Come funziona lo smart working nella Pubblica Amministrazione

smart working pubblica amministrazione

Il diritto allo smart working per i dipendenti della Pubblica Amministrazione è finito, ma è ancora possibile lavorare da remoto

Lo smart working è diventato una prassi e una modalità molto diffusa anche nella Pubblica Amministrazione.

Le prime forme di promozione della conciliazione dei tempi di vita-lavoro nella Pubblica Amministrazione sono state introdotte con la riforma Madia (legge 7 agosto 2015, n. 124). Solo due anni dopo – con l’introduzione della legge n. 81 del 2017 – tali forme, tramite la sperimentazione di nuove modalità spazio-temporali di svolgimento del lavoro diverse dal telelavoro, hanno assunto il nome di lavoro agile o smart working.

Il decreto legislativo 81 del 2017 è la stessa legge che ha dato vita allo smart working e ha previsto che tutte le disposizioni contenute in questa legge venissero applicate anche nei rapporti di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche.

La normativa generale va poi coordinata con i regolamenti delle singole amministrazioni che prevedono la normativa di dettaglio per ciascun specifico settore pubblico.

Lo smart working nella Pubblica Amministrazione durante l’emergenza Covid-19

Con l’avvento dell’emergenza epidemiologica di Covid-19, il lavoro agile è diventato progressivamente anche per le pubbliche amministrazioni una modalità ordinaria di lavoro nelle varie fasi dell’emergenza. 

Durante lo stato d’emergenza fu previsto l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di applicare lo smart working al 50% del personale impiegato nelle attività che possono essere svolte da remoto.

A condizione comunque che i servizi rivolti a cittadini e imprese potessero essere dati con regolarità, continuità ed efficienza, nonché nel rigoroso rispetto dei tempi previsti dalla normativa vigente. 

Si rimanda poi alla possibilità da parte del ministro competente, in questo caso quello della Pubblica Amministrazione, di stabilire modalità organizzative, criteri e principi in materia di lavoro agile, anche prevedendo il conseguimento di precisi obiettivi quantitativi e qualitativi.

Le modalità di organizzazione del lavoro agile nella pubblica amministrazione

Sulla base dell’estensione dei destinatari (migliaia di impiegati pubblici), in data 19 ottobre 2020 è stato emanato uno specifico decreto con il quale sono stati forniti alcuni importanti chiarimenti sullo smart working nella Pubblica Amministrazione. 

Uno dei più importanti ha riguardato proprio la percentuale di impiegati pubblici in smart working, che deve essere almeno del 50% tra coloro la cui attività può essere svolta da remoto, con l’invito a puntare verso percentuali più elevate possibile

Tuttavia, la fine dell’emergenza pandemica ha avuto un forte impatto anche sullo smart working della pubblica amministrazione: dal 1° aprile 2024 non c’è più alcuna percentuale minima obbligatoria di smart working e si può lavorare da remoto solo nel rispetto dei regolamenti dei singoli enti e solo con l’accordo con il proprio dirigente.  

In merito alle modalità di organizzazione del lavoro agile nella PA, si evidenziano i seguenti punti chiave: 

  • il lavoro agile poteva essere svolto sia da chi solitamente lavorava in presenza, sia per attività specifiche, tenendo conto della possibilità di farle da remoto e degli strumenti necessari;
  • per i lavoratori fragili e i genitori con figli minori di 14 anni in quarantena, si doveva trovare ogni soluzione utile per permettere il lavoro agile, anche assegnando compiti diversi ma della stessa categoria lavorativa e fornendo formazione professionale;
  • si doveva favorire la rotazione del personale, garantendo un’alternanza equilibrata tra lavoro agile e lavoro in presenza, rispettando comunque le norme sanitarie vigenti.

Nel 2024 è stata decretata la fine dello smart working nella pubblica amministrazione?

No, non è stata decretata la fine dello smart working nella pubblica amministrazione, ma sono state ripristinate le regole ordinarie. Non c’è più un diritto a lavorare in smart working e non c’è più l’obbligo di osservare alcuna percentuale minima di lavoratori pubblici in smart working all’interno degli uffici. 

Secondo la direttiva del  ministero della pubblica amministrazione del 29 dicembre 2023, comunque “si ritiene necessario evidenziare la necessità di garantire, ai lavoratori che documentino gravi, urgenti e non altrimenti conciliabili situazioni di salute, personali e familiari, di svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile, anche derogando al criterio della prevalenza dello svolgimento della prestazione lavorativa in presenza.”

Come anticipato, anche nel settore pubblico si applica la normativa ordinaria: dal 1° aprile 2024 smart working nella pubblica amministrazione solo con l’accordo del proprio dirigente responsabile.

A tal proposito, le singole amministrazioni sono tenute a adottare un proprio regolamento in cui sono elencati i presupposti e le modalità con cui puoi fare richiesta e usufruire dello smart working nel settore pubblico.

Di recente è stato emanato il Regolamento smart working del Ministero dell’Interno.

Vediamo i punti principali che devi considerare in quanto lavoratore:

  • devi presentare richiesta scritta;
  • smart working per massimo 8 giorni al mese, non frazionabili in ore;
  • libertà di orario lavorativo;
  • necessità di utilizzare una propria dotazione informatica;
  • obbligo di rendicontazione dell’attività svolta in smart working

Inoltre, il diniego alla tua domanda di smart working deve essere motivato per iscritto.

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