La colluttazione tra colleghi in ufficio non sempre costituisce giusta causa di licenziamento
Un lavoratore è stato licenziato perché coinvolto in una colluttazione. Aggredito da un sottoposto in modo verbale e fisico, non si è limitato a proteggersi, ma ha reagito in maniera molto dura causando al collega lesioni fisiche rilevanti.
È possibile licenziare per giusta causa un dipendente coinvolto in una rissa con un collega che oltrepassa il limite della difesa personale?
Per fare chiarezza, è importante prima di tutto distinguere il diverbio dalla rissa. Su questo fondamentale punto, la Cassazione ha voluto precisare che la breve durata del litigio e il fatto che fosse bastata una sola persona per interromperlo faceva capire che in casi simili non si trattava di reato di rissa, ma di diverbio litigioso punito dal c.c.n.l. come sanzione disciplinare conservativaSono le sanzioni diverse dal licenziamento e vanno dal rimprovero verbale alla sospensione del lavoro e dalla retribuzione More. La rissa invece avrebbe motivato un licenziamento per giusta causaÈ il licenziamento inflitto senza preavviso a fronte di una condotta del dipendente talmente grave da non consentire la prosecuzione, neanche temporanea, del rapporto. More o per giustificato motivo soggettivo.
Vi sono anche altri due elementi che sono stati valutati come determinanti per il giudizio finale:
Per queste motivazioni la Corte di Cassazione (Sentenza 29090/2019) ha ritenuto illegittimo il licenziamento per giusta causa, condannando il datore di lavoro al pagamento di una indennità risarcitoria pari a 24 mesi calcolati sull’ultima retribuzione, ma non la reintegrazioneÈ una delle forme di tutela del lavoratore in caso di licenziamento illegittimo e consiste nell’obbligo, a carico del datore di lavoro, di riammettere il dipendente nella posizione che occupava prima del licenziamento. More del posto di lavoro come stabilito nel d.lgs. 23/2015.