Chi deve pagare l’imposta sul reddito delle persone fisiche, quali sono le aliquote e le modalità di pagamento
L’IRPEF è l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Devono pagarla tutte le persone (e non le società) che producono redditi.
L’imposta non è uguale per tutti, ma varia a seconda del reddito della persona. Per questo motivo, viene chiamata “imposta progressiva” dato che all’aumentare del reddito aumenta anche l’aliquota, e cioè la percentuale, di imposta da pagare.
Ma non solo: è progressiva anche perché se ti trovi nella fascia di reddito più alta, non paghi solo la percentuale relativa a quella fascia, ma anche tutte quelle relative agli scaglioni precedenti.
L’IRPEF è una delle principali fonti di entrata per lo Stato e serve quindi a finanziare moltissime attività. Ad esempio:
L’IRPEF non si paga solo sul reddito da lavoro dipendente, ma su tutto il reddito complessivo annuo che si è determinato nell’anno di riferimento.
Sono chiamate a pagare l’Imposta, infatti, tutte le persone, cittadini o no, che in Italia possiedono almeno una delle seguenti tipologie di reddito:
Per calcolare l’IRPEF si parla di reddito complessivo, ovvero della somma di una o più tipologie elencate sopra.
In Italia, i residenti devono dichiarare tutti i redditi ottenuti, quindi si tiene conto sia di quelli prodotti all’interno del Paese, sia quelli prodotti all’estero. Per i non residenti, invece, questa tassa si paga solamente per i proventi prodotti nel territorio italiano.
Ci sono invece esenzioni IRPEF, la cosiddetta “no tax area”, per:
Veniamo ora al tema più cruciale e cioè come si calcola l’IRPEF. È utile, però, fare una premessa: il calcolo spesso dipende anche dalla tua situazione reddituale, ma soprattutto dalle detrazioniSono una somma da sottrarre alle imposte che dovrebbero essere pagate annualmente. Vengono riconosciute in base a determinati requisiti di reddito e personali. More e agevolazioni fiscali a cui puoi avere diritto che permettono di abbattere l’imposta finale da pagare.
Premesso questo, la prima cosa da tenere a mente è che si tratta di un’imposta progressiva: ciò significa che aumenta in modo proporzionale all’aumentare del reddito. Le diverse aliquote di applicazione, infatti, aumentano in proporzione a diversi scaglioni di reddito che vengono ciclicamente modificati in base alle diverse leggi di bilancio.
Per l’IRPEF 2024, ma anche per l’IRPEF 2025, le percentuali sono le seguenti:
Dopo aver sommato i guadagni, si procede con le detrazioni delle spese sostenute dal contribuente, che proprio per la loro rilevanza vanno a diminuire l’importo imponibile usato per il calcolo delle imposte. Un esempio di deduzione sono i contributi volontari pagati per la previdenza complementare.
Per il periodo d’imposta 2025 si conferma la misura prevista già nel 2024 per cui i cittadini:
sono sollevati dall’obbligo di pagare le imposte.
Come forse saprai, la pensione può avere tempi di pagamento diversi rispetto alle normali retribuzioni.
Dal 2025, quindi, sull’importo della pensione verranno applicate le stesse percentuali che abbiamo visto nei paragrafi precedenti e cioè 23%, 35% e 43%. L’unica cosa che potrai eventualmente notare nel cedolino è il ricalcolo corretto dell’imposta del 2024 e delle relative addizionali regionali e comunali.
Come specificato dall’INPS, infatti, sono state effettuate le operazioni di rinnovo delle pensioni per l’anno 2025. Queste operazioni possono aver portato conguagli a credito (somme cioè che ti devono essere pagate in più) o a debito (somme che devi pagare) relativi all’importo di pensione erogato nell’anno 2024.
Quando parliamo di imposta IRPEF non dobbiamo considerare solo l’IRPEF lorda e quella netta, ma anche tutti quei meccanismi fiscali che permettono di pagare meno, in presenza di determinati requisiti stabiliti dalla legge. Parliamo cioè delle detrazioni IRPEF.
All’importo lordo, infatti, vanno tolte tutta una serie di somme che vengono riconosciute dallo Stato per la particolare posizione fiscale e familiare del lavoratore. In questo caso parliamo delle detrazioni da lavoro dipendente, che vanno a diminuire l’IRPEF da pagare.
Questa tassa, infatti, è definita anche “personale”, perché deve tener conto della situazione del singolo contribuente.
Per il 2025 viene reso strutturale, e quindi definitivo, quanto valeva per le detrazioni IRPEF 2024 e cioè per tutti coloro che hanno un reddito entro i 15.000 €, spettano 1.955 € di detrazione che poi si riducono per le fasce di reddito più alte, ma comunque entro i 50.000 €.
Un altro esempio sono i familiari a carico, che comportano altre riduzioni. Mentre per i figli fiscalmente a carico fino ai 21 anni di età, gran parte delle detrazioni sono state incluse nell’assegno unico e universale, per i figli over 21 ci sono delle novità.
Dalla legge di bilancio si capisce che la detrazione per figli fiscalmente a carico 2025 scompare per tutti i figli che hanno un’età superiore ai 30 anni, a meno che non abbiano una disabilità.
Nel caso in cui tu abbia presentato la dichiarazione dei redditi con il Modello 730 e da questo risulta che hai un credito d’imposta, vuol dire che durante l’anno di riferimento hai versato più imposta di quella che dovevi e dunque l’Agenzia delle entrate ti deve restituire questa somma.
Per quale motivo? Magari hai avuto più rapporti di lavoro e non è stata correttamente consegnata la Certificazione UnicaÈ un documento ufficiale utile ai fini previdenziali, assicurativi e fiscali che attesta i redditi percepiti e i contributi versati per un determinato contribuente. I sostituti di imposta sono i responsabili dell’emissione per i redditi erogati. More provvisoria e quindi il nuovo datore di lavoro ha applicato l’imposta non conoscendo la tua reale situazione economica e finanziaria.
Ad ogni modo, questo credito non viene perso, ma ti verrà restituito direttamente in busta paga.
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