Obbligo di fedeltà del lavoratore: che cos’è e cosa bisogna fare per rispettarlo

obbligo di fedeltà del lavoratore
(foto Shutterstock)

È uno degli obblighi principali del lavoratore, violarlo può giustificare il licenziamento per giusta causa

L’obbligo di fedeltà del lavoratore è il terzo dei principali obblighi da rispettare sul lavoro, insieme agli obblighi di diligenza e di obbedienza. 

Un dipendente deve quindi svolgere il lavoro con diligenza, eseguire le direttive dell’azienda, e non deve attuare dei comportamenti che possano andare contro gli interessi del datore di lavoro.

Vediamo allora in cosa consiste l’obbligo di fedeltà del lavoratore, iniziando dalla legge e dalla giurisprudenza (cioè le sentenze e decisioni giuridiche) che ce lo spiegano.

Cosa significa “obbligo di fedeltà del lavoratore dipendente”?

L’obbligo di fedeltà è previsto in un’apposita sezione del Codice Civile, l’articolo 2105. L’articolo dice: “Il dipendente, durante il periodo lavorativo alle dipendenze del datore di lavoro, non deve collaborare, eseguire prestazioni, essere assunto presso aziende dello stesso settore o concorrenti, né può svolgere attività, anche in forma autonoma, che facciano concorrenza al proprio datore di lavoro.

Qual è la logica che giustifica quest’obbligo? Gli interessi tutelati da questo articolo sono svariati e hanno un obiettivo comune: evitare che il dipendente infedele possa danneggiare l’azienda. 

L’obbligo di fedeltà del lavoratore deve essere previsto nel contratto di lavoro?

No. Si tratta di un obbligo che ha fonte legale e non contrattuale. Significa, cioè, che chi lavora deve rispettare quest’obbligo anche se non è stato esplicitato nel contratto di lavoro o nella lettera di assunzione.

È un obbligo che riguarda tutti i lavoratori, indipendentemente dal livello e/o dalla mansione. Certamente è più importante per chi svolge ruoli di particolare responsabilità e ha accesso a informazioni riservate, spesso decisive per il raggiungimento degli obiettivi di performance aziendale. Ciò non toglie che anche chi svolge ruoli operativi debba evitare comportamenti che violino l’obbligo.

Quali sono le condotte che il lavoratore deve evitare?

Alcuni comportamenti sono descritti già nell’articolo 2105 del Codice Civile, che prevede il divieto per il dipendente di:

  • collaborare, eseguire prestazioni lavorative, essere assunto presso aziende dello stesso settore o concorrenti;
  • svolgere attività, anche in forma autonoma, che facciano concorrenza al proprio datore di lavoro.

Attenzione, però, si tratta di un elenco esemplificativo e non completo. Nel tempo, infatti, all’obbligo si sono aggiunti altri comportamenti grazie a sentenze e decisioni giuridiche, per esempio bisogna evitare:

  • la violazione dell’obbligo di riservatezza;
  • l’utilizzo ai fini propri di informazioni e/o segreti commerciali;
  • la registrazione audio e/o video dei processi produttivi o delle tecniche commerciali.

Che cosa succede se si viola l’obbligo di fedeltà?

La violazione dell’obbligo di fedeltà del lavoratore è un’ipotesi di giusta causa di licenziamento e può legittimare anche un’azione di risarcimento dei danni da parte dell’azienda nei confronti del lavoratore.

 

Leggi anche:

Quali sono gli obblighi dei lavoratori?

Il patto di non concorrenza: come calcolare il giusto corrispettivo economico

Il patto di non concorrenza: gli strumenti di tutela

Iscriviti alla nostra newsletter

Ricevi gratuitamente le ultime novità, le storie e gli approfondimenti sul mondo del lavoro.