Regime forfettario 2023: tutte le novità per le partite IVA

Regime forfettario 2023: tutte le novità per le partite IVA
(foto Shutterstock)

Nel 2023 il plafond passa da 65.000 a 85.000 euro. Vediamo insieme quali sono i requisiti, i vantaggi, i limiti e tutte le novità del regime forfettario

Non tutte le partite IVA devono applicare lo stesso regime fiscale. Ne esistono infatti di diversi a seconda del cosiddetto “volume d’affari”, cioè il fatturato che un professionista produce in un anno.

Il regime fiscale è un insieme di regole da seguire per definire il reddito, annotare le spese sostenute e i ricavi incassati e determinare le imposte e i tributi da versare. 

Il regime forfettario è una soluzione particolarmente vantaggiosa perché, all’interno di una forbice di reddito piuttosto ampia, la percentuale di tasse da pagare non aumenta al variare del reddito, ma è stabilita in misura fissa.

Con la legge di bilancio 2023, il plafond di ricavi e compensi è stato aumentato, estendendo così la possibilità di accedere al regime forfettario a una platea molto più ampia di lavoratori autonomi.

Fino allo scorso anno il volume d’affari massimo per godere di questo regime era 65.000 euro. Da quest’anno, il limite è stato esteso a 85.000 euro.  

Ma quali sono novità sono previste per il 2023? Quali i requisiti per accedere? Scopriamolo insieme.

Regime forfettario, cos’è

Si tratta di un meccanismo fiscale agevolato pensato per favorire l’apertura di nuove attività di lavoro autonomo e per sostenere quelle già attive, ma comprese entro un certo volume d’affari, oggi pari a 85.000 euro.

Si parla di regime forfettario semplificato perché prevede queste agevolazioni:

  • è prevista una percentuale IRPEF molto bassa, pari al 5% per i primi 5 anni e poi al 15% (ed è per questo definita “flat tax”)
  • non c’è obbligo di applicazione e versamento dell’IVA
  • non c’è obbligo di registrazione degli importi finanziari in entrata e in uscita
  • non c’è obbligo di redazione del bilancio a fine anno. 

Attenzione: non tutti possono optare per questo regime. Rimangono escluse  tutte le società sia di persone (S.n.c., S.a.s.) che di capitali (S.p.a., S.r.l.) qualunque sia il loro fatturato.

Requisiti 

Per godere delle agevolazioni previste è obbligatorio rispettare precisi vincoli, in particolare:

  • se nell’anno si è lavorato anche come dipendenti, bisogna aver percepito massimo 30.000 euro da lavoro subordinato
  • avere massimo 20.000 euro di spese accessorie se ci si avvale di personale dipendente o collaboratori per la propria attività 
  • massimo 85.000 euro di ricavi e compensi incassati nell’anno. 

Se l’attività è già avviata, i requisiti devono essere rispettati rigorosamente. Se invece hai aperto da poco la partita IVA, viene considerato il presunto.

Attenzione: se il contribuente ha già superato, nel 2022, la vecchia soglia massima di 65.000 euro, nel 2023 potrà rimanere nel regime semplificato, a patto che non superi il nuovo limite di 85.000 euro.

Quali sono le novità per il 2023

La novità più rilevante per l’anno in corso è l’innalzamento dei compensi massimi da 65.000 euro, previsti fino al 2022, a 85.000 euro, con un allargamento del plafond di ben 20.000 euro. 

Questo vuol dire che si possono incassare ricavi e compensi fino a 85.000 euro. Superata questa soglia, non si rientra più nel regime forfettario. 

La seconda novità rilevante riguarda proprio quest’ultimo caso: cosa succede se sfori il tetto massimo?

Gli scenari sono due: 

  1. i ricavi incassati superano gli 85.000 euro ma rimangono entro i 100.000 euro. In questo caso, la perdita del regime avverrà nell’anno successivo 
  2. i ricavi incassati sono superiori a 100.000 euro. In questo caso la decadenza sarà immediata

Come si calcola il reddito imponibile 

Per capire su quale base graverà la cosiddetta flat tax, all’ammontare dei ricavi effettivamente incassati deve essere applicato uno specifico coefficiente di redditività stabilito a priori dalla legge, che varia in base al codice ATECO

Ad esempio, per le attività professionali è previsto un coefficiente del 78%, mentre un per l’attività di intermediazione commerciale un 62%. 

Una volta ottenuto l’importo, applicherò la percentuale, che è già comprensiva anche di tutte le tasse da pagare a titolo di addizionale comunale e regionale:

  • 5% per i primi 5 anni di attività
  • 15% dal 6° anno in poi

Attenzione: poiché si tratta di una percentuale forfettaria, nessun tipo di spesa può essere detratta o, come si dice informalmente, “scaricata”. 

Un esempio comune sono le spese mediche, oppure le spese legate all’attività, come un computer, un viaggio di lavoro, ecc. Con questo regime, tutti questi costi non possono essere scaricati.

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