La rottamazione dei contributi INPS permette di pagare in misura agevolata i debiti contributivi accumulati tra il 2000 e il 2022
Il nome può trarre in inganno. Non si tratta di rottamare i contributi pagati, cioè di annullare anni di versamenti all’INPS. La rottamazione riguarda gli avvisi di addebito e le cartelle di pagamento relative a contributi non pagati.
Con la nuova rottamazione prevista dalla legge di bilancio 2023, il Governo consente a lavoratori e aziende di pagare, anche a rate, tutti i contributi non versati, senza nessun interesse o sanzione aggiuntiva.
Dal momento in cui viene pagata la prima rata, vengono bloccati i pignoramenti e viene rilasciato il DURC(Documento Unico di Regolarità Contributiva) È un certificato rilasciato dall’INPS che attesta la regolarità contributiva di una azienda, con validità di 120 giorni dal rilascio. More, cioè il Documento unico di regolarità contributiva.
Lo spiegano nel dettaglio i commi 231-251 della Legge di Bilancio 2023. Possono essere rottamati non solo i contributi INPS, ma anche le somme dovute a titolo di imposta, come ad esempio le tasse, l’IMU, la tassa sui rifiuti, ecc.
Ci sono però dei requisiti per accedere a questa misura:
Importante: la rottamazione può essere chiesta e ottenuta anche se l’atto non è mai stato impugnato, quindi se:
È una domanda molto frequente e la risposta è negativa: le sanzioni amministrative non rientrano nell’ambito della definizione agevolata. Lo stesso vale per le ammende e le sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna.
Con la definizione agevolata l’azienda o il lavoratore devono pagare solamente i contributi, senza applicazione di sanzioni e interessi.
Inoltre, nell’ambito di una stessa cartella o avviso di addebito è possibile definire anche un singolo carico. Ad esempio, solo un anno di recupero di imposte o contributi.
Nel calcolo dei versamenti si terrà conto dei pagamenti già effettuati per rate di precedenti rottamazioni, degli importi già versati a titolo di capitale compreso nei carichi affidati o a titolo di rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notifica della cartella di pagamento.
Il pagamento delle somme oggetto di rottamazione può essere effettuato con due diverse tempistiche:
Nel caso in cui anche una sola rata venga pagata in ritardo o non venga proprio pagata, la possibilità di usufruire della rottamazione decade.
La nuova rottamazione è sicuramente un’opportunità molto conveniente per chi ha un debito in sospeso con l’INPS.
Il principale beneficio è rappresentato dal fatto che l’azienda (o il lavoratore) paga solo le somme richieste a titolo di contributi e nulla a titolo di interessi e sanzioni. Si tratta di un notevole risparmio perché, in molti casi, le sanzioni e gli interessi sono molto alti.
Ci sono poi ulteriori vantaggi. Innanzitutto, pagando la prima rata, vengono bloccate le procedure di pignoramento e qualsiasi altra azione esecutiva.
Inoltre, l’accesso alla rottamazione consente alle società di ottenere DURC (Documento unico di regolarità contributiva) regolare per tutta la durata della rateazione, a condizione che vengano pagate le rate.
I soggetti interessati alla rottamazione hanno tempo fino al 30 aprile per presentare domanda.
Infatti, per poter usufruire di questa opportunità, il richiedente deve presentare online, entro il 30 aprile 2023, il modello messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione nel proprio sito.
In questa dichiarazione il debitore deve indicare le somme che intende definire e le modalità con le quali intende effettuare il pagamento.
Entro il 30 giugno 2023, l’Agente della Riscossione comunicherà al richiedente:
Leggi anche:
Legge di bilancio 2023 le novità per il lavoro
Come funziona il pignoramento dello stipendio
Fondo di garanzia INPS, nuova procedura recupero stipendio e Tfr non pagati