenzia delle Entrate ha fatto chiarezza su questo punto: il bonus carburante è una misura speciale e non si deve sommare con gli altri benefit eventualmente previsti dalla società a favore dei propri dipendenti.

Ciò significa che se, per esempio, la società introduce il bonus benzina da 200 euro e altri benefit per 250 euro, le due misure non si sommano e pertanto si tratterebbe di benefit completamente esentasse. 

Nel caso, invece, in cui i buoni carburante eccedano i 200 euro, l’eccedenza viene calcolata all’interno del valore massimo annuo esentasse di 258,23 euro.

 

 

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