Premio di produzione: detassazione confermata anche per il 2025

Premio di produzione
(foto Shutterstock)

Grande agevolazione fiscale confermata anche per il 2025 con un vantaggio per il personale dipendente

La Legge di Bilancio 2025 ha confermato anche per quest’anno la tassazione agevolata sui premi di produzione riconosciuti ai lavoratori del settore privato. 

Si tratta di un’imposta sostitutiva pari al 5%, molto più leggera rispetto alla normale tassazione IRPEF, che si applica fino a un massimo di 3.000 euro lordi all’anno. Per beneficiare dell’agevolazione resta comunque il limite di reddito: possono accedervi solo i lavoratori che nell’anno precedente non hanno superato gli 80.000 € lordi. 

Le istruzioni operative sono state fornite dall’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 4/E del 16 maggio 2025. In questo articolo vediamo chi può ricevere il premio di risultato e come viene calcolato.

Che cos’è un premio di produzione?

I premi di risultato, conosciuti anche come premi produzione o con l’acronimo PDR, sono somme erogate dal datore di lavoro ai propri dipendenti per incentivare la produttività e premiare i risultati raggiunti.

Per poterli introdurre in azienda è necessario seguire una procedura ben definita: occorre sottoscrivere un accordo sindacale aziendale o territoriale, nel quale siano indicati i parametri che determinano il diritto al premio. Solo se tali obiettivi vengono effettivamente raggiunti, il lavoratore può ricevere una somma in denaro, solitamente variabile in base al risultato ottenuto.

Questa somma è soggetta a tassazione agevolata. Inizialmente fissata al 10%, l’aliquota è stata ridotta al 5% nel 2023 e, grazie alle successive proroghe previste dalle Leggi di Bilancio, rimane valida anche per il 2025.

Come funziona il premio di produzione?

Premio di produzione è un termine spesso utilizzato come sinonimo di premio di risultato. Si tratta di una forma di retribuzione variabile che si aggiunge allo stipendio mensile base, ma il cui importo può cambiare di anno in anno.

Questo tipo di premio è legato a obiettivi misurabili e verificabili, come produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione.

Il premio di produttività può essere riconosciuto quando viene raggiunto un certo obiettivo di gruppo, di stabilimento o aziendale, purché definito all’interno di uno specifico accordo sindacale.

Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate chiarisce che non basta raggiungere quell’obiettivo: deve esserci anche un incremento positivo, cioè un miglioramento rispetto ai risultati di uno o più periodi precedenti usati come riferimento.

Infine, per ricevere il premio non è sufficiente che l’azienda lo preveda: anche tu, come lavoratore, devi rientrare in precisi requisiti soggettivi. Nel prossimo paragrafo vediamo quali sono i requisiti per ottenere il premio di produttività.

Premio produzione 2025: le ultime novità 

La legge ci offre le linee guida sia per introdurre il premio di risultato in azienda, sia per i requisiti che devono essere rispettati dal personale dipendente. 

Se rientri tra quest’ultimo puoi ricevere il PDR agevolato dal punto di vista fiscale a patto che: 

  • il reddito da lavoro dipendente dell’anno precedente sia entro gli 80.000 €
  • l’importo del premio sia entro i 3.000 € lordi annuali.  

È doveroso, però, fare alcune precisazioni in merito a questi due punti. 

Per quanto riguarda la tipologia di reddito preso a riferimento, si intende solo ed esclusivamente quello da lavoro dipendente, quindi non si guarda il risultato complessivo del 730.

Nel reddito da lavoro dipendente vanno incluse tutte le somme percepite in connessione con il rapporto di lavoro dipendente. Sono quindi considerate sia le retribuzioni percepite nell’anno precedente da altri rapporti di lavoro, che le pensioni di ogni genere.

In riferimento ai 3.000 € lordi, invece, è bene chiarire che non si tratta di un importo fisso, ma variabile. In altre parole: non è detto che tu riceva 3.000 € se la tua azienda costituisce un premio di risultato, ma riceverai un importo variabile in base al risultato di gruppo raggiunto

Questa, infatti, è solo una soglia massima lorda utile per valutare se rientrare nella tassazione agevolata oppure no. 

Una volta istituito il premio di risultato, puoi decidere se: 

Per quanto riguarda, invece, le regole per l’azienda, il premio deve: 

  • essere introdotto con un accordo sindacale;
  • lo stesso accordo, una volta firmato, deve essere depositato sul sito Cliclavoro.gov.it entro 30 giorni dalla firma;
  • essere legato a specifici incrementi, come ad esempio quello di qualità o produttività, e indicatori; 
  • avere un certo periodo di tempo, ad esempio 1 anno oppure per 6 mesi. 

Qual è la differenza tra un premio di risultato e un bonus?

Il premio di risultato è una forma di retribuzione aggiuntiva che si stabilisce attraverso un accordo tra l’azienda e i sindacati. Senza la firma di questo accordo non può essere riconosciuto né pagato. 

È proprio grazie a questo accordo che si può beneficiare di un’imposta sostitutiva ridotta, al posto delle normali tasse previste dall’IRPEF, che sono più alte.

Se invece il datore di lavoro decidesse di introdurre un bonus in busta paga, il percorso sarebbe più semplice, ma con effetti diversi. In questo caso, infatti, sulla somma verrebbero applicate le imposte ordinarie secondo le aliquote IRPEF. 

Questo comporterebbe un netto più basso per te, perché la differenza tra quanto versato dal datore di lavoro e quanto realmente incassato in busta paga sarebbe maggiore.

Chi può ricevere il premio di produzione?

Il premio di risultato può essere riconosciuto da tutte le aziende private, mentre non riguarda la Pubblica Amministrazione. Puoi riceverlo se hai un contratto da dipendente nel settore privato e, nell’anno precedente, hai dichiarato un reddito da lavoro dipendente non superiore a 80.000 €.

Premio produzione: quando viene pagato e quanto?

Per sapere quando viene pagato il premio di produzione e come si calcola l’importo finale, bisogna guardare all’accordo sindacale che lo ha istituito. È proprio in questo documento che vengono indicati gli elementi da controllare per verificare l’aumento di valore di cui abbiamo parlato all’inizio.

Gli indicatori possono essere diversi: la soddisfazione dei clienti, i tempi di consegna, la riduzione delle assenze dal lavoro e altri ancora.

Di solito, nello stesso accordo si trovano anche le regole riguardo a vari aspetti, come ad esempio:

  • tempi previsti per il pagamento;
  • eventuale riduzione del premio per chi lavora part time;
  • calcolo del premio in base ai mesi di servizio;
  • pagamento del premio anche alle persone con contratto in somministrazione;
  • riconoscimento del premio alle dipendenti in maternità obbligatoria.

Questi sono solo alcuni esempi, perché l’accordo contiene in realtà molte altre regole. Va anche ricordato che, in alcuni casi, l’importo del premio può essere collegato a situazioni personali, come i giorni di presenza o di assenza dal lavoro.

Premio produzione: come si calcola?

È difficile fare un esempio unico di calcolo del premio di produzione, perché ogni accordo prevede regole diverse da azienda ad azienda.

In generale, però, ci sono alcuni aspetti fondamentali:

  • le somme devono essere legate a miglioramenti di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione;
  • questi miglioramenti vanno misurati con indicatori precisi, scelti insieme dalle parti nell’accordo;
  • la misurazione deve essere effettuata entro un periodo stabilito sempre dalle parti coinvolte.

Per capire con certezza come si calcola il premio di produzione, è importante leggere con attenzione la documentazione che l’azienda ti consegna e, se hai dubbi, chiedere chiarimenti all’ufficio risorse umane.

Quando si parla di calcolo del premio netto, bisogna considerare prima di tutto la sua tassazione.

La tassazione del premio di produzione  

La tassazione del premio di produzione è un aspetto molto importante. Negli anni, le diverse leggi di bilancio hanno cambiato più volte l’aliquota, cioè la percentuale di tasse che devi pagare sull’importo ricevuto.

In questo caso, non si parla di IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), ma di un’imposta sostitutiva, che prende il posto sia dell’IRPEF che delle addizionali regionali e comunali.

Per il 2025, la tassazione del premio di produzione è pari al 5%, se il premio resta in busta paga. Questo significa che, se hai ricevuto un PDR e lo lasci nel cedolino come importo in denaro, senza trasformarlo in servizi di welfare aziendale, quella somma sarà soggetta ai contributi INPS e a questa imposta sostitutiva del 5%.

In pratica, fino al 2027, il tuo premio di produzione viene tassato al 5%, come stabilito dalla Legge di Bilancio 2025.

Vediamo ora un esempio concreto di tassazione del premio di produzione.

Detassazione premi di risultato 2025

Come abbiamo già visto, in Italia è prevista la detassazione dei premi di risultato. Questa percentuale non è sempre uguale: per il 2025 la detassazione è pari al 5%.

Facciamo un esempio per capire meglio come funziona la detassazione del premio di produzione.

Se ti viene riconosciuto un premio di 1.000 € e decidi di lasciarlo in busta paga, su questa cifra dovrai pagare:

  • contributi INPS, che in genere sono pari al 9,19%. In questo caso corrispondono a 91,90 €;
  • imposta sostitutiva (al posto dell’IRPEF) pari al 5%, cioè 45,41 €.

Il valore netto del premio si calcola togliendo da 1.000 € sia i 91,90 € di contributi che i 45,41 € di imposta. Quello che effettivamente ricevi è quindi 863,00 €.

Premio produzione: incide sulla pensione?

Tutto dipende dalla tua scelta: puoi lasciare il premio in busta paga oppure convertirlo in welfare aziendale.

Se decidi di lasciarlo in busta paga, come visto nell’esempio pratico, l’importo viene considerato per il calcolo dei contributi INPS. In questo modo, il premio incide anche sulla tua pensione futura.

Se invece scegli di trasformarlo in welfare aziendale, il premio è esente da contributi e quindi non verrà preso in considerazione ai fini previdenziali.

Il premio di risultato può essere convertito in welfare?

Una volta maturato il diritto a ricevere il premio di risultato, sarà l’accordo sindacale a determinare come e quando trasformarlo e la tempistica entro la quale dovrai comunicare questa scelta al tuo datore di lavoro. 

Così facendo potrai usare il PDR per flexible benefit e quindi tutti i beni e servizi di welfare come ad esempio spese mediche, assistenza a familiari anziani o non autosufficienti, tasse universitarie, libri di testo, eccetera, oppure fringe benefit entro i limiti di 1.000 o 2.000 € a seconda che tu abbia o meno figli a carico.

Il premio produzione può essere tolto?

Dopo aver analizzato tutta la disciplina sul premio di risultato, vediamo se il premio di produzione può essere tolto.

L’azienda, dopo averlo introdotto con la procedura che abbiamo visto in precedenza, non è obbligata a rinnovarlo ogni anno. Inoltre, siccome si tratta di una somma legata al raggiungimento di obiettivi precisi, può accadere che, se questi non vengono raggiunti, tu in quanto dipendente non riceva il premio.

Non si tratta però di una regola fissa. In alcuni casi, anche senza il raggiungimento degli obiettivi, il premio può comunque essere pagato, ma in questo caso non si applica la detassazione di cui abbiamo parlato.

Premio di risultato e assenze

Un tema spesso discusso riguarda il rapporto tra premio di risultato e assenze dal lavoro. In generale, il premio viene introdotto per aumentare la produttività e, per questo motivo, alcuni accordi prevedono che l’importo possa variare in base alla presenza effettiva della persona dipendente.

Questo significa che assenze prolungate, come malattia, permessi non retribuiti o aspettative, possono ridurre l’importo finale del premio.

È importante però sottolineare che ciò non deve portare a trattamenti discriminatori. Le assenze tutelate dalla legge, come la maternità obbligatoria o i permessi legati alla disabilità, non dovrebbero mai penalizzare chi le utilizza.

 

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