Permessi allattamento: cosa sono e come funzionano

permessi allattamento
(foto Shutterstock)

Nel primo anno di vita del bambino hai diritto ai permessi per allattamento, che ti aiutano a rientrare in modo graduale al lavoro

Quando si diventa genitori può essere difficile orientarsi tra i vari diritti e strumenti a cui si può attingere. 

È importante sapere, infatti, che oltre ai congedi di maternità e paternità obbligatoria e al congedo parentale, spettano anche i permessi allattamento fino al primo anno di età del bambino.

Si tratta di riposi riconosciuti direttamente dalla legge ai neo genitori che sono, a tutti gli effetti, un loro diritto. Durante l’assenza a questo titolo ricevi la solita retribuzione, quindi non c’è nessuna penalità dal punto di vista economico. 

In questo articolo vedremo nel dettaglio a chi spettano e come funzionano. Iniziamo! 

Cosa sono i permessi di allattamento?

Se sei una lavoratrice madre hai diritto ai permessi allattamento e cioè ore di riposo giornaliere pagate che puoi prendere fino al raggiungimento di un anno di età del tuo neonato. Puoi farne richiesta in caso di parto, ma anche di adozione o affidamento: in questi due casi la scadenza dei permessi per allattamento è il primo anno in cui il bambino entra in famiglia.

Si tratta di permessi di allattamento retribuiti: per ogni ora ti spetta un’indennità pari alla tua retribuzione oraria e, anche nel calcolo dei tuoi contributi, queste ore sono considerate alla pari di quelle lavorate.

Ricordati che stiamo parlando di permessi allattamento INPS: questi, infatti, sono gestiti dall’Istituto di previdenza che ha anche una pagina completamente dedicata a questo tema. Il datore di lavoro, comunque, anticipa la somma in nome e per conto dell’istituto. 

Differenza tra permessi allattamento e permessi retribuiti​ 

Permessi allattamento e permessi retribuiti non sono la stessa identica cosa, perché fanno riferimento a situazioni diverse. 

Nello specifico: 

  • i permessi allattamento sono contenuti in una legge specifica che tutela al 100% sia la maternità che la paternità e sono previsti per uno scopo preciso cioè prendersi cura di proprio figlio attraverso l’allattamento; 
  • i permessi retribuiti, invece, possono essere presi per svariati motivi come, ad esempio, per sostenere un esame universitario mentre si lavora, oppure per assistere un familiare disabile. Esistono anche quelli per fare attività di volontariato e attività sociali. Le norme di riferimento, in questo caso, sono diverse e frammentate oltre a dover controllare sempre cosa dice anche il contratto collettivo. 

Permessi allattamento: cosa dice esattamente la normativa

Per avere ben chiara la definizione, è utile vedere cosa dice la normativa sui permessi per allattamento.

Il riferimento è l’articolo 39 del Testo Unico sulla maternità e paternità, che stabilisce che durante il primo anno di vita del bambino, il datore di lavoro deve consentire alla madre due periodi di riposo al giorno, anche cumulabili nella stessa giornata. Se l’orario di lavoro è inferiore alle sei ore giornaliere, il diritto è limitato a un solo periodo di riposo.

Il comma successivo precisa che ciascun periodo di riposo ha la durata di un’ora e che questi periodi sono considerati ore lavorative a tutti gli effetti, sia in termini di durata che di retribuzione. Hai quindi diritto a uscire dall’azienda durante quei momenti, senza alcuna penalizzazione.

Infine, se usufruisci di un asilo nido o di una struttura idonea messa a disposizione dal datore di lavoro, all’interno o nelle immediate vicinanze dell’unità produttiva, ogni periodo di riposo si riduce a mezz’ora.

Quindi, come vedi, si tratta di diritti pieni, garantiti dalla legge, con una durata specifica legata al tuo orario e ridotti solo se l’azienda fornisce strutture di supporto alla genitorialità.

Ma non solo: 

  • in quanto mamma sei libera di scegliere se utilizzare questi permessi oppure no, ma se decidi di usarli il datore di lavoro non può opporsi
  • essendo considerate ore lavorative, prenderai un’indennità uguale alla retribuzione che avresti percepito se avessi normalmente lavorato. 

Permesso allattamento: come funziona?

Fino al primo anno di vita del bambino o entro un anno dall’ingresso in famiglia del minore adottato o in affidamento, hai diritto a due ore al giorno di riposo se il tuo orario di lavoro è di almeno sei ore giornaliere. Se, invece, è inferiore puoi richiedere un riposo di un’ora al giorno. Attenzione, però, ci sono due situazioni in cui questo calcolo cambia.

Come funziona il permesso allattamento se il tuo datore di lavoro mette a disposizione un servizio di asilo nido? I riposi si dimezzano, quindi avrai diritto a:

  • un’ora in caso di orario giornaliero di almeno sei ore;
  • mezz’ora se il tuo orario giornaliero di lavoro è inferiore a sei ore.

C’è un caso, poi, in cui i riposi raddoppiano: il parto gemellare o plurimo e l’adozione o affidamento di almeno due bambini, anche non fratelli ed eventualmente entrati in famiglia in date diverse, ti danno diritto a quattro o due ore di permessi in base al tuo orario di lavoro giornaliero.

I permessi allattamento spettano anche al padre oltre che alla madre? 

Quando si parla di allattamento, la nostra mente associa subito la parola al gesto della mamma che porta il figlio al seno. 

Forse anche per questo motivo, quando parliamo di permessi allattamento siamo convinti che spettino solo alla mamma, ma non è così. 

La legge riconosce anche al padre i permessi allattamento

Partiamo prima, però, dall’analisi dei permessi allattamento della madre

Ne hai diritto se sei lavoratrice dipendente di tutte le casse INPS: sono incluse tutte le dipendenti private e pubbliche, quindi, a prescindere dalla tipologia di contratto. Tieni presente che, nel momento in cui vuoi farne richiesta, il rapporto di lavoro deve essere ancora in corso

Per quanto riguarda il padre, invece, come abbiamo detto anche lui in alcuni casi può farne domanda. Nello specifico: 

  • quando la madre rientra in una categoria di lavoratrici che non ha diritto a questo riposo. Pensiamo, per esempio, alle lavoratrici in partita IVA o che fanno un lavoro domestico
  • se non le utilizza, perché dopo il parto si è ammalata gravemente.

Al contrario, il papà non può mai chiedere permessi per allattamento quando:

È necessario presentare un modulo per la richiesta di permessi allattamento?

Per ottenere questo permesso serve presentare una richiesta scritta al proprio datore di lavoro e, in alcuni casi, fare anche domanda all’INPS. 

Se sei la mamma, non dovrai presentare una domanda specifica all’INPS. Per poter godere di queste ore dovrai, però, accordarti con il tuo datore di lavoro, prima dell’inizio del periodo in cui vuoi utilizzarli. 

Questo vale per tutte le categorie, poiché i permessi allattamento saranno pagati direttamente dall’INPS e non in busta paga, tranne per: 

  • le lavoratrici agricole, dello spettacolo con contratto a termine o saltuarie; 
  • le lavoratrici che stanno ricevendo pagamento diretto di cassa integrazione anche in deroga.

Al contrario, se sei papà dovrai: 

  • presentare domanda all’INPS direttamente dal sito dedicato, accedendo all’area riservata con SPID oppure utilizzando i codici della Carta d’identità elettronica; 
  • presentare anche una richiesta scritta al datore di lavoro in base alle regole aziendali interne. 

Permessi allattamento fino a quando​ si possono usufruire?  

Non abbiamo ancora affrontato un tema molto importante e cioè fino a quando puoi prendere permessi allattamento

Il Testo Unico della maternità e paternità, è molto chiaro sul punto: puoi prendere questi riposi fino all’anno di vita del figlio oppure fino al primo anno dall’ingresso del minore in famiglia.

Questo vuol dire che i permessi allattamento possono essere presi fino al giorno del compleanno compreso? Allo scoccare del primo anno di vita, o del primo anno in famiglia in caso di adozioni o affidamenti, non sarà più possibile fare domanda e dovranno essere utilizzate altre forme di flessibilità per conciliare meglio vita genitoriale e lavoro.  

I permessi allattamento sono cumulabili in un giorno? 

Può essere che tu ti stia chiedendo se i permessi allattamento sono cumulabili in un giorno solo. La risposta è dipende. 

Come abbiamo visto nel corso dell’articolo, la legge dice che i due periodi di riposo possono essere presi anche “cumulati” nell’arco di una stessa giornata.

Attenzione però: questo non vuol dire che le due ore al giorno a cui puoi aver diritto, possono essere spostate in blocco tutte in un unico giorno.

In pratica, non puoi assentarti dal lavoro un giorno intero a titolo di permessi allattamento.

Quindi, se hai diritto a due ore di permesso, le puoi prendere attaccate e non per forza un’ora al mattino, ad esempio, e un’ora al pomeriggio. 

Proprio per questo devi tenere conto che:  

  • la legge specifica anche che le ore a cui hai diritto sono “al giorno”; 
  • questi permessi sono strettamente collegati all’esigenza, giornaliera, di allattare il tuo bambino. 

Si possono usufruire permessi allattamento e ferie nello stesso giorno​? 

Un’altra cosa importante da sapere quando si parla di permessi allattamento è che non sempre si possono prendere insieme ad altri strumenti previsti dalla legge. 

Non è possibile, infatti, ridurre la giornata lavorativa prendendo 2 ore di congedo parentale a ore e 2 ore di allattamento perché entrambi derivano dalla stessa disciplina che tutela la maternità o la paternità. 

È possibile, però, prendere permessi allattamento e due ore di ROL oppure di permessi legge 104, se il figlio che devi accudire ha una disabilità. 

Per quanto riguarda, invece, i permessi allattamento e ferie nello stesso giorno, non è possibile l’uso contemporaneo di ferie e permessi, a meno che il CCNL applicato al tuo rapporto di lavoro non permetta di richiedere le ferie a ore

Durante l’assenza per questi permessi, però, continui a maturare il diritto alle ferie.

Cosa fare in caso di permesso allattamento negato? 

Il permesso allattamento negato non è una pratica corretta. Essendo un diritto della lavoratrice madre, ma come abbiamo visto anche del lavoratore padre, il datore di lavoro non può opporsi al riconoscimento di questi riposi. 

Nel caso ti capitasse, riporta al tuo datore di lavoro l’articolo del Testo Unico che tratta di questi riposi e cerca di trovare un punto di incontro. 

In queste fasi così delicate, è sempre bene mantenere un comportamento collaborativo in modo da permettere al titolare di organizzarsi nel modo migliore nelle ore in cui sarai assente.

 

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