Grande agevolazione fiscale confermata anche per il 2024 con un vantaggio per il personale dipendente
I premi di risultato, conosciuti anche come Premi produzione o con l’acronimo PDR, sono somme che il datore di lavoro può riconoscere al proprio personale dipendente allo scopo di incentivare la produzione e premiarli per i risultati ottenuti.
Per introdurlo in azienda occorre rispettare una procedura precisa e cioè firmare un accordo sindacale aziendale o territoriale nel quale devono essere indicati i parametri che consentono il riconoscimento del PDR.
Qualora almeno uno di questi registri un incremento positivo, allora il lavoratore può ricevere una somma di denaro variabile. Su questo importo è necessario però pagare una piccola percentuale di imposte.
Quest’ultima era originariamente pari al 10%, poi nel 2023 è stata ridotta al 5% e anche oggi, grazie alla Legge di Bilancio del 2024, si è mantenuta così.
In questo articolo scopriamo chi può ricevere il premio di risultato e come viene calcolato. Iniziamo!
Premio di produzione è un sinonimo che viene utilizzato per parlare di premio di risultato.
Facciamo riferimento a una forma di retribuzione variabile che si aggiunge a quella base mensile, il cui importo non è sempre uguale perché legato a incrementi di certi valori come la produttività, la redditività, la qualità, l’efficienza e l’innovazione misurabili e verificabili.
Il premio di produttività può essere pagato quando viene raggiunto un certo obiettivo di gruppo, di stabilimento o di azienda indicato in uno specifico accordo. Per l’Agenzia delle Entrate, però, non è sufficiente raggiungere questo obiettivo, ma deve esserci anche un incremento in positivo, cioè in aumento, rispetto ai periodi precedenti presi a riferimento per le stime.
È bene sapere, inoltre, che per poter ottenere il premio di produttività anche il lavoratore, e non solo l’azienda, deve rientrare in alcuni parametri ben specifici. Vediamo quali.
La legge ci offre le linee guida sia per introdurre il premio di risultato in azienda, sia per i requisiti che devono essere rispettati dal personale dipendente.
Per quanto riguarda questi ultimi, è possibile ricevere il PDR agevolato dal punto di vista fiscale a patto che:
È doveroso, però, fare alcune precisazioni in merito a questi due punti.
Per quanto riguarda la tipologia di reddito preso a riferimento, si intende solo ed esclusivamente quello da lavoro dipendente, quindi non si guarda il risultato complessivo del 730.
Nel reddito da lavoro dipendente vanno incluse tutte le somme percepite in connessione con il rapporto di lavoro dipendente. Sono quindi considerate sia le retribuzioni percepite nell’anno precedente da altri rapporti di lavoro, che le pensioni di ogni genere.
In riferimento ai 3.000 euro lordi, invece, è bene chiarire che non si tratta di un importo fisso, ma variabile. In altre parole: non è detto che tu riceva 3.000 euro se la tua azienda costituisce un premio di risultato, ma riceverai un importo variabile in base al risultato di gruppo raggiunto.
Questa, infatti, è solo una soglia massima lorda utile per valutare se rientrare nella tassazione agevolata oppure no.
Una volta istituito il premio di risultato, puoi decidere se:
Per quanto riguarda, invece, le regole per l’azienda, il premio deve:
Tornando un attimo alla possibilità di trasformarlo in welfare, salve queste tre condizioni, è l’accordo sindacale a determinare come e quando trasformarlo e la tempistica entro la quale dovrai comunicare questa scelta al tuo datore di lavoro.
Così facendo potrai usare il PDR per flexible benefit e quindi tutti i beni e servizi di welfare come ad esempio spese mediche, assistenza a familiari anziani o non autosufficienti, tasse universitarie, libri di testo, eccetera, oppure fringe benefitl’insieme dei vantaggi concessi dal datore di lavoro ai propri dipendenti come forma remunerativa complementare alla retribuzione principale (per es. auto a disposizione, borse di studio, viaggi premio, ecc.) More entro i limiti del 2024 di 2.000 euro e 1.000 euro a seconda che tu abbia o meno figli a carico.
Il premio di risultato è una forma di retribuzione che viene introdotta in seguito a un tavolo di confronto tra l’azienda e le organizzazioni sindacali.
In altre parole, il premio di risultato non può essere riconosciuto e quindi pagato ai dipendenti se prima non viene firmato questo accordo.
La strada da percorrere sarebbe più semplice se il datore di lavoro volesse introdurre, invece, un bonus o un qualche programma di welfare aziendale a favore del proprio personale dipendente.
In casi come questi, non è necessario firmare un accordo sindacale e quindi la scelta è più libera nei limiti, ovviamente, stabiliti dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi.
L’erogazione può essere effettuata da tutti i datori di lavoro, a eccezione della Pubblica Amministrazione, e ne possono godere tutti i lavoratori dipendenti del settore privato a patto che nell’anno precedente abbiano dichiarato un reddito da lavoro dipendente non superiore a 80.000 euro.
Per conoscere quando viene pagato il premio di produzione e con quali modalità di calcolo si raggiunge l’importo finale, dobbiamo fare riferimento sempre all’accordo sindacale che l’ha istituito.
Proprio in questo documento, infatti, saranno riportati gli indicatori che servono per la verifica del valore incrementale di cui abbiamo parlato all’inizio.
Questi potrebbero riguardare, ad esempio, gli indici di soddisfazione del cliente, i tempi di consegna, riduzione delle assenze al lavoro e molto altro.
In genere, poi, sempre all’interno dell’accordo sono riportate le regole relative a:
Queste sono alcune delle regole inserite nell’accordo, che ne contiene in verità molte altre.
È opportuno citare anche che alcuni accordi sindacali potrebbero legare l’importo del premio a situazioni specifiche del dipendente, come ad esempio ai suoi giorni di presenza o di assenza dal lavoro.
È pressoché impossibile fare un esempio di calcolo del premio di produzione perché ogni accordo stabilisce regole diverse da aziende a aziende.
I principali aspetti da rispettare sono:
Per essere certi di come si calcola il premio produzione, dunque, è bene leggere attentamente tutta la documentazione che l’azienda ti fornisce in merito e chiedere eventuali chiarimenti all’ufficio risorse umane nel caso tu abbia dei dubbi.
Per il calcolo del premio produzione netto, dobbiamo prima parlare della sua tassazione.
La questione relativa alla tassazione del premio di produzione è molto interessante. Più volte, le leggi di bilancio che si sono succedute hanno modificato l’aliquota di imposta che deve essere pagata sull’importo percepito.
L’imposta di cui parliamo non è l’Irpef, cioè Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, ma un’imposta sostitutiva sia dell’Irpef che delle addizionali regionali e comunali.
La tassazione del premio di produzione 2024 è pari al 5% se questo valore è lasciato in busta paga.
Se, infatti, hai ricevuto un PDR e hai deciso di lasciarlo nel corpo del cedolino, quindi liquido, e di non trasformarlo in welfare aziendale, questo importo sarà soggetto ai contributi Inps e anche a questa aliquota sostitutiva del 5%.
Se ti stai chiedendo, quindi, quanto è tassato il tuo premio di produzione la risposta è il 5% per il solo anno 2024. L’anno prossimo però non è detto che la Legge di Bilancio confermi questa aliquota, quindi le cose potrebbero cambiare.
Spieghiamo meglio con un esempio di tassazione 2024 del premio di produzione.
Come abbiamo avuto modo di spiegare, in Italia esiste la detassazione dei premi di risultato.
Questa non è sempre uguale, la detassazione premi di risultato per il 2024 è infatti pari al 5%.
Facciamo un esempio per capire come funziona la detassazione premio di produzione.
Supponiamo che ti venga pagato un premio di 1.000 euro. Su questa cifra lasciata in busta paga dovrai pagare:
Il valore netto del premio, quindi, lo otteniamo togliendo da 1.000 euro i 91,90 euro e i 45,41 euro. Quello che porti a casa è 863,00 euro.
Dipende dalla scelta che è stata fatta ovvero se lo lasci un busta paga oppure decidi di convertirlo in welfare aziendale.
Qualora decidessi di lasciarlo in busta paga, come abbiamo visto nel nostro esempio pratico, l’importo sarà imponibile per il calcolo dei contributi e quindi il premio produzione incide sulla pensione.
Se lo converti in welfare aziendale, invece, è esente da contributi e quindi l’importo non verrà preso in considerazione per il calcolo previdenziale.
Analizzata tutta la disciplina in materia di premio di risultato, vediamo se il premio produzione può essere tolto.
In primo luogo l’azienda, dopo averlo introdotto con tutta la procedura che abbiamo visto nei paragrafi precedenti, non è obbligata a rinnovarlo ogni anno.
Ad ogni modo, trattandosi di una somma che viene pagata al raggiungimento incrementale di uno o più obiettivi, potrebbe anche succedere che in mancanza del raggiungimento di questi target il dipendente venga escluso dal premio.
Questa non è una regola fissa, però, perché potrebbe anche succedere che in caso di mancato raggiungimento di uno o più obiettivi il premio venga pagato ugualmente senza però godere della detassazione 2024 che abbiamo spiegato in questo articolo.