È uno degli obblighi principali del lavoratore, violarlo può giustificare il licenziamento per giusta causa
L’obbligo di fedeltà del lavoratore è il terzo dei principali obblighi da rispettare sul lavoro, insieme agli obblighi di diligenza e di obbedienza.
Un dipendente deve quindi svolgere il lavoro con diligenza, eseguire le direttive dell’azienda, e non deve attuare dei comportamenti che possano andare contro gli interessi del datore di lavoro.
Vediamo allora in cosa consiste l’obbligo di fedeltà del lavoratore, iniziando dalla legge e dalla giurisprudenza (cioè le sentenze e decisioni giuridiche) che ce lo spiegano.
L’obbligo di fedeltà è previsto in un’apposita sezione del Codice Civile, l’articolo 2105. L’articolo dice: “Il dipendente, durante il periodo lavorativo alle dipendenze del datore di lavoro, non deve collaborare, eseguire prestazioni, essere assunto presso aziende dello stesso settore o concorrenti, né può svolgere attività, anche in forma autonoma, che facciano concorrenza al proprio datore di lavoro”.
Qual è la logica che giustifica quest’obbligo? Gli interessi tutelati da questo articolo sono svariati e hanno un obiettivo comune: evitare che il dipendente infedele possa danneggiare l’azienda.
No. Si tratta di un obbligo che ha fonte legale e non contrattuale. Significa, cioè, che chi lavora deve rispettare quest’obbligo anche se non è stato esplicitato nel contratto di lavoro o nella lettera di assunzione.
È un obbligo che riguarda tutti i lavoratori, indipendentemente dal livello e/o dalla mansione. Certamente è più importante per chi svolge ruoli di particolare responsabilità e ha accesso a informazioni riservate, spesso decisive per il raggiungimento degli obiettivi di performance aziendale. Ciò non toglie che anche chi svolge ruoli operativi debba evitare comportamenti che violino l’obbligo.
Alcuni comportamenti sono descritti già nell’articolo 2105 del Codice Civile, che prevede il divieto per il dipendente di:
Attenzione, però, si tratta di un elenco esemplificativo e non completo. Nel tempo, infatti, all’obbligo si sono aggiunti altri comportamenti grazie a sentenze e decisioni giuridiche, per esempio bisogna evitare:
La violazione dell’obbligo di fedeltà del lavoratore è un’ipotesi di giusta causa di licenziamento e può legittimare anche un’azione di risarcimento dei danni da parte dell’azienda nei confronti del lavoratore.
Leggi anche:
Quali sono gli obblighi dei lavoratori?
Il patto di non concorrenza: come calcolare il giusto corrispettivo economico